E se la fine in realtà fosse solo l'inizio?
Il confronto di Hegel con la filosofìa di Spinoza costituisce un passaggio classico della storia della metafisica moderna. Questo libro, descrivendo il dialogo serrato fra i due filosofi, prova anche a immaginare le possibili risposte del filosofo olandese alle critiche hegeliane. Punto d'incontro e di scontro del dialogo, che dà unità al lavoro, è la lettura dell'età nuova, di quel tempo moderno in cui ambedue i filosofi sono immersi in momenti diversi del suo divenire: il tempo in cui nasce e si sviluppa la nuova scienza che contribuisce alla crisi radicale della vecchia metafisica. Le domande diventano inquietanti e per molti aspetti decisive per lo sviluppo del pensiero: come si salva e si fonda la finitezza umana in un mondo che andava perdendo tutte le sue garanzie consolidate e i suoi presupposti? Quali risposte i due filosofi apprestano alla crisi che accompagnò l'età nuova? Hegel e Spinoza vengono confrontati fra loro, e con i loro interlocutori principali, Cartesio e Kant anzitutto, qui visti, di riflesso al tema principale, come altre vie per rispondere all'irruzione del Moderno. L'ispirazione che unisce Hegel a Spinoza sta nella coscienza dell'inquietudine che attraversa il finito, nella continua tensione che percorre la sua negatività - potente e fragile insieme - nello sforzo di pensare quell'Uno in relazione a cui vive, per loro comune giudizio, il molteplice delle cose esistenti.
Natale 1931. Mentre la città si prepara alla prima di "Natale in casa Cupiello", dietro l'immagine di ordine e felicità imposta dal regime fascista infieriscono povertà e disperazione. In un ricco appartamento vicino la spiaggia di Mergellina sono rinvenuti i cadaveri di un funzionario della Milizia, Emanuele Garofalo, e di sua moglie Costanza. La donna è stata sgozzata con un solo colpo di lama, quasi sull'ingresso, mentre l'uomo è stato trafitto nel letto con oltre 60 coltellate. Colpi inferti con forza diversa: gli assassini potrebbero essere più d'uno. La figlia piccola si è salvata perché era a scuola. La statuina di san Giuseppe, patrono dei lavoratori, giace infranta a terra. Sulla scena del delitto, Ricciardi, che ha l'amaro dono di vedere e sentire i morti ammazzati, ascolta le oscure ultime frasi della coppia, che non gli dicono granché. Il commissario dovrà girare a lungo, e sempre più in corsa contro il tempo, per le strade di Napoli per arrivare alla verità. In compagnia del fidato, ma non privo di ombre, brigadiere Raffaele Maione, che in questo romanzo conquista un deciso ruolo di comprimario. E insidiato nella sua solitudine da una altrettanto inaspettata rivalità tra due giovani donne che più diverse non si potrebbe. Tra le casupole dei pescatori immiseriti e gli ambienti all'avanguardia della Milizia fascista, una città sempre più doppia e in conflitto avvolge Ricciardi e Maione in spire sempre più strette.
Il messaggio teologico dell'opera di Luca (Vangelo e Atti) conserva nel tempo grande attualità e la figura stessa dell'autore sacro non perde il suo fascino: storico e teologo, attento osservatore e interprete del mistero di Dio sull'uomo, Luca emerge per la sua singolarità e, al contempo, non può che essere letto nel più ampio contesto delle voci teologiche del Nuovo Testamento. A partire da precisi riferimenti e raffronti testuali, il volume introduce e orienta il lettore alla scoperta dei temi fondamentali della visione teologica di Luca: la salvezza universale, la figura di Gesù Cristo, lo Spirito Santo, il Regno di Dio e la Chiesa. Pubblicata la prima volta nel 1992 e non più disponibile da tempo, la monografia di padre Bottini è divenuta ormai un classico. Questa edizione include una Postfazione dell'Autore, che completa e aggiorna la già accurata panoramica sulla storia dell'interpretazione dell'opera lucana.
"Don Bosco era un narratore straordinario. I suoi racconti erano così interessanti che molti insistettero perché li scrivesse. Affascinanti come sempre, li trovi (ritoccati rispetto alla lingua del 1800 quando Don Bosco scriveva) in questo libro. Riascolterai la sua parola viva e, con i racconti, sentirai i consigli che egli dava ai suoi ragazzi. Sentirai soprattutto battere il suo cuore immenso per i ragazzi di ieri e di oggi."
Il manuale illustra a psicologi e psicoterapeuti come lavorare in area clinica utilizzando un impianto teorico fenomenologico-esistenziale. L'autore, appoggiandosi su chiavi di lettura che vedono nel dialogo tra sé e sé e tra sé e l'altro il centro di qualsiasi processo di cambiamento, offre chiare indicazioni operative attraverso la trascrizione di sedute commentate e collegate, di volta in volta, al presupposto teorico di riferimento. L'autore è un noto psicoterapeuta a cui fanno capo numerose scuole di psicoterapia e di counseling dislocate su tutto il territorio nazionale e all'estero (Portogallo, Spagna, Messico, Polonia, Brasile, Thailandia...) ed è riconosciuto a livello internazionale come uno dei più autorevoli terapeuti di orientamento gestaltico con approccio fenomenologico-esistenziale.
Il Cantico spirituale del grande mistico spagnolo (1542-1591) - fondatore dell'Ordine dei Carmelitani Scalzi, santo e dottore della Chiesa, considerato uno dei maggiori poeti in lingua spagnola - nasce come poesia nel carcere di Toledo, dove furono composte le prime 31 strofe, mentre le restanti (32-40) con il relativo commento dell'opera sono il lavoro svolto a Granada.
Il Cantico non viene composto come opera dottrinale, ma è, prima di tutto, un canto d'amore sgorgato nello spazio dell'orrore della prigionia, che narra l'esperienza dell'unione trasformante tra Dio e Giovanni a partire dall'interscambio dell'amore. Esso rappresenta l'icona più bella dell'uomo Giovanni della Croce, non solo perché riflette la bellezza della sua capacità di amare e di lasciarsi amare, richiamando l'esperienza biblica del Cantico dei cantici, ma anche per il fatto che comunica un clima positivo, rispetto a quello della Salita e della Notte, facendo trasparire che l'uomo mistico è uomo felice perché innamorato.
La specificità della traduzione di Luisito Bianchi sta nell'estrema fedeltà al pensiero dell'autore, ma soprattutto nello sforzo di aderenza al suo stile (rispetto dell'andamento sintattico, con tutte le subordinate, gli incisi, le ripetizioni, le riprese del pensiero).
Sommario
Nota preliminare (L. Bianchi). CANTICO SPIRITUALE. Prologo. Strofe tra l'anima e lo sposo. Argomento. Commento delle strofe d'amore fra la sposa e lo sposo Cristo. Giovanni della Croce (1542-1591). Notizia storica e letteraria.
Note sul traduttore
LUISITO BIANCHI è nato a Vescovato (CR) ed è sacerdote dal 1950. È stato insegnante e traduttore, prete-operaio e inserviente d'ospedale. Attualmente svolge funzione di cappellano presso il monastero benedettino di Viboldone, nel comune di San Giuliano Milanese (MI).
Il volume presenta, in forma completa, il fitto e ricco magistero di Giovanni Paolo II sull'Azione Cattolica, attraverso i tanti momenti di incontro avuti con l'associazione durante il suo lungo pontificato. Più che un insieme di tessere che, accostate tra loro, restituiscono un'immagine compiuta, come in un mosaico, i discorsi, le omelie, le lettere, i messaggi raccolti nel volume seguono il ritmo di un cammino che, anziché appesantirsi con il tempo, si fa più sciolto nel crescendo di dialoghi e di insegnamenti. Un cammino iniziato nel dicembre del 1978 con una "udienza memorabile", che fu "doppiata" tra Piazza San Pietro e l'Aula Paolo VI per la risposta inaspettata dell'associazione all'incontro con il giovane Papa, e culminato con il "testamento accorato" regalato da Giovanni Paolo II all'Azione Cattolica nel settembre del 2004 a Loreto, nella sua ultima uscita da Roma, quando fissò un'immagine rimasta indelebile come l'eredità più preziosa: "Il dono più grande che potete fare alla Chiesa e al mondo è la santità".
È difficile circoscrivere in un volume la ricchezza di un dialogo da sempre oggetto di dibattito, qual è la "Repubblica" di Platone. Ferrari intende presentare i nodi fondamentali di quest'opera discutendola nella sua interezza, intrecciando tematiche e passi anche tra loro apparentemente assai lontani, e vi riesce individuando due linee compositivo-argomentative come filo rosso di tutti i libri del dialogo. La prima è il ruolo storico e drammaturgico assunto dai due fratelli di Platone, Glaucone e Adimanto; un ruolo messo a fuoco nella Lettura prima, che fa da introduzione alle tre restanti, soprattutto con riflessioni originali che inquadrano i due giovani nello scenario politico-sociale del loro tempo. La seconda è l'analogia anima-città che, a partire dalla Lettura seconda, diventa la sua stessa chiave interpretativa della Repubblica. A emergere è l'importanza di questo dialogo non soltanto come testo politico ma anche e soprattutto morale: nell'analogia anima-città si scorge l'asimmetria tra l'umano e il divino, la condizione degli uomini tesi a imitare un modello pur sapendo che esso realizza una perfezione mai del tutto raggiungibile. La perfezione, che è solo della condizione divina, viene ribadita dall'ordine di ubbidire al 'nous', alla nostra anima immortale, sia per la sfera pubblica sia per quella personale.