Questo libro mette a tema la questione del linguaggio religioso e vuoi suggerire un modo di dire Dio che sia radicalmente non violento. Perché la Parola di Dio possa risuonare carica di senso è necessario deporre le pietre. L'allusione è a un racconto del Vangelo (Gv 7, 53-8, 11): una donna, sorpresa in adulterio, rischia di essere lapidata da un gruppo animato da zelo religioso; ma, proprio quando tutto sembra ormai perduto, di fronte a una parola autorevole e sorprendente di Gesù, sopraggiunge nel cuore di ciascuno un barlume di umanità e di verità religiosa. Deporre le pietre è necessario perché il dire religioso abbia senso. Allora come oggi.
Questo studio si pone all'incrocio tra la filosofia e la pedagogia religiosa. La spinta iniziale è venuta dalla pedagogia religiosa ispirata alla fede cristiana, e in particolare dalla sensazione che le difficoltà in cui essa si dibatte riguardino la sua stessa impostazione di fondo, che sembra non "tenere" sia in rapporto alla cultura attuale, sia in quanto cassa di risonanza della Rivelazione biblica. La sensazione si è trasformata in interrogativo: è possibile una via pedagogico-religiosa che esprima una radicale fedeltà alla rivelazione e allo stesso tempo al senso dell'umano?