Nell'era dei social media, delle fake news e del capitalismo dei Big Data, lo sviluppo di senso critico, consapevolezza e responsabilità appare più che mai urgente, per i giovani e gli adulti, per conoscere e 'governare' il cambiamento tecnologico così da orientarlo verso obiettivi sostenibili per la nostra società. In questa prospettiva, non è tanto (o soltanto) di abilità tecnico-strumentali che abbiamo bisogno, ma di un approccio educativo più ampio - la media education - per conoscere come funzionano i media, quali realtà rappresentano, quali interessi politico-economici li muovono e come gli utenti li usano. Di questo approccio, David Buckingham, studioso tra i più conosciuti e apprezzati al mondo, fornisce non solo un quadro concettuale chiaro, sintetico e rigorosamente argomentato, ma anche una varietà di esempi e suggerimenti concreti immediatamente spendibili da chi è in qualche modo implicato nell'educazione (studiosi, insegnanti, educatori, genitori, figli) nella convinzione che il «compito ultimo dell'educazione non è soltanto quello di farci capire come convivere con l'esistente, ma anche quello di incoraggiarci ad esplorare vie alternative e a immaginare il cambiamento futuro».
Perché insegnare i media, come farlo all'interno delle scuole e in ambito extrascolastico? Questo libro offre a insegnanti ed educatori un ampio ventaglio di spunti pedagogici, teorici e didattici sulla funzione e sulle modalità di un apprendimento critico e consapevole dei media. L'autore indaga i rapporti tra infanzia e media, il ruolo - in parte ancora subordinato dell'educazione ai media, il tutto alla luce della continua evoluzione dei mezzi di comunicazione e delle tecnologie digitali. Un libro che solleva domande e offre risposte, che delinea politiche educative e suggerisce pratiche operative, utile strumento per un inquadramento teorico della media education e per argomentate riflessioni per non disperdere quel potenziale straordinario di entusiasmo e creatività che l'apprendimento dei media porta da sempre con sé.