Un cammino di preghiera guidato da qualificati esponenti della Chiesa latinoamericana.
La storia della fuga di Enea da Troia in fiamme e della fondazione, dopo molte peripezie e battaglie, di Roma, fu scritta da Virgilio tra il 29 e il 19 a.C. e rimase incompiuta per la morte dell'autore all'età di cinquantuno anni. Nei secoli, generazioni e generazioni di lettori si sono formate, commosse e divertite sulle pagine dell'"Eneide". Come scrisse il poeta Thomas S. Eliot, nella celebre conferenza "What is a classic?", tenuta a Londra il 16 ottobre 1944, mentre la barbarie infuriava nel mondo: "In lui si riassumono tanti simboli della storia d'Europa e rappresenta valori europei tanto essenziali [...]. Nessuna lingua moderna può sperare di produrre un classico in questo senso. Il nostro classico, il classico di tutta l'Europa, è Virgilio".
Attraverso le vicende tormentate delle grandi guerre civili che segnarono a Roma la fine della Repubblica e l'avvento del principato, l'opera di Virgilio - dalle "Bucoliche", alle "Georgiche" e all'"Eneide" - racchiude i segni dell'evoluzione della sua sofferta ricerca di senso. La traduzione di Daniele Ventre restituisce, insieme agli effetti stilistici e alla sonorità dei testi originali, il fascino dell'universo poetico di Virgilio.
E’ un viaggio, questo, che attraversa i due Testamenti, il primo e il nuovo, alla ricerca della relazione tra giustizia e pace. Nella storia di Israele, se il richiamo del primato di Dio e della sua giustizia, nei testi profetici e sapienziali, è una costante, la pace, frutto della giustizia, è collegata alla figura messianica del “Principe della pace”.
Una vita senza problemi! E chi non la vorrebbe? Da un lato è utopia, si sa. Eppure la nostra vita potrebbe essere meno problematica di quanto non ci appaia ora. Ciò che ci impedisce di risolvere grattacapi, difficoltà e seccature di varia natura è il fatto che solitamente ne cerchiamo la soluzione sulla base di un'analisi ingannevole, fondata su una cattiva comprensione e lettura delle circostanze o del contesto. Ma c'è di più: siamo abituati a concentrarci sulla ricerca delle spiegazioni (perché ho questo problema?) anziché delle soluzioni (come posso risolverlo?). La chiave per trasformare la nostra vita, e stare meglio, consiste piuttosto nel cambiare il punto di vista e porre fine ai nostri comportamenti limitanti, alle abitudini di pensiero insidiose e ai ragionamenti illusori. Grazie agli spunti e ai consigli chiari e sintetici che l'autore propone, ci accorgeremo di come e in quale misura noi stessi creiamo e alimentiamo i nostri problemi nel tentativo di risolverli, e saremo orientati verso un percorso semplice ed efficace che ci porterà a soluzioni durature.
Il commento esegetico e spirituale alle lettere paoline. Le due lettere a Timoteo e la lettera a Tito («Lettere Pastorali») sono scritti attribuiti dalla tradizione ecclesiale all'Apostolo, ma redatti posteriormente nell'ambito della cerchia paolina della successiva generazione cristiana. La singolarità di queste lettere, indirizzate a due pastori di comunità (Efeso e Creta), consiste in una raccolta di istruzioni e di ordinamenti che riguardano molteplici aspetti della vita ecclesiale: la preghiera, l'evangelizzazione, il primato della Sacra Scrittura, la custodia dottrinale, il periodo delle eresie incipienti, la successione apostolica e le funzioni ministeriali, la visione "familiare" della Chiesa, le situazioni sociali dei credenti, il ruolo ecclesiale della donna, il rapporto con l'autorità costituita. La Seconda Lettera a Timoteo è ritenuta il "testamento spirituale" dell'Apostolo, la cui missione prosegue attraverso il cammino dei credenti e dei loro pastori.
Poema in dodici libri, composto fra il 29 e il 19 a.C, anno della morte di Virgilio. Nella prima parte Enea e i superstiti Troiani, sfuggiti all'incendio di Troia e al massacro inferto dagli Achei, vanno peregrinando sul mare. Nella seconda parte del poema, approdati nel Lazio, sono costretti a lottare contro le genti locali riportando una faticosa vittoria, ma per volere degli dei, il nome e la lingua troiana scompaiono. Iulo Ascanio, figlio di Enea, edificherà Alba Longa, da cui, dopo diverse generazioni, Romolo fonderà Roma. Dall'unione dei Troiani con i Latini nasce la civiltà romana.
Se Virgilio non avesse scritto le Bucoliche, fidando nella sua audace giovinezza, il cammino della poesia occidentale sarebbe stato assai differente. Subito lettissime, imparate a memoria, studiate, le ecloghe vivono di suoni, descrivono frammenti di paesaggi e di vita rustica, parlano di boschi, greggi e amori e al contempo riescono a evocare la dimensione del mito. Il misterioso Sileno, Titiro e Melibeo, Dafni sono tutte figure che hanno la concretezza del gesto e della parola, ma che pure si muovono in uno spazio attraversato dalla divina forza del canto, in una natura che risuona e partecipa dei sentimenti umani: e allora il puer, l'astro di Cesare, il dio della prima ecloga divengono essi stessi vividi, evidenti. Ma Virgilio ha voluto anche distogliere lo sguardo dai simboli e dai miti, dal canto che è quasi magia: e ha visto la guerra, il dolore, l'esilio. Se Roma, con gli dei che la abitano, appare come una luce salvifica, essa è pur sempre parte di un meccanismo, o forse di un caos, che ha portato all'ingiustizia. Testo profondamente "augusteo", le Bucoliche sono state pensate e scritte in un'epoca dai caratteri ancora molto incerti, prima che Augusto fosse soltanto immaginabile. Anzi, Virgilio ha contribuito ad inventare l'età augustea.