Il libro, caratterizzato da profondi momenti poetici, scandaglia sapientemente il contenuto delle Beatitudini, esaltandone la potenza d'urto: tutto il vangelo è contenuto in queste otto strofe, quasi a costituirne il codice genetico.
Il libro tratta una realtà sacramentale in cui Dio si lascia "toccare" e può toccarci, una sede in cui incontrare Gesù in persona, lasciarci raggiungere da lui: il sacramento della Riconciliazione. Dopo essersi immerso nei misteri della misericordia al di fuori della quale il perdono non ha senso, il analizza il sacramento nelle due grandi dimensioni: il perdono ricevuto da Dio e il perdono offerto agli altri. Una riflessione appassionata da cui non si esce indenni.
Qual è il luogo per eccellenza dove possiamo toccare Dio oggi, se non l'Eucaristia? Giovanni Paolo II scrisse che nell'Eucaristia Dio ci mostra un amore "che non conosce misura". Le ricche meditazioni sul mistero eucaristico racchiuse in questo volume costituiscono come una "corona di dodici stelle" riunite in tre "costellazioni": la venuta di Dio nella mia carne: la sua Incarnazione; la sua Passione d'amore: la Redenzione; la sua vita gloriosa: la Resurrezione. Una riflessione amorosa da cui non si esce indenni.
Oggi leggiamo un Paolo di seconda mano, un Paolo filtrato da due millenni di letture cristiane, che hanno sovraccaricato il suo testo di luoghi comuni, immagini distorte e caricature. Paolo ha così assunto una reputazione sgradevole: l'apostolo dottrinario, irascibile, intollerante, antifemminista, antigiudaico... Dobbiamo assolutamente tornare al Paolo di Paolo. Leggere Paolo attraverso i suoi testi. E allora ci rendiamo conto che la fama che gli viene attribuita è smentita da un serio esame del suo discorso. Nel corso dei secoli, Paolo è diventato vittima dei suoi lettori. È urgente tornare alle sue parole ardenti e vivificanti. La lettura delle parole dell'apostolo è essenziale per chiunque voglia definire l'identità del cristianesimo.
Uno spettacolo teatrale e musicale ispirato al “Piccolo Principe” di Saint–Exupéry: una delle storie più amate da grandi e piccoli, una fiaba sulla vita, sull’amore, sull’amicizia, all’insegna di quello stupore e quella meraviglia di cui solo i bambini sono capaci. È un omaggio a un libro intramontabile che incoraggia a coltivare la gentilezza, a vedere con il cuore, a non fermarsi alle apparenze, a stupirsi delle piccole cose. Una fiaba che parla di cose grandi e anche difficili, come il distacco, con grande semplicità e dolcezza. Particolarmente ispirate e incisive sono le canzoni, che sottolineano i momenti più salienti della rappresentazione e sanno muovere ed evocare immagini e sentimenti, trasportandoci in un mondo incantato e sospeso, dove riaffiorano ricordi di luoghi e personaggi. Una proposta da cantare e mettere in scena con i bambini e i ragazzi, per rivivere insieme una storia poetica e senza tempo; e un CD anche solo da ascoltare, per ripercorrere attraverso le canzoni gli episodi più salienti della storia.
CONTENUTO DEL CD
Sette canzoni e sette basi musicali.
TITOLI DEI BRANI
Invisibile agli occhi – Un bambino tu – Canzone del fiore – Viaggiando – Il serpente – Se un amico – Come ridono le stelle – Basi musicali
L'importanza di accettarsi come Dio ci ha fatti, di tornare a sorridere di fronte alle meraviglie della vita e alle proprie debolezze. L'importanza di darsi agli altri per darsi a Dio, l'importanza di fare spazio in noi all'azione dello Spirito, contro la tendenza moderna a un super-attivismo che si rivela frustrante e inefficace. Questi gli spunti che F. Daniel-Ange trae dalle parole, dalla vita e dagli scritti di Teresa di Lisieux.
«Non sono un ministro di culto, non sono un medico o uno psicologo. Non ho delle certezze sulla morte e non leggerete niente che abbia a che vedere con degli insegnamenti. Faccio l'accompagnatore. Sono un uomo che, in modo scevro da dogmi, sta vicino alle persone che stanno per morire e alle loro famiglie. Sono incuriosito dalla vita: dalla nascita alla morte.» Se abbiamo una vita per prepararci alla morte perché, nella nostra società, arriviamo tutti impreparati quando si avvicina la fine? Ange Fey fa un lavoro particolare: accompagna le persone malate o anziane negli ultimi periodi della loro esistenza. Assiste, in una relazione di aiuto, non solo il moribondo, ma anche i familiari. E lo fa in una maniera sorprendente, perché non è un prete, non è propriamente uno psicologo, ma con un approccio rispettoso, profondo ed empatico si mette al servizio dell'essere umano, prepara e gestisce tutte le fasi che girano attorno al trapasso. "Alla fine si muore" è una testimonianza forte dell'intenso vissuto dell'autore, sin da quando le domande sulla morte hanno cominciato a far parte della sua vita. Un vissuto fatto di incontri struggenti e commoventi, pieni di significato, di domande appese, di constatazioni sconvenienti; un insieme di riflessioni per prepararsi non solo alla morte come evento naturale ma soprattutto per ragionare sulla vita, sulla sua complessità, sul senso biologico dell'esistenza e sul bagaglio personale che ognuno si porta appresso. Con la saggezza che deriva dall'esperienza, Ange Fey tratta un argomento universale, un grande tabù dei nostri tempi, un tema attorno al quale si muovono paure, dolori e incomprensioni.
A una lettura continua il Libro di Samuele si mostra come una storia compatta e ben costruita. E tuttavia, già a una seconda lettura appena più scaltra, si percepisce che il racconto non scorre in modo del tutto piano. Se ancora il lettore può accettare che Saul attenti per due volte alla vita di Davide con la sua lancia o che Davide per due volte rifiuti di uccidere Saul, certamente deve interrogarsi quando legge che Davide entra alla corte di Saul come musico e poi come comandante nei ranghi militari, così come deve chiedersi perché Saul, pur rigettato da Dio, continui a regnare su Israele prima di venire rigettato ancora, restando però sul trono fino alla morte. Il fenomeno del racconto "doppiamente raccontato" (M. Sternberg) non è estraneo alla narrativa biblica, tanto che lo si può considerare un espediente letterario consolidato. Nel Libro di Samuele i racconti doppiamente raccontati si fanno notare per il loro numero e per la varietà dei modi in cui la duplicazione viene realizzata. Dal complesso dell'indagine emerge che l'espediente del racconto doppio struttura il Libro di Samuele su due piani distinti, quello della narrazione degli eventi e quello della riflessione sugli eventi stessi. I racconti doppi, concentrati nei nodi più problematici, fanno appello all'attenzione, alla capacità interpretativa e al bagaglio di competenze del lettore, chiamato in causa come parte attiva del processo comunicativo.
In una celebre parabola di Gesù, un padrone affida ai suoi servi delle monete d'oro, dei talenti. Uno di loro prende la sua e la seppellisce, privandosi della possibilità di investirla e di trarne frutto. Così può capitare anche alla memoria del predicatore, se non apprende l'arte di far fruttificare quella moneta, sviluppandola e organizzandola in modo efficace: dal tesoro della sua mente lo scriba del Regno potrà trarre, al posto giusto e al momento opportuno, cose nuove e cose antiche. Questo libro guida, passo dopo passo, nella gestione della memoria propria e altrui prima, durante e dopo la predicazione. Il testo offre schemi, immagini esplicative e appendici di approfondimento.
È Natale. Carlotta corre ad aprire i suoi doni. Fra questi c'è un pigiama a pois caldo e soffice. È un "pigiama di Natale- perché in ogni pois c'è un'immagine natalizia. Quella sera, mentre in cielo c'è la luna piena, Carlotta va a dormire avvolta in quel meraviglioso pigiamino che la incuriosisce molto. Qualcosa di straordinario sta per accadere: tante storie, nuovi amici, altri luoghi renderanno questo Natale... magico. Età di lettura: da 8 anni.
6 canzoni e basi musicali (12 tracce) e booklet con i testi. Esecuzione delle canzoni: Coro "Voci di pace" diretto da Renato Giorgi. Brani: Il futuro è già arrivato - Un ricordo perduto - È la tua stella - Senza un amico - Torna il Natale - Se cento voci. Età di lettura: da 6 anni.
Due percorsi narrativi in versi, due vasti movimenti poetici che rivelano, nei termini di una insolita energia espressiva, il carattere di un autore che da sempre si è mosso con efficacia coinvolgente sul doppio registro della scrittura in versi e del romanzo. Daniele Mencarelli, con "Degli amanti non degli eroi", riesce qui a comporre un doppio quadro, con due poemetti complementari nella loro diversa fisionomia, nella linearità internamente turbata dell'ampio racconto d'amore fra due giovanissimi, in apertura, e nelle screziature interne, anche sul piano della pronuncia e della versificazione, di Lux Hotel , il testo successivo. Due impostazioni alternative, dalle aperture e dai turbamenti di "Storia d'amore", al complesso gioco metaforico del secondo poemetto, dove viene messo in risalto il tema dell'eroismo negativo nella sua connotazione guerresca, nella speranza, «meravigliosamente utopistica» come dichiara lo stesso autore in nota, «che si arrivi a un mondo dove a essere festeggiato è l'eroismo del perdono, della compassione, del coraggio che soccorre». Una straordinaria ricchezza di situazioni concrete, vissute e ritratte in vivi dettagli, nell'affiorare del «dolore che non s'affoga», caratterizza il primo capitolo, nel quale Mencarelli riprende, con sensibili, decisive modifiche, un testo apparso anni fa; mentre nel secondo, ambientato tra le luci e le ombre di un albergo di lusso, si muovono emblematici personaggi frutto di un'immaginazione quanto mai ricca e variegata. Ecco allora la figura del concierge, ecco l'ombra di un dittatore e i soldati Mercurio, Marte, Nettuno. Umani traffici e minuzie di orrori si manifestano con imprevedibili esiti nel gioco d'azzardo di Lux Hotel, realizzando un singolare e affascinante contrasto rispetto al racconto d'amore «nella sua dismisura» del primo poemetto, in un'opera poetica che conferma Mencarelli come una delle personalità di maggior spicco e solidità della nostra nuova ricerca letteraria.