In un'epoca di cambiamenti sociali tra i più dirompenti, il rapido progresso tecnologico, unito a una rete sempre più fitta di connessioni globali, procede di pari passo con la produzione di nuovi rischi, come quelli generati dalle tecnologie atomiche, genetiche e chimiche, dando luogo ad effetti meno facilmente individuabili, ma più prorompenti. I nuovi rischi, infatti, si insinuino ovunque silenziosamente e indipendentemente dalla libera scelta di ognuno, essendo spesso 'respirati o ingeriti" senza che i nostri organi di senso li percepiscano. Le attuali minacce appaiono, dunque, come il lato oscuro della postmodernità che, smentendo la possibilità di un progresso lineare e infinito garantito dalla conoscenza, ha indotto i cittadini a diffidare delle sue promesse. In questa cornice di referenza, leggere gli avvenimenti del tempo presente non è semplice.
Ripercorrendo in prospettiva storico-evolutiva il rapporto intercorrente fra teatro e sociologia, questo volume rappresenta un tentativo di sistemazione degli approcci relativi alle fondamentali diramazioni di questa relazione. Partendo dal presupposto che la lettura delle microstrutture teatrali non può prescindere dall'ambiente sociale in cui queste hanno avuto origine, si è cercato di analizzare il fenomeno teatrale come processo che si differenzia secondo percorsi che riflettono i mutamenti sociali dei contesti in cui esso si manifesta. Il teatro, infatti, non è altro che la riproduzione degli elementi dell'animo collettivo del tempo i cui meccanismi si sono formati lentamente in dialettica con processi collettivi reali.
In questo libro sono raccontate alcune delle "salite" che più hanno caratterizzato il percorso del Movimento dei movimenti negli ultimi anni. Sono vicende vissute in prima persona e narrate da uno dei protagonisti di tali lotte, ma potrebbero essere le stesse di chiunque si impegni nei centri sociali, nel movimento ambientalista o nell'associazionismo di base. L'intento è quello di far capire gli ideali, i sentimenti, le passioni, i sogni, le speranze di quanti non si arrendono a essere schiacciati tra la Guerra Globale Permanente e l'autodistruzione ambientale come paradigma di sviluppo. Dal libro emerge una verità: la disobbedienza sociale, in alcune circostanze, è un preciso dovere morale, anzi di più, è il sale della democrazia.