Si fa un gran parlare di una riforma in senso sinodale della Chiesa che la trasformi in una specie di democrazia dal basso e realizzi il tanto auspicato "aggiornamento" (liturgico e dottrinale) in senso ortodosso e protestante. La sinodalità diviene dunque un vero e proprio metodo per affrontare i problemi di oggi e rendere la Chiesa più credibile agli occhi della società. In questo modo si nega la struttura gerarchica e organica del corpo ecclesiale per favorire una gestione decentrata e periferica fatta di conferenze episcopali e comitati diocesani: così si rischia di produrre rovinose conseguenze nella stessa Chiesa perché la si trasforma in una piramide rovesciata dove non c'è più chi dice l'ultima parola, anzi, non c'è più chi insegna.
Don Tonino Bello ed Enzo Bianchi sono il segno di come ormai la Chiesa segue un'utopia scambiandola per profezia. Dopo il Concilio Vaticano II sono saliti al potere i contestatori della Chiesa: questi, credendo che ogni male risiedesse nel passato hanno indicato la via del futuro. Da questo libro intervista tra Vito Palmieri e monsignor Nicola Bux emergono le linee guida della Chiesa degli ultimi decenni che ne hanno sancito la crisi: l'annuncio di Cristo è stato ridotto a pretesto per parlare d'altro (poveri e migranti), mentre il cristianesimo ha lasciato il posto a un umanesimo che vuole realizzare alcuni valori (democrazia, eguaglianza, fraternità, accoglienza, pace) che con il Vangelo hanno ben poco a che vedere. L'epidemia di Covid ha fatto il resto, chiudendo le chiese e convincendo i pochi fedeli rimasti che basti collegarsi in streaming per partecipare alla messa. Sarà possibile ricostruire fondati su questa certezza: la Chiesa è il corpo mistico di Cristo e non lo strumento per realizzare il paradiso in terra.
Gesù è sempre stato perseguitato, dalla sua nascita alla sua morte, e così sono sempre stati perseguitati i suoi apostoli e la Chiesa da loro fondata. Oggi la Chiesa è ancora perseguitata in molte parti della terra, ma ancora più spesso i cristiani vengono rigettati ed emarginati nella nostra società che mira ad attutire la coscienza e a far scomparire la verità dall'orizzonte della vita umana. "Se hanno perseguitato me, perseguiteranno anche voi": questa frase di Gesù ci ricorda che la stessa vita del cristiano è da intendersi come sacrificio, offerta e martirio, seguendo la Croce di Cristo e bevendo al calice della sua Passione.
In tante aree geografiche, le Chiese cattoliche orientali e latina esistono, da secoli, una accanto all'altra. Il fenomeno migratorio ha portato alla costituzione di nuove unità amministrative per gli orientali cattolici nei territori finora considerati "occidentali". Tutti questi fattori portano con sé la necessità di una migliore conoscenza reciproca. Il libro di Nicola Bux si pone dunque come un prezioso contributo e un valido strumento per tutti coloro che desiderano conoscere la liturgia della Chiesa cattolica in entrambe le sue espressioni, sia aprendo un orizzonte alle radici comuni liturgiche, sia addentrandosi più profondamente in quella liturgia mistica che caratterizza l'Oriente Cristiano.
"La Chiesa pare voler dissolvere i contorni netti della fede in una sorta di brodo indeterminato e rimescolato dal 'secondo me' di certi sacerdoti. Ebbene, della fede, i sacramenti sono l'espressione, il frutto, il dono più alto e prezioso. Ecco, dunque, il nostro autore dedicarsi al tema, con la passione consueta. Per ognuno dei sette 'segni efficaci' l'autore chiarisce l'oggetto, il significato, la storia. Poi - necessaria, e più che mai attuale l'avvertenza circa le deformazioni, gli equivoci, le aggiunte o le sottrazioni che oggi minacciano quel sacramento. Dunque una catechesi, in uno stile che sa essere al contempo dotto e divulgativo, seguita da una sorta di 'manuale per l'uso'. Alla base di tutto quanto succede nella Catholica ormai da decenni, c'è quanto l'autore denunciava anche nei libri precedenti: quella 'svolta antropocentrica che ha portato nella Chiesa molta presenza dell'uomo, ma poca presenza di Dio'. La sociologia invece della teologia, il Mondo che oscura il Cielo, l'orizzontale senza il verticale, la profanità che scaccia la sacralità. La sintesi cattolica - quella sorta di legge dell'et-et, di unione degli opposti che regge l'intero edificio della fede - è stata troppo spesso abbandonata per una unilateralità inammissibile." (dalla prefazione di Vittorio Messori)
I contributi raccolti nel volume affrontano sotto varie angolature il tema, assai caro alla teologia di Benedetto XVI, della "tentazione costante nel cammino della fede" di eludere il profondo mistero di Dio, "costruendo un dio comprensibile, corrispondente ai propri schemi e ai propri progetti". Questa deviazione si è verificata pure in campo liturgico: dopo il Vaticano II e sino ai nostri giorni vi sono stati non rari abusi, i quali risultano censurabili nella misura in cui si traducono in atti di culto che, secondo il pensiero del Santo Padre, non sono più teocentrici ma piuttosto antropocentrici, vale a dire protesi ad un'auto-esaltazione dell'uomo e delle sue esigenze. È per questo che il recupero, compiuto da Benedetto XVI, della cosiddetta "Messa di San Pio V" ovvero della Forma extraordinaria del rito della Messa potrà svolgere un utile compito, spingendo ad arginare quelle non isolate deviazioni, onde riportare sempre più al centro dell'attenzione il vero Protagonista anche nelle modalità di svolgimento della Messa secondo la Forma ordinaria o "di Paolo VI" e dei riti adottati a seguito delle riforme conciliari. Va ricordato che, secondo la dottrina tradizionale, tutti i riti sono offerti per adorare, propiziare, ringraziare Dio ed impetrare da Lui le grazie necessarie alla salvezza eterna dell'uomo.
Bux espone in questo libro la Messa, massimo atto del culto cattolico, nelle due forme del rito romano, a paragone con la liturgia orientale; ne descrive la teologia e la spiritualità, con conoscenza, esperienza e vero senso pastorale.
A partire dalla riforma conciliare e postconciliare, addita «le deformazioni al limite del sopportabile» e le resistenze prodottesi, replicando alle critiche di tradimento del Concilio e ignoranza della liturgia rivolte a Benedetto XVI e ai suoi collaboratori, per aver posto mano alla «riforma della riforma». È un vademecum per muoversi nel bazar delle Messe odierne senza perdere la fede.
"La "crisis litúrgica" que siguió al Concilio Vaticano II ha causado un cisma, con excomuniones latae sententiae incluidas. Ha provocado malestar, polémicas, sospechas, acusaciones recíprocas. Ahora bien, podrá parecer extraño pero, en lo que a mí me toca, semejante tempestad no ha disminuido sino que, al contrario, ha aumentado mi confianza en la Iglesia […] La confianza en que llegarían tiempos como los que en este libro describe, con el debido realismo, más con gran esperanza, don Nicola Bux".
De la introducción de Vittorio MESSORI.
- La reforma de Benedicto XVI cuenta con un prólogo de Cardenal Cañizares y una introducción del famosos periodista italiano Vittorio Messori.
- D. Nicola Bux es consultor de la Sagrada Congregación para la Doctrina de la Fe y de la Oficina de las Celebraciones Litúrgicas del Sumo Pontífice.
- La reforma de Benedicto XVI ha cosechado un gran éxito en Italia y, según los expertos, es el libro clave para entender los cambios litúrgicos que se están emprendiendo durante el actual Papado.
Cuando en julio de 2007 el Motu Propriode Benedicto XVI restableció la celebración de la Misa en latín, desde muchas partes se elevaron resonantes voces de protesta. El temor difundido era –y es– que el papa Ratzinger finalmente se había quitado la máscara, revelándose aquel reaccionario defensor de la tradición que la mayoría lo acusaba de ser ya desde los tiempos en que era Prefecto de la Congregación para la Doctrina de la Fe, o sea, el ex Santo Oficio. A estas objeciones, Benedicto XVI replicó mostrando cómo el retomar el rito latino no es un “paso atrás”, un retorno a los tiempos precedentes al Concilio Vaticano II, sino un mirar adelante, retomando de la tradición pasada lo más bello y significativo que ella puede ofrecer a la vida presente de la Iglesia. Lo que el papa Ratzinger quiere hacer en su paciente obra de reforma es renovar la vida del cristiano –los gestos, las palabras, el tiempo de lo cotidiano– restaurando en la liturgia un sabio equilibro entre innovación y tradición. Haciendo con esto emerger la imagen de una Iglesia siempre en camino, capaz de reflexionar sobre sí misma y de valorar los tesoros de los que es rico su cofre milenario.
Nicola Bux, sacerdote de la archidiócesis de Bari, ha estudiado y enseñado en Jerusalén y Roma. Docente de Liturgia Oriental y de Teología de los Sacramentos en la Facultad Teológica Pugliese, ha sido perito en el sínodo de obispos sobre la Eucaristía. Es consultor de la Congregación para la Doctrina de la Fe y para la Causa de los Santos y consejero de la revista teológica internacional Communio. Recientemente ha sido nombrado consultor de la Oficina de las Celebraciones Litúrgicas del Sumo Pontífice.
Un pellegrinaggio ideale seguendo le orme dei primi grandi cronachisti, santi, vescovi, ma anche un invito a veramente seguire le orme del Salvatore nei luoghi dove Egli, i suoi genitori terreni ed i genitori della Vergine, il Battista e gli Apostoli, vissero le vicende meravigliose del Dio fattosi uomo. Volume a colori ricchissimo di immagini della Terra Santa.
Quando nel luglio 2007 il Motu Proprio di Benedetto XVI ha ripristinato la celebrazione della Messa in latino, da più parti si sono levate vibranti voci di protesta. Il timore diffuso era – ed è – quello che papa Ratzinger avesse infine gettato la maschera, rivelandosi quel reazionario difensore della tradizione che i più accusavano essere fin dai tempi in cui era Prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede, cioè l’ex Sant’Uffizio.
A queste obiezioni Benedetto XVI ha replicato mostrando come la ripresa del rito latino non sia un “passo indietro”, un ritorno ai tempi precedenti il Concilio Vaticano II, bensì un guardare avanti, riprendendo dalla tradizione passata quanto di più bello e significativo essa può offrire alla vita presente della Chiesa.
Quello che papa Ratzinger vuol fare nella sua paziente opera di riforma è rinnovare la vita del cristiano – i gesti, le parole, il tempo del quotidiano – restaurando nella liturgia un sapiente equilibrio tra innovazione e tradizione. Facendo con ciò emergere l’immagine di una Chiesa sempre in cammino, capace di riflettere su se stessa e di valorizzare i tesori di cui è ricco il suo scrigno millenario.
Nicola Bux
Sacerdote dell’arcidiocesi di Bari, ha studiato e insegnato a Gerusalemme e Roma. Docente di liturgia orientale e di teologia dei sacramenti nella Facoltà Teologica Pugliese, è stato perito al sinodo dei vescovi sull’eucaristia
Il movimento ecumenico sembra vivere un momento di stanchezza. Urge una svolta perche ritorni ad essere quello che era. Davanti all'indifferentismo religioso sempre piu diffuso, qual'e il ruolo del successore di Pietro? Il movimento ecumenico si e istituzionalizzato ed e diventato statico. Urge una svolta perche ritorni ad essere quel che era. Un dialogo diplomatico e reticente non solo deprime la nostra fede, ma danneggia anche l'uomo che cerca la risposta alle domande fondamentali. Oppure per diplomazia ecumenica lo lasceremo vagare nei tanti deserti del mondo e nei territori canonici" delle chiese? "