Tutta la storia dell'Oriente e dell'Occidente è punteggiata da forti personalità che hanno impresso al corso degli eventi un "cambio di rotta" e aperto nuove prospettive e soluzioni alla vita sociale e personale dell'umanità. Se vogliamo usare un termine entrato nel linguaggio comune grazie a Max Weber dovremmo parlare di "carismi" che egli ha mutuato dal cristianesimo primitivo e ha riformulato secondo la sua prospettiva e analisi della società. Anche il nostro tempo non manca di "carismi" che, in vario modo, rispondono alle sfide della "complessità" dell'epoca presente chiamata a far convivere individualità e socialità, libertà e autorità, dignità individuale e bene comune, frammentarietà e totalità. Un carisma, tra gli altri, adatto a queste sfide, è quello di Chiara Lubich, della quale il presente volume riporta le parole pronunciate in discorsi pubblici, in ambito civile ed ecclesiale, in varie occasioni e in diverse località geografiche, in un arco temporale che copre molti anni della sua attività. L'intento è quello di far conoscere a un vasto pubblico l'influsso che proprio tale carisma ha su questo tempo.
Un passato sorprendentemente vicino, nel momento in cui con sgomento ci troviamo ad affrontare realtà che si ritenevano scongiurate da secoli, come le pandemie causate da virus, o assistiamo alle ricorrenti catastrofi ecologiche, o valutiamo i rischi - spesso portati dall'aggressiva mano dell'uomo - che minacciano il pianeta. Il Medioevo ci parla oggi con voce forte, attraverso le tante paure che assillavano donne, uomini, bambini: paura della fine, della miseria, della fame, delle malattie, della lebbra e della peste in particolare, fino alla paura del diverso, dello straniero, degli ebrei, dei musulmani, dei mongoli. Un libro di lugubri sciagure che si susseguono, dunque? No. Un libro che pone domande, addita problemi, cerca risposte. Non siamo più in quel Medioevo, ma gli esseri umani sono ancora gli stessi, nascono, amano, crescono, sperano, si spaventano. Oltre ad alcune curiosità - una data di nascita sbagliata per Cristo, le reazioni suscitate dall'arrivo dell'anno Mille - scopriremo quale evento all'improvviso fece degli ebrei i nemici della porta accanto; che legame esiste fra la nascita del purgatorio e la circolazione di temi macabri nelle chiese, come si contrastò il dilagare delle carestie. Alcuni testimoni privilegiati renderanno palpabili anche a noi i drammi delle loro epoche, mentre un corredo di immagini accompagnerà il racconto.
Un’appassionata narrazione.
Paolo Di Paolo, “la Repubblica”
«L’esilio di Dante ci è stato presentato come conseguenza di normali dinamiche di alternanza politica: ora vincevano i guelfi e andavano in esilio i ghibellini, ora vincevano i ghibellini e andavano in esilio i guelfi. Una volta capitava ai guelfi neri, una volta capitava ai guelfi bianchi... Ma tutto questo valeva prima del 5 novembre del 1301. Quel giorno a Firenze ci fu un colpo di Stato e, a seguire, l’epurazione dell’intera classe politica allora al governo.»
A partire dal racconto tragico dell’esperienza dell’esilio, riprendono vita le vicende biografiche e poetiche di uno dei più grandi autori della letteratura mondiale.
La matematica rivista come prassi politica, e non solo come teoria, è un formidabile esercizio di democrazia: come la democrazia si fonda su un sistema di regole, crea comunità e lavora sulle relazioni. Come la democrazia, la matematica amplia ma non nega. Studiando matematica si capiscono molte cose sulla verità. Per esempio che le verità sono partecipate e pertanto i principî di autorità non esistono; che le verità sono tutte assolute ma tutte transitorie perché dipendono dall'insieme di definizione e dalle condizioni al contorno. Svolgere un problema matematico è un esercizio di democrazia perché chi non accetta l'errore e non si esercita nell'intenzione di capire il mondo non riesce né a cambiarlo né a governarlo. Chiara Valerio tesse in un pamphlet polemico un parallelo tra matematica e democrazia, due aree che non subiscono la dittatura dell'urgenza.
San Francesco e l’arte dell’incontro
Quest’anno ci facciamo accompagnare dagli incantevoli e vivacissimi disegni della clarissa sr. Chiara Amata pensando ai tanti incontri che hanno segnato la vita di Francesco e attraverso i quali il Signore lo ha guidato ad una sempre maggiore somiglianza con lui.
C'è un motivo se il piccolo Oreste è diventato don Oreste Renzi, il famoso sacerdote dalla "tonaca lisa", difensore irriducibile dei piccoli e dei poveri contro ogni ingiustizia, ma sempre con il sorriso sul volto.Puoi scoprirlo attraverso i racconti e le illustrazioni di questo libro, ricco di episodi incredibili che sono destinati ad entrare nella leggenda.
Senza sembra una città deserta, ma non è affatto così. In ciascuno dei cinque palazzi abita qualcuno e all'interno sono tutti colorati, ma di un colore soltanto. Il primo è tutto rosso, e ci abita Fuoco. Un ragazzo con un grandissimo cuore, sempre innamorato... ma non sa di chi perché nel suo palazzo non entra mai nessuno! Nel secondo abita una bambina di nome Pepita. Dentro è tutto giallo, e al centro di un immenso salone giallo taxi c'è una collina scintillante di monetine d'oro su cui Pepita si diverte a scivolare per tutto il giorno. Nel terzo, che all'interno è tutto blu, vive Blues. "Voglio essere libera!" canta, zigzagando con i pattini sul lago ghiacciato che fa da pavimento. Nel quarto, tutto nero, abita Nonno Carbone. Trascorre le sue giornate raccontando tutto quello che ha imparato nel corso della sua lunghissima vita. A chi racconta? A nessuno, perché nessuno gli fa compagnia... Nel quinto, che dentro è tutto verde, abita Mister Green, che se ne sta sdraiato completamente nudo sopra "una moquette di prato bagnato" a fissare il soffitto verde muschio. E Fuoco, Pepita, Blues, Nonno Carbone e Mister Green passano così le giornate, chiusi nei loro palazzi, convinti che l'unico colore al mondo sia quello che conoscono, mentre a Senza continua a non succedere niente. "Ma poiché la vita è sempre più matta di noi e si diverte a farci degli scherzi, un giorno proprio lei in persona, la Vita, decise di mandare nell'unica strada di Senza il vento più forte che avesse mai soffiato in tutta la storia del mondo" e costrinse i cinque a uscire finalmente dai loro palazzi e a incontrarsi... Età di lettura: da 7 anni.
Fuori di testa. Che senso ha questa espressione? Semmai, le persone che nella vita di tutti i giorni si sentono strette come il mare in un bicchiere sono Dentro di Testa. Barricate nei loro pensieri, nelle loro emozioni esagerate. Proprio come Chiara, la protagonista di queste pagine, e come quegli amici che lei chiama gli Animali dell'Arca Senza Noè. Che però, quando la tragedia del Coronavirus impone di chiudersi in casa, hanno una reazione misteriosa. Contrariamente a chi di solito è capace di stare al mondo e si ritrova disorientato, Chiara e Daniela e Pierantonio e Gollum sembrano fin troppo capaci di sopportare la quarantena. Ma doveva ammalarsi il mondo, per permettere a loro di sentirsi meglio? Che cosa c'è, nelle restrizioni a cui sono chiamati, che li rassicura? Chiara Gamberale, sempre così pronta a inventarsi modi originali per dare voce a ciò che sentiamo, nell'epocale primavera 2020 scrive una testimonianza che è allo stesso tempo un urlo e un abbraccio (senza mascherina). Parole forti, nuove, che portano ognuno di noi a chiedersi se, "finito quest'incubo, potremo rendere interiori e spirituali i gesti che per proteggerci abbiamo dovuto imparare." Perché quel metro di distanza dagli altri, sia quando si infrange sia quando si rispetta, è comunque un potere nelle nostre mani.
Il tema dell'orientamento sessuale è delicato e tuttora controverso, soprattutto in rapporto ai percorsi vocazionali. Certo nessuno, ad oggi, può dire l'ultima parola e ancora meno può farlo individualmente, tuttavia non si può rinunciare a riflettere, ad attivare processi (cf. Amoris Laetitia, n. 3), a crescere nello studio dei dinamismi umani, in questo nostro tempo. Più che fare teoria, si tratta di stare dentro storie vere. Il testo, che vuol essere uno strumento psicologico concreto, mette al centro l'uomo e la donna chiamati da Dio, in tutta la loro originalità e complessità. L'orientamento omosessuale, in questa prospettiva, non può costituire un criterio assoluto ed esclusivo di lettura vocazionale.
La scrittura filosofica moderna e contemporanea ha rivelato e continua a rivelare la ricerca verso la verità. Attraverso il linguaggio si sviluppa il tema del dialogo che è tra quelli che più hanno alimentato la ricerca teologica e politica, etica e religiosa, estetica e trascendentale nel rapporto tra Gesù Cristo e la Chiesa. I due interlocutori si soffermano a scandagliare nei recessi delle “cose ultime”, dove si celano il mistero del male e della sofferenza, l’origine della libertà, la divinoumanità e il legame ineludibile che intercorre tra Dio, il Figlio e l’uomo. Se Gianni Baget Bozzo vede la salvezza solo per coloro che vivono dentro la chiesa cattolica, viceversa Alessandro Di Chiara sostiene una salvezza universale in virtù del carattere tragico e soteriologico della croce. Se il teologo esclude l’incontro con alcune culture religiose, in particolare quella musulmana, viceversa il filosofo considera fondamentale il confronto e il rispetto interreligioso. E ancora: se Gianni Baget Bozzo crede che il capitalismo sia una forma di democrazia conforme alla legge naturale, viceversa secondo Alessandro Di Chiara il vero senso dell’iniziativa privata si realizza nel riconoscimento della libertà nella solidarietà.
Tante storie di vita, in cui la musica porta speranza ai bambini più disagiati; costruisce pace nei contesti più difficili; loda Dio coinvolgendo la sete di infinito degli esseri umani; afferma la dignità e il diritto alla vita di ogni persona; crea, consolida e costruisce relazioni profonde e vere. Da esse nasce un trascinante inno alla gioia.
Nel 1961, ancora prima del Concilio Vaticano II, Chiara Lubich fonda a Roma il Centro “Uno” per l’unità dei cristiani, con lo scopo di svegliare nei cristiani il desiderio dell’unità. Vede chiaramente che la messa in pratica del Comandamento nuovo di Gesù (Gv 13,34) è una strada idonea per ricomporre la piena comunione tra le Chiese. L’impegno della Lubich per questa causa rimane costante fino alla fine della sua vita e diventa uno degli scopi specifici del Movimento dei focolari. Poco prima della sua morte le viene conferito il dottorato Honoris Causa in teologia dalla Liverpool Hope University per il suo contributo “nel riunire in modo ecumenico cristiani di tutte le denominazioni”. Questo libro riporta alcuni dei suoi discorsi ed alcuni spunti in dialogo in cui esplicita il suo pensiero al riguardo. I testi sono introdotti da persone appartenenti a varie Chiese, che hanno fatta propria la spiritualità dell’unità. La prefazione è del Card. Kurt Koch, Presidente del Pontificio Consiglio per la promozione dell’unità dei cristiani (Roma) e la postfazione del Rev. Olav F. Tveit, Segretario Generale del Consiglio ecumenico delle Chiese (Ginevra). L’introduzione è di Maria Voce, Presidente del Movimento dei Focolari.