"Non importa quante volte cadi. Quello che conta è la velocità con cui ti rimetti in piedi." Come si esce da una crisi, come si supera una perdita, un insuccesso, un fallimento? C'è chi ha avuto la forza di rimettersi in piedi dopo che l'azienda in cui lavorava ha chiuso, chi ha rifiutato di arrendersi dopo che la recessione lo aveva costretto a vendere la casa in cui viveva e a partire per chissà dove, chi ha ritrovato la forza di andare avanti dopo che un lutto sembrava avergli tolto una ragione per vivere. Due anni in viaggio attraverso l'America, trentasei Stati, l'elezione presidenziale più emozionante che si ricordi e tante vite di gente comune. Ma al centro di tutto questo per Mario Calabresi c'è una sola domanda: che cosa accade nel cuore di chi cade e trova la forza di rialzarsi? Magari con fatica, con dolore, ma con tenacia incrollabile e soprattutto senza aspettare la fortuna? Qual è il segreto di una nazione e della sua gente, capace da sempre - ma oggi più che mai - di reinventarsi da zero, di darsi una seconda chance, di eleggere un presidente nero contro ogni previsione, di rimettersi in cammino anche dopo che la più grave recessione del dopoguerra ha travolto la vita di milioni di persone?
È la mattina del 17 maggio 1972, e la pistola puntata alle spalle del commissario Luigi Calabresi cambierà per sempre la storia italiana. Di lì a poco il nostro paese scivolerà in uno dei suoi periodi più bui, i cosiddetti "anni di piombo", "la notte della Repubblica". Quei due colpi di pistola però non cambiarono solo il corso degli eventi pubblici, ma sconvolsero radicalmente la vita di molti innocenti. La storia dell'omicidio Calabresi è anche la storia di chi è rimasto dopo la morte di un commissario che era anche un marito e un padre. E di tutti quelli che hanno continuato a vivere dopo aver perso la persona amata durante la violenta stagione del terrorismo. Mario Calabresi, oggi giornalista di "Repubblica", racconta la storia e le storie di quanti sono rimasti fuori dalla memoria degli anni di piombo, l'esistenza delle "altre" vittime del terrorismo, dei figli e delle mogli di chi è morto: c'è chi non ha avuto più la forza di ripartire, di sopportare la disattenzione pubblica, l'oblio collettivo; e c'è chi non ha mai smesso di lottare perché fosse rispettata la memoria e per non farsi inghiottire dai rimorsi. La storia della sua famiglia si intreccia così con quella di tanti altri (la figlia di Antonio Custra, di Luigi Marangoni o il figlio di Emilio Alessandrini) costretti all'improvviso ad affrontare, soli, una catastrofe privata, che deve appartenere a tutti noi.
Questo volume parla di S.Paolo della Croce grande mistico del sec. XVIII.
Oggetto del volume è il contributo che la vita consacrata può dare al dialogo interreligioso, partendo dal convincimento che il dialogo tra le religioni possa essere proficuamente fecondato dalla collaborazione tra persone consacrate cristiane e persone appartenenti ad altre religioni.
«La relazione tra il dialogo interreligioso e la vita consacrata è un argomento inconsueto e poco affrontato all'interno della teologia sulla vita consacrata. Per questo ho cercato non solo di riflettere tenendo presente alcune considerazioni teologiche, ecclesiologiche e pastorali, proprie della teologia cristiana del dialogo interreligioso, ma anche di valorizzare alcune esperienze concrete di comunione che in molteplici occasioni le religiose e i religiosi hanno messo in atto e che permettono di riscoprire la carica profetica e carismatica della vita e dell'azione missionaria delle persone consacrate, uomini e donne» (dall'Introduzione).
Cosa rende un bambino, potenzialmente disposto ora all'ascolto dei suoni musicali ora a quello dei fonemi linguistici, un futuro ascoltatore consapevole? Quali sono gli elementi che favoriscono la sviluppo di questa modalità di espressione? Ecco giungere Debussy e Ravel: portano con sé le loro musiche dove è nascosto, in una qualche maniera, il segreto di una semantica musicale che rende la musica una tessitura. La trama della parola-suono si svolge, così, come in una tela su cui ogni ascoltatore ha il diritto di porre, con decisa pennellata, il contributo comunicativo senza il quale l'arte dei suoni rimarrebbe, comunque, morta o agonizzante.
Si tratta dell'edizione del libro di Mario Calabresi arricchita da un DVD in cui Luca Zingaretti dà voce alle pagine più intense della sua testimonianza, trasformandola in un evento teatrale di grande intensità. È la storia di una famiglia italiana ferita dal terrorismo. Una storia fatta di profondo dolore, ma anche di inattesa e spensierata allegria, in cui la voglia di vivere e l'amore per gli altri sono spesso riusciti a vincere l'odio e le divisioni che ancora oggi colpiscono il nostro paese. Una vicenda privata che appartiene a tutti noi. La storia dell'omicidio Calabresi è anche la storia di chi è rimasto dopo la morte di un commissario che era anche un marito e un padre. E di tutti quelli che hanno continuato a vivere dopo aver perso la persona amata durante la violenta stagione del terrorismo. Mario Calabresi, oggi giornalista di "Repubblica", racconta la storia e le storie di quanti sono rimasti fuori dalla memoria degli anni di piombo, l'esistenza delle "altre" vittime del terrorismo, dei figli e delle mogli di chi è morto: c'è chi non ha avuto più la forza di ripartire, di sopportare la disattenzione pubblica, l'oblio collettivo; e c'è chi non ha mai smesso di lottare perché fosse rispettata la memoria e per non farsi inghiottire dai rimorsi.
Il libro dei ragazzi, nella persona dei protagonisti Marco e Zamira, dà voce ai ragazzi che celebreranno l'iniziazione cristiana durante il tempo pasquale e in modo speciale nella Veglia. Attraverso opportune griglie di lavoro, li invita a vivere esistenzialmente la loro preparazione. Particolarmente interessante la catechesi delle domeniche di Quaresima. Suggestive le celebrazioni: - dell'Elezione per i catecumeni che dovranno ricevere il Battesimo- del sacramento del Perdono per i ragazzi battezzati e le loro famiglie- della Settimana Santa: Adorazione del Giovedì Santo, Via Crucis. Illustrazioni di Claudia Torello.
La sesta guida per i catechisti offre la catechesi mistagogica del tempo pasquale. Si tratta di entrare nel mistero pasquale di Cristo Risorto, dopo aver ricevuto i sacramenti dell'iniziazione cristiana, attraverso la frequenza ai riti liturgici e la testimonianza della propria fede nella vita di tutti i giorni. Le catechesi vengono impartite durante le domeniche del tempo pasquale e ne conservano le peculiarità. Culminano nelle catechesi dell'Ascensione e della Pentecoste. In prossimità della Pentecoste i partecipanti vengono stimolati a scegliere un cammino di catechesi permanente attraverso l'inserimento in un gruppo parrocchiale o diocesano. La guida presenta anche opportune celebrazioni che verranno riprese nel corrispondente libro dei ragazzi. La guida è corredata di un dizionario liturgico dei termini inerenti alla mistagogia.
L'ultimo libro dei ragazzi illustra le catechesi mistagogiche a un gruppo misto di ragazzi neofiti e di ragazzi che nel periodo pasquale hanno completato l'iniziazione cristiana con i sacramenti della Cresima e dell'Eucaristia. Attraverso le voci dei ragazzi-tipo, Marco e Zamira, dei loro catechisti e delle loro famiglie i ragazzi vengono introdotti attivamente nelle catechesi che si svolgono nelle domeniche del tempo pasquale. Il sussidio è completato da alcune celebrazioni:- sacramento della Riconciliazione- anniversario del Battesimo- celebrazione dell'Inno della carità. Illustrazioni di Claudia Torello.
La metalessi è una forma di anomalo attraversamento del confine che divide la realtà dalla finzione, come se un attore uscisse dallo schermo televisivo per entrare in casa nostra, o viceversa. Questo entra-e-esci incessante dalla finzione alla realtà e ritorno è l'inconfondibile talismano di Antonio Delfini (1907-1963), uno scrittore per il quale la realtà non si prestava affatto a essere reale, ma andava rinnegata nella finzione per poi cercare, o sperare, di ritrovarla attraverso la scrittura. Con una conseguenza: di voler ricordare ciò che si è immaginato, e mai ciò che si è vissuto.
In un momento di radicale mutamento degli stili di vita, è oggi più che mai necessario ricostruire il dibattito sulla letteratura folklorica che animò la cultura italiana nel secondo dopoguerra, soffermandosi sul significato della sua riscoperta dopo i processi di manipolazione degli usi e costumi popolari messi in atto in epoca fascista. Questo volume dà voce agli scrittori, studiosi e intellettuali che facevano capo alla casa editrice Einaudi. Attraverso una scelta delle lettere che essi si scambiarono tra gli anni Quaranta e Cinquanta, emerge il modo in cui personalità diverse come Cesare Pavese, Giuseppe Cocchiara, Italo Calvino e Ernesto De Martino si siano relazionate, influenzate, contrapposte.