Il calcio è un affare. E dove girano i soldi, le mafie allungano i tentacoli. Partite combinate e scommesse clandestine in combutta con le centrali asiatiche del gioco online, racket a bordo campo, merchandising tarocco, appalti sui nuovi stadi sono solo alcune voci di un bilancio miliardario. E molto sporco. Ma non è solo una questione di denaro: il football è anche potere. I clan acquistano squadre per comprare il consenso, per sedersi in tribuna e stringere mani importanti; attingono manovalanza dai vivai giovanili e usano gli ultras come massa di manovra per tenere le città sotto scacco. E intanto le arene si svuotano e nel cuore di molti tifosi la passione viene scalzata da delusione e disgusto. Dalla scalata dei casalesi per conquistare la Lazio alle foto di Maradona e Hamsik usati come testimonial abbracciati a padrini; dalla cordata di riciclatori che stava acquistando la Roma al giro delle pizzerie-lavanderia di capitali criminali che aveva tra i soci Cannavaro e altri campioni. Dalla gita a Scampia di Balotelli alle frequentazioni malavitose di Sculli, dalle promozioni in cambio di bazooka nella Locride al sistemone ali inclusive della camorra stabiese, Cantone e Di Feo raccontano storie inquietanti e spesso inedite. Intrecciando in un'unica voce lo scrupolo del cronista e l'esperienza del magistrato, mettono a nudo i fatti ma anche le falle dei sistemi di controllo e di sanzione della giustizia sportiva (emanazione di un'associazione di privati ispirata a logiche di trattativa).
Convitato di pietra, cancro, "fattore C": la criminalità organizzata è stata definita in tanti modi diversi. Raffaele Cantone, per otto anni alla Direzione distrettuale antimafia di Napoli, la conosce come pochi. Un mondo complesso che affonda le sue radici nella realtà del Sud, ma non solo. E che da tempo, ormai, è uscita ben al di fuori dei confini della delinquenza tradizionale, diventando ora un occulto quanto determinante socio in affari, ora un candidato "impresentabile" alle elezioni, ora un alibi dietro cui nascondere l'inefficienza delle amministrazioni pubbliche nel gestire grandi emergenze, prima fra tutte quella dei rifiuti campani. Proprio partendo dalle tante riflessioni sui mille volti della camorra, emerse non solo nel corso del suo lavoro di magistrato ma anche intervenendo a incontri pubblici e sulla carta stampata, Cantone affila come un bisturi il suo sguardo per tracciare un lucido spaccato dei mali della società italiana, oggi più che mai dilaniata fra l'anticultura del malaffare e la volontà di voltare finalmente pagina, in nome del rispetto delle regole. E nutre una speranza: unire alla forza delle azioni il potere delle parole, per condividere una battaglia che è di tutti gli italiani, quella contro l'illegalità diffusa che può corrodere le basi democratiche ed economiche dell'intero paese. Da uomo di legge e attento osservatore, ricostruisce così le complesse trame fra la nuova borghesia camorrista dei colletti bianchi e gli amministratori pubblici, i politici...