Numerosi segnali indicano che il modello scolastico tradizionale imperniato sul ruolo «educativo» dello Stato, sulla scuola edificio, sulle classi organizzate per gruppi di età, su programmi predisposti in modo uniforme e sul riconoscimento del titolo legale di studio mostra segni di invecchiamento. Secondo molti studiosi saremmo in presenza di un suo esaurimento in un futuro non si sa quanto vicino o remoto. Non solo la diffusione delle nuove tecnologie, la disponibilità in Rete di informazioni infinitamente superiori a quelle che la scuola riesce ad assicurare, ma anche il desiderio dei giovani di costruire percorsi di apprendimento in autonomia e il bisogno di veder valorizzata l'esperienza a fianco dello studio sono alcune delle ragioni che spingono verso un nuovo modello scolastico. Gli autori offrono al lettore un'ampia rassegna dei dibattiti in corso sul futuro dell'istruzione, senza tacere le difficoltà e le resistenze che possono frenare o addirittura ostacolare il cambiamento.
L'imprevista opportunità dovuta alle restrizioni imposte dalla pandemia di sperimentare un modello di apprendimento differente da quello scolastico 'in presenza' con un ampio ricorso alla Didattica a Distanza ha riacceso il dibattito sul destino della scuola cosiddetta tradizionale, organizzata in classi per gruppi di età, disciplinata da programmi predisposti in modo uniforme e legittimata dal riconoscimento del titolo legale di studio. L'interrogativo su cui è aperto il dibattito si può così sintetizzare: le esperienze innovative condotte in emergenza possono essere l'antefatto di una trasformazione scolastica in grado di dar vita a un''altra scuola'? Secondo molti studiosi non solo la diffusione delle nuove tecnologie, la disponibilità in Rete di informazioni infinitamente superiori a quelle che la scuola riesce ad assicurare, ma anche il desiderio dei giovani di costruire percorsi di apprendimento in autonomia e il bisogno di veder valorizzata l'esperienza pratica a fianco dello studio sono alcune delle ragioni che spingono verso un nuovo modello scolastico. Gli autori offrono al lettore un'ampia rassegna dei dibattiti in corso sul futuro dell'istruzione, senza tacere le difficoltà e le resistenze che possono frenare o addirittura ostacolare il cambiamento.
Tra il XVI secolo e il primo Ottocento si compie un silenzioso e profondo fenomeno: quello di una crescente alfabetizzazione e scolarizzazione e, più generale, di una maggior sollecitudine nell'educazione dei figli. Nel frattempo, si perfeziona la cultura pedagogica, che assume la fisionomia di un sapere dalle caratteristiche e dai metodi propri. Attraverso le pagine del libro (corredato da una notevole sezione antologica) scorrono le vicende alla radice della nostra cultura educativa e scolastica. Scorrono altresì le biografie, le proposte e soprattutto le vicende di educatori, intellettuali, uomini di chiesa e politici che hanno legato il loro nome alla causa dell'educazione come Comenio, Calasanzio, Locke, La Salle, Rousseau, Filangieri, Pestalozzi, Fröbel, Aporti, don Bosco.
Il volume, frutto comune della riflessione e delle ricerche di cinque studiosi, si presenta come un manuale introduttivo alla cultura pedagogica e si propone di discutere alcune questioni centrali nello studio dei processi educativi. In che senso si può oggi parlare di educabilità dell'uomo dopo la "decostruzione del fondamento". Quali sono le finalità dell'educazione, nelle società ad alta complessità e nell'epoca della frammentazione e dell'individualismo. Quali possono essere le strategie più efficaci e più rispettose delle inclinazioni personali per promuovere la crescita del carattere dell'uomo. Quali sono le competenze richieste agli educatori. Quali sono, infine, le sfide che attendono l'educazione nel prossimo futuro, segnato da nuove prospettive legate alla circolazione di pedagogie non soltanto occidentali.