In queste 101 voci napoletane Erri De Luca innesta cultura e storia di un'intera città e dei suoi abitanti. Lo fa liberamente, muovendosi da una parola all'altra in maniera apparentemente casuale - "a schiovere", come si dice a Napoli, a vanvera -, eppure tutto si tiene e diventa racconto: canzoni, film, poesie, la smorfia, ricordi d'infanzia e di una vita, curiosità linguistiche e corse di ragazzi sul basolato lucido di pioggia. "L'italiano usato in queste pagine per raccontare," scrive l'autore in apertura, "è vocabolario aggiunto, adatto alla mia indole appartata. Lingua lenta di parole piane, è opposta all'altra sbrigativa, di parole tronche. L'italiano stava per me nei libri, silenzioso, spazioso, di entroterra. Il napoletano era portuale, carico di salsedine. Dove il napoletano scortica, l'italiano allevia. Mi ci affezionai per riparo. Fuori soffiava da ogni punto cardinale il napoletano, dentro la cameretta dei libri c'era a forma d'insenatura l'italiano. Grazie allo spessore degli scaffali imbacuccava pure contro il freddo, 'o fridd'. Senza coincidere si sono dati il cambio, escludendosi. Ma in queste pagine vanno per la sola volta sottobraccio." Ad accompagnare parole e racconti, usciti nell'omonima rubrica settimanale del "Corriere del Mezzogiorno", i disegni di Andrea Serio. E ogni voce è una storia da scoprire. A schiovere. È la maniera con cui mi vengono le storie, sbucate alla rinfusa da un guizzo di ricordo.
In Italia, tra la fine dell'Ottocento e l'inizio del nuovo secolo, i territori del modernismo e del femminismo entrano in contatto. Le donne costruiscono reti relazionali in diversi contesti sociali e di classe (dame dell'aristocrazia, studiose di ceto medio, operaie istruite), attivano una ricca dialettica tra esperienze spirituali, etico-pedagogiche e artistico-letterarie, esprimono in modo innovativo l'esigenza di collegare cristianesimo e civiltà moderna ed entrano in dialogo - non separatistico, ma aperto - con le elaborazioni maschili, senza perdere il senso specificamente femminile della loro attività. Questo libro inaugura una prospettiva ermeneutica che conferma l'importanza di figure come Antonietta Giacomelli, Luisa Anzoletti, Elisa Salerno, Sofia Bisi Albini e altre, ma fa emergere anche la centralità di personalità considerate invece marginali nei precedenti studi sul modernismo italiano, come Maria Montessori e Grazia Deledda.
L’acqua compare fin da subito nella storia della Creazione: all’inizio del Libro della Genesi Dio si libra su acque misteriose e primordiali alle quali darà presto ordine e confini. Da quel momento, la presenza dell’acqua segnerà i ritmi e le fortune della vita sulla Terra. Lo sapevano bene i grandi protagonisti della Bibbia che, nel confronto quotidiano con le asperità del deserto, si fecero rabdomanti e scavatori di pozzi. Cercatori d’acqua, appunto.
Dio è preoccupato: i credenti sono sempre di meno. Perciò decide di promuovere il cristianesimo e affida la missione a Fabio, un pubblicitario ateo. Fabio ha una vita scombussolata, non si interessa del prossimo e passa tutto il tempo al bar. Il suo pregio è la battuta sempre pronta. Per entrare meglio nel "prodotto", compra un Vangelo e inizia a creare video per TikTok molto strampalati, basati sulle frasi cult di Gesù... Un romanzo serio ma leggero, che fa ridere poi, improvvisamente, commuovere. Pagine in cui scorre tutta l'umanità, la fragilità e la genialità del protagonista, a cui è impossibile non affezionarsi.
Qual è stato il contributo dei cattolici italiani ai rapporti tra Roma e Pechino nel periodo della Guerra fredda? Analizzando l'operato di diverse personalità del mondo cattolico e democristiano come Giorgio La Pira, Amintore Fanfani, Vittorino Colombo e Giulio Andreotti, il volume ricostruisce un'importante azione di promozione del dialogo tra l'Italia e la Repubblica popolare cinese sul piano politico, economico, culturale e religioso. Nel corso della Guerra fredda, Pechino venne sempre più visto come un attore fondamentale per favorire la pace e superare la divisione in blocchi. Questa convinzione permise ai cattolici italiani di andare oltre le distanze ideologiche, politiche, storiche e culturali che separavano i due Paesi, all'insegna dei valori del dialogo e della conoscenza reciproca.
Girasole, contorsionista, sonnambulo, lumaca, fantasma, speleologo... E tu? In che posizione leggi? Un libro sul piacere di leggere in 101 posizioni, dalle più comuni alle più stravaganti, illustrate da Benjamin Chaud e commentate dalle buffe note di Timothée de Fombelle. 101 posizioni da scoprire, da provare e magari da estendere. Perché la lettura non conosce limiti, né posizioni scomode.
«Non ho mai tempo per pregare. Quando ho tempo, non ho voglia. E le poche volte che ho voglia e tempo, ho mal di testa». Per molti che si riconoscono in questa situazione, il libro può essere un aiuto per cercare Dio nella vita quotidiana, attraverso gli andirivieni, gli impegni e i contrattempi. Non soltanto «nonostante» tutte le cose da fare, ma proprio nel bel mezzo della confusione che caratterizza le nostre giornate. Don Carlo De Marchi presenta queste meditazioni rivedute e adattate a partire dalla serie podcast «Meditazioni in tangenziale - per chi vuole pregare un po' a partire dal Vangelo quando rimane imbottigliato sulla tangenziale». Per cominciare o ricominciare a pregare basta rivolgersi a Gesù in qualsiasi luogo, dicendo: «Credo fermamente che sei qui, che mi vedi e che mi ascolti...».
«Dovete comprendere che Dio vi chiama per servirlo nei compiti e attraverso i compiti civili, materiali, temporali della vita umana... Dio ci aspetta ogni giorno». Amare il mondo appassionatamente, "Vita d'orazione" e "Verso la santità" sono le più celebri omelie del fondatore dell'Opus Dei, un'efficacissima sintesi del suo pensiero, orientato a far riscoprire a ogni cristiano il senso della filiazione divina, la santificazione del proprio lavoro, nonché l'indispensabile ruolo dei fedeli laici nel mondo contemporaneo.
Josemaría Escrivá expone en esta Carta las características del diálogo evangelizador con aquellos hombres y mujeres que buscan acercarse a la fe de la Iglesia.
«Recogemos en este libro una carta de san Josemaría sobre la caridad en la transmisión de la fe. Está fechada el 16 de julio de 1933. Expone cómo debe ser el diálogo evangelizador con los hombres y mujeres que se quieren acercar a la fe de la Iglesia, conjugando el espíritu de comprensión y de respeto a la libertad de las conciencias, con la fidelidad al depósito de la fe. Está publicada con el n.º 4 en Cartas I (Rialp, 2020)» (Nota de Luis Cano).
La Carta describe el carisma recibido por Josemaría Escrivá sobre la llamada de los fieles laicos a la santidad en medio del mundo y al compromiso evangelizador en favor de toda la Iglesia.
“Recogemos en este libro un escrito de san Josemaría que describe, en sus rasgos fundamentales, el carisma recibido el 2 de octubre de 1928 sobre la llamada de los fieles laicos a la santidad en medio del mundo y al compromiso evangelizador en favor de toda la Iglesia. Ha sido ya publicado con el nº 1 en el libro Cartas (I), editado por Rialp en 2020” (Nota de Luis Cano).
En esta Carta, Josemaría Escrivá destaca algunos temas como la santidad y el apostolado como marco de la vida ordinaria, o la humildad como fundamento de todo progreso espiritual.
Josemaría Escrivá analiza en esta Carta la necesidad de la humildad y los obstáculos que pueden presentarse: miserias, oscuridad, aridez, tentaciones, desaliento, fracaso.
“Recogemos en este libro una carta de san Josemaría sobre la importancia de la humildad en la vida espiritual. Está fechada el 24 de marzo de 1931. Existe un comentario oral de san Josemaría a esta carta, grabado en cinta magnetofónica, durante la reunión de consiliarios de las diferentes regiones del Opus Dei, en enero de 1966, cuando les entregó este documento. Está publicada con el n.º 2 en el libro Cartas (I), editado por Rialp en 2020” (Nota de Luis Cano).
En esta Carta, Josemaría Escrivá destaca algunos temas como la relación entre la humildad y la gracia, los principales obstáculos de la vida espiritual o la virtud de la sinceridad como medio para conseguir la humildad.