La confezione include la nuova edizione di "Tolkien il mito e la grazia" e "La mappa de «Lo Hobbit»".
Mary Godwin Shelley, una ragazza non ancora ventenne, duecento anni fa diede alle stampe un romanzo destinato a diventare una delle opere letterarie più singolari della Modernità: Frankenstein, il cui sottotitolo, Il moderno Prometeo, faceva intravedere la grande portata del romanzo, gli echi delle grandi opere che lo avevano influenzato, le suggestioni delle scoperte nel campo della fisica e della chimica e quella componente gotico-romantica che solo in un animo sensibile e appassionato poteva sintetizzare la pienezza del sublime. Mary visse in un periodo di grandi rivolgimenti, storici, sociali e soprattutto scientifici. Un periodo dove già iniziava un dibattito etico derivato dalle nuove straordinarie scoperte che avevano suscitato molte domande sui confini tra la vita e la morte e il potere su di essi degli scienziati.Mary scelse di raccontare questi dubbi e queste angosce in un romanzo che diverrà il capostipite del genere fantastico-gotico, nonché della narrativa di fantascienza.A duecento anni dalla pubblicazione il romanzo della Shelley continua a interpellare le coscienze, ad affascinare i lettori, a ispirare il cinema, la musica, la letteratura.
La pubblicazione del "Dottor Zivago", nel 1957, è uno degli eventi chiave della storia culturale del ventesimo secolo. Sullo sfondo, l'Europa lacerata dalla Guerra fredda, lo scontro senza esclusione di colpi tra Usa e Urss, il silenzio minaccioso che la Cortina di ferro aveva calato sull'intero blocco sovietico. Sfidando la censura e le ritorsioni del Cremlino, Pasternak riesce ad affidare il suo manoscritto al giovane Giangiacomo Feltrinelli, che aveva appena fondato la casa editrice e che di lì a poco avrebbe dato alle stampe la prima edizione mondiale del romanzo. A sessant'anni di distanza Paolo Mancosu rivela i retroscena di quell'avventura editoriale e culturale, politica e diplomatica, individuale e collettiva, portando alla luce un intrigo internazionale che ha visto coinvolti spie e intellettuali, nonché politici e governi di molti paesi. L'Unione Sovietica non voleva che il libro fosse pubblicato. Il Partito comunista italiano esercitava le sue pressioni allineandosi con Mosca. Giangiacomo Feltrinelli organizzava la sua personale controffensiva mobilitando un gruppo di editori internazionali di primissimo piano a sostegno della propria impresa, una sfida visionaria alla censura sovietica destinata a incontrare un successo di pubblico ineguagliato nella storia dell'editoria di quegli anni. Premessa di Carlo Feltrinelli.
Gigante assoluto della nostra storia letteraria, Dante è anche considerato a buon diritto il padre della lingua italiana: è con lui che si realizza la vittoria del volgare toscano e, insieme, il declassamento a dialetto di ogni altra parlata italiana. Nato e formatosi nella Firenze della seconda metà del Duecento, Dante fu testimone diretto dell'ascesa dell'idioma volgare, che andò via via imponendosi a tutti i livelli, sia negli usi pratici che in quelli letterari. E fu appunto il volgare che egli scelse, legittimò e raffinò come strumento espressivo nelle sue opere, dalla "Vita nuova" al "Convivio", alle liriche e alla definitiva consacrazione della "Commedia". ln questo libro l'autrice traccia un profilo della lingua dantesca, di cui vengono illustrate le caratteristiche morfologiche, lessicali, sintattiche e stilistiche. L'utile antologia finale esemplifica e commenta concretamente la ricostruzione linguistica fornita nella prima parte.
Rilettura dei temi cristiani nell'opera di J.R.R.Tolkien, in una edizione ampliata rispetto alla prima.
L'elemento religioso nasce dal desiderio di comunicare la Verità attraverso simboli e visioni. Il volume presenta al lettore un'esauriente biografia di Tolkien e fornisce un aiuto alla comprensione del mondo simbolico da lui creato. Il nuovo capitolo riguarda l'inedito di Tolkien, dal titolo I figli di Hurin.
"Il Vangelo - scriveva Tolkien - è la più grande Fiaba, e produce quella sensazione fondamentale: la gioia cristiana che provoca le lacrime perché qualitativamente è simile al dolore, perché proviene da quei luoghi dove gioia e dolore sono una cosa sola, riuniti, così come egoismo e altruismo si perdono nell'Amore".
Giuda e la Maddalena, Beatrice Cenci e Manzoni: sono alcuni dei personaggi che Orvieto sottopone a una prospettiva ribaltata sui buoni e i cattivi della storia. L’autore s’interroga in maniera leggera ma puntuale sulla funzione e la natura di alcuni protagonisti scelti nell'arco millenario della nostra cultura e letteratura, mettendone in evidenza gli aspetti meno considerati o meno noti, per esaminarne le sfaccettature che una lettura unidimensionale spesso non permette di cogliere. Uomini e donne spesso bersaglio del tiro incrociato di colpevolisti e innocentisti, che ha manomesso l’esito della sentenza storica e morale. Sono personaggi dislocati in varie epoche, dalla Bibbia ai secoli a noi prossimi. Troviamo quindi: la figura di Giuda, in bilico tra il traditore o spalla di Cristo. La Maddalena, sospesa tra peccato e santità. La famigerata Beatrice Cenci, presunta assassina del padre stupratore che ha affascinato molti scrittori. Ma anche l’antifemminismo di Rousseau, la perfidia di Manzoni pessimo padre (lasciò morire la figlia Matilde senza andare a trovarla, lei che lo invocava), il Candido di Voltaire.
"Mi pare che nella Trilogia ci sia abbastanza luce per chi voglia scorgere qualcosa che riguardi l'uomo contemporaneo e abbastanza oscurità per chi non intenda vedervi nulla: io riconosco nell'opera calviniana un triplice trattato di antropologia in cui l'autore, forse inconsapevolmente, si concentra sulla condizione dell'uomo post-moderno per coglierne le inquietudini, le incoerenze e le contraddizioni. Nel visconte, nel barone e nel cavaliere traspaiono tre emblemi della crisi che l'uomo, oggi, vive; tre simboli liquidi della nostalgia per uno stato d'armonia smarrito e dell'aspirazione a una condizione di completezza perduta. Come i personaggi della Trilogia anche l'uomo contemporaneo vive in bilico: emarginato ai bordi dell'universo in cui è costretto a sussistere senza un perché, egli si trova attualmente di fronte a un bivio, quello che propone l'alternativa radicale tra l'essere-di-più e il non-essere-mai-più" (dall'"Introduzione").
Paola Giovetti accompagna il poeta nel suo celebre viaggio dalle Alpi fino alla Sicilia, con attenzione particolare per la città di Roma, dove Goethe visse durante la maggior parte del tempo che trascorse in Italia. Ripercorre le emozioni e il significato che il grand tour ebbe per lui, cercando di capire perché fu un evento fondamentale, una vera e propria cesura con ciò che era avvenuto prima, un mutamento radicale che si ripercosse poi in tutti i successivi anni della sua vita. Emerge così la complessa personalità dell’uomo, che nella distanza temporale si è rivelato sempre più universale, un modello avanti anni luce rispetto ai suoi tempi e anche rispetto ai nostri. Goethe non fu, infatti, soltanto il grande poeta, il saggio maestro di vita che tutta l’Europa conobbe: fu il prototipo di un nuovo modello umano al quale ancora aspiriamo, l’uomo costantemente attivo, che non cessa mai di ricercare, indagare, scoprire, il grande europeo capace di far sua la sapienza dell’antichità, dell’Occidente e dell’Oriente, e insieme il grande educatore delle generazioni future. Concreto e realista, Goethe credeva nell’azione creativa, nell’operosità instancabile; conosceva tutti gli errori, le tentazioni, gli abissi dell’anima, ma seppe portarli all’armonia e trasformarli in ricchezza.
Un omaggio al grande scrittore siciliano, un itinerario nel suo universo umano e artistico condotto attraverso le parole e i ricordi di importanti scrittori, giornalisti, personalità del mondo della cultura e dello spettacolo.
Andrea Camilleri, in quasi cinquant’anni di attività, ha esplorato forme espressive diverse – dalla poesia alla narrativa, dalla drammaturgia alla sceneggiatura per il cinema e la televisione –, riuscendo a incidere più di altri sul costume, il dibattito culturale e l’immaginario di un intero Paese. Ci ha lasciato una produzione letteraria straordinaria, personaggi e storie indimenticabili approdati con successo anche in tv, una lingua nuova, magnifica, e uno sguardo sempre acuto sulla realtà.
Ogni contributo della raccolta esplora un territorio, un campo semantico dell’ “arcipelago Camilleri” – dalla Sicilia alla Storia, dall’Eros alla Mafia e molto altro – e ci accompagna in un viaggio alla scoperta di uno degli uomini più rappresentativi e amati del nostro tempo.
Contributi di Paolo Di Paolo, Giancarlo De Cataldo, Stefano Massini,Piero Melati, Marino Niola, Stefano Salis, Giovanni De Luna, Valentina Farinaccio, Elvira Seminara, Lirio Abbate e altri.