Lo mejor, lo más elocuente y clarificador que el lector encontrará en este libro, será descubrir en el comentario al evangelio de cada día el cumplimiento de un texto genial de san Juan de la Cruz, que dejó escrito que Dios le dice a cada lector:
Si te tengo ya habladas todas las cosas en mi Palabra, que es mi Hijo, y no tengo otra, ¿qué te puedo yo ahora responder o revelar que sea más que eso? Pon los ojos solo en él, porque en él te lo tengo dicho todo y revelado, y hallarás en él aún más de lo que pide y deseas. Porque tú pides locuciones y revelaciones en parte, y si pones en él los ojos, lo hallarás en todo; porque él es toda mi locución y respuesta y es toda mi visión y toda mi revelación. Lo cual os he ya hablado, respondido, manifestado y revelado, dándoosle por hermano, compañero y maestro, precio y premio.
(Subida al Monte Carmelo, 2, 22).
En Jesús, Dios nos dice cada día todo cuanto nos tiene que decir. El problema está en nosotros, que, con demasiada frecuencia, ponemos nuestra atención y nuestros intereses en otras cosas, que poco o nada tienen que ver con el Evangelio.
Il Vangelo è un libro di religione o la storia di un conflitto mortale con la religione? Lungo tutta la vita di Gesù, i conflitti con i sacerdoti, i dottori della legge e i farisei, il tempio, le osservanze e le norme religiose, sono stati sistematici. Dunque, può pensare seriamente a un cristianesimo "non-religioso"? Il Vangelo non è "un libro di religione", è un insieme di racconti che spiegano come Gesù di Nazareth ci offra "un progetto di vita". Tuttavia, Gesù è stato un uomo profondamente religioso, a causa della sua intensa relazione con Dio come Padre e del suo frequente ricorso alla preghiera. Ma la religiosità di Gesù non è stata legata al tempio, ai riti sacri, ai sacerdoti e alla sottomissione alla legge religiosa. Al contrario, Gesù è vissuto in maniera tale che, quando ha iniziato ad agire e a parlare in pubblico, è entrato in conflitto con i responsabili della religione (i sacerdoti, i teologi ed i più stretti osservanti). Il Vangelo è il grande racconto di questo conflitto, che è terminato drammaticamente nel processo, nella condanna e nella morte di Gesù. Per questo resta cruciale la domanda: come ha potuto fondare una religione un uomo la cui vita è finita in uno scontro mortale con la religione? L'aspetto centrale della vita di Gesù non è stato il religioso e la religiosità, ma l'umano e l'umanità. E poiché Gesù si è posto dalla parte della vita e della felicità degli esseri umani, il Vangelo incentra la sua attenzione sulla salute dei malati, sulla convivialità...
Solo es posible alcanzar la plenitud de «lo divino» en la medida en que nos empeñamos por lograr la plenitud de «lo humano»; únicamente podemos llegar a ser «más divinos» haciéndonos «más humanos». Esta propuesta tiene que invadir e impregnar la vida y la actividad toda de la Iglesia: su teología, su sistema organizativo, su moral, sus leyes, su presencia en la sociedad y, sobre todo, en la vida y la espiritualidad de los cristianos.
Es una propuesta que brota del centro mismo de la fe cristiana: el Dios del cristianismo es el «Dios encarnado». Es decir, el «Dios humanizado», que se dio a conocer en un ser humano, Jesús de Nazaret. Pero ocurre que, en la historia del cristianismo, el hecho de la humanidad de Jesús y sus consecuencias ha resultado más difícil de aceptar que la divinidad de Cristo. Esta dificultad lleva derechamente a tener que afrontar esta pregunta: ¿Quién ocupa en realidad el centro de la vida de la Iglesia, Jesús y su Evangelio o san Pablo y su teología? No se trata de la vieja cuestión sobre quién fundó la Iglesia. La Iglesia tiene su origen en Jesús. La Iglesia tiene, por tanto, su centro en Jesús, el Mesías, el Señor, el Hijo de Dios. Pero, todo esto supuesto, no se puede soslayar esta apremiante pregunta.
A partir de ella, se concretan otros interrogantes: ¿De dónde o de quién se han tomado los grandes temas que se proponen y explican en la teología católica? ¿En qué o cómo se justifican el culto, los ritos y, en general, la liturgia que se celebra en nuestros templos? ¿Desde quién y desde qué argumentos se legitima el modo de gobierno que se ejerce en la Iglesia? ¿Qué forma de presencia en la sociedad debe tener la Iglesia? ¿Por qué el cristianismo aparece más como una religión y mucho menos como la presencia del Evangeliode Jesús en nuestro mundo? Mientras la Iglesia no afronte estas cuestiones, y les dé la debida respuesta, no podrá recuperar su identidad ni cumplir su misión en el mundo.
Chi sono le vittime del peccato? Sono le tante persone che, invece di sentirsi accolte dalla Chiesa, se ne sentono respinte. Ma perché l'interpretazione ecclesiastica della legge di Dio spesso ha fatto e continua a fare il male dell'uomo? Per Castillo, la Chiesa si è così ossessivamente concentrata sul peccato da oscurare l'autentica missione cristiana che consiste nell'alleviare le sofferenze umane. Il risultato paradossale è che, proprio con la sua lotta contro il peccato, la Chiesa causa un carico enorme di mali a se stessa e al mondo. Guerre e roghi nel passato, oggi ingerenze su vita e morte, amore e affetti, malattia ed emarginazione: tutto in nome della lotta contro "il peccato". La triste conseguenza è il deterioramento dell'immagine della religione e la sua crescente incapacità di risultare interessante per le giovani generazioni. Ma non va forse in direzione opposta la strada rivoluzionaria indicata dal Vangelo? Gesù di Nazareth mette in primo piano la dignità dell'uomo e l'amore concreto verso i sofferenti, anche a costo di disobbedire a leggi e prescrizioni religiose. Recuperando l'esempio di Gesù, Castillo affronta il rapporto tra fede e obbedienza e gli autoinganni del moralismo, e auspica una Chiesa diversa, fedele alle origini e al contempo in grado di rispondere alle sfide del presente. Solo così essa potrà tornare a promuovere la felicità e il bene dell'uomo e combattere il pericoloso vuoto di valori che minaccia la nostra società.
«Lo specchio del comportamento etico non è la propria coscienza, ma il volto di coloro che vivono con me. Quando questo volto esprime pace, speranza, gioia e felicità, perché il mio comportamento genera tutto questo, allora è evidente che il mio comportamento è eticamente corretto» (J. M. Castillo).
Informazioni sull'autore
José M. Castillo è stato professore nella Facoltà di Teologia di Granada, professore invitato all’Università Gregoriana di Roma e alla Pontificia Università Comillas di Madrid. è professore invitato all’Università Centroamericana (UCA) di El Salvador. è autore di numerose pubblicazioni tra cui, per Cittadella Editrice: «Simboli di libertà. Analisi teologica dei sacramenti» (1983); «I poveri e la teologia» (2002); «Dio e la nostra felicità» (2002).
La resistenza della Chiesa Cattolica, come Stato della Città del Vaticano e come confessione religiosa, ad assumere senza restrizioni i diritti umani e a promuoverli di fatto genera notevoli difficoltà nella coscienza di molti. José Maria Castillo analizza fino alle estreme conseguenze questo problema cruciale che coinvolge la vita e il funzionamento della Chiesa Cattolica, così come il progresso dell'intera società civile: problema che - afferma "sta nel sapere se un'istituzione, pubblicamente accettata, riconosciuta e ufficialmente protetta dall'ordinamento costituzionale di un paese, possa organizzarsi in modo che, in virtù delle sue credenze confessionali, si crede in diritto di privare i suoi fedeli di determinati diritti che hanno come cittadini". La riflessione del teologo spagnolo aiuta anche a comprendere tra l'altro come la necessità del potere temporale, che si esprime nella gestione monarchica dello Stato della Città del Vaticano da parte del Papa, non sia di diritto divino: nei Vangeli, infatti, non ce n'è il minimo accenno. C'è invece una parola chiara di Gesù nel mandare i Dodici, ed è un ordine: "E ordinò loro che, oltre al bastone, non prendessero nulla per il viaggio: né pane, né bisaccia, né denaro nella borsa; ma, calzati solo i sandali, non indossassero due tuniche" (Mc 6,8-9).
L'autore si interroga su quale resistenza occulta sussista nei teologi per non far propria la causa dei poveri. Un contributo essenziale per riscoprire la funzione magistrale che hanno i poveri nella chiesa.
Analisi teologica dei sacramenti.