I bambini fanno domande. A volte imbarazzanti, stravaganti, definitive. Vogliono sapere perché nasciamo, dove andiamo dopo la morte, perché esiste il dolore, cos'è la felicità. E gli adulti sono costretti a trovare delle risposte. È un esercizio tra la filosofia e il candore, che ci obbliga a rivedere ogni volta il nostro rassicurante sistema di valori. Perché non possiamo deluderli. Né ingannarli. Siamo stati come loro non troppo tempo fa. Dell'invecchiare, dell'essere fragili, inadeguati, perfino del morire parliamo ormai di nascosto. Ai bambini è negata l'esperienza della fine. La caducità, la sofferenza, la sconfitta sono fonte di frustrazione e di vergogna. L'estetica dell'eterna giovinezza costringe molte donne nella prigione del corpo perfetto e le inchioda dentro un presente mortifero, incapace di darci consolazione, perfino felicità. In questa intensa, sorprendentemente gioiosa inchiesta narrativa, Concita De Gregorio ci chiede di seguirla proprio in questi luoghi rimossi dal discorso contemporaneo. Funerali e malattie, insuccessi e sconfitte, se osservati e vissuti con dignità e condivisione, diventano occasioni imperdibili di crescita, di allegria, di pienezza. Perché se non c'è peggior angoscia della solitudine e del silenzio, non c'è miglior sollievo che attraversare il dolore e trasformarlo In forza.
È un paese che si ripete, un paese che si morde la coda, un paese senza tempo. L’Italia sembra sempre uguale. scandali sui giornali, trame oscure, crisi economiche. Calamità ambientali, disastri morali, corruzione. Sì, in Italia il tempo sembra essersi fermato. Le lotte intestine della politica, i temi – la tv, la magistratura, l’informazione a rischio –, i protagonisti: sempre gli stessi. In un innovativo modo di fare storia attraverso la cronaca – attraverso vent’anni di pezzi usciti su la Repubblica, ognuno frammento dell’interminabile crisi italiana – Concita De Gregorio coglie questo aspetto del paese. C’è stata una Prima repubblica e poi una Seconda. Ci sono stati molti governi. Si è parlato quasi ogni giorno di riforme. Ma niente da fare, è tutto uguale. Questo è un paese senza tempo.
La storia di Brooke Shields, una delle donne più belle del mondo, che partorisce a 38 anni la piccola Rowan e non smette di piangere dal primo istante in cui gliela mettono in braccio e scivola in una tremenda depressione da cui si riprenderà solo molti mesi dopo, e quella di Valentina Vezzali, il "cobra", che dopo appena diciotto giorni dalla nascita del figlio Pietro riprende gli incontri di scherma e le bastano tre mesi di allenamento per vincere i campionati del mondo. La storia delle madri di Plaza de Mayo, a cui la dittatura argentina ha rubato i figli, capaci di un amore assoluto per le proprie creature scomparse, perché l'amore materno perfetto è solo quello per chi non c'è più, e quella di Mercè Anglada, ostetrica di 44 anni, che per aver dedicato l'intera vita a far nascere i figli degli altri non si è mai sposata e non ne ha mai avuti di propri. Storie di madri e di maternità, storie di amore e di paura, storie di gioia e di terribili depressioni. Concita De Gregorio compie un viaggio, attraverso venti racconti di maternità, in una realtà circondata da moltissimi luoghi comuni, per cercare di dare voce a una realtà silenziosa: la fatica di essere madri in un mondo in cui per le madri non c'è posto.
Il racconto segue gli avvenimenti di Genova, giorno per giorno, ora per ora. Ci restituisce l'atmosfera, la passione, la paura dei poliziotti e dei manifestanti, dei capi di stato e dei cittadini. L'autrice non nasconde la sua indignazione per la violenza della polizia (soprattutto durante l'irruzione notturna alla scuola Diaz), ma ricostruisce tutte le posizioni in campo.