"Per Le vie dell'altro mondo" studia essenzialmente il tema dell'animale guida: esamina, cioè, quella foltissima galassia di storie, di ogni tempo e di ogni paese, in cui una bestia, per lo più inseguita da un cacciatore, si trasforma improvvisamente nel conduttore fatato che dischiude a chi lo insegue le porte di una dimensione arcana. Di per sé, questo tema - squisitamente sciamanico - è collocabile al centro di un'antichissima tradizione animalistica che, elaborata nelle sue linee fondamentali all'interno delle culture di caccia, è sopravvissuta sino alle soglie della modernità all'interno di generi come il mito, la fiaba o il romanzo arturiano.
Non una “fragilità bella”, perché non è vero; e neppure una “bellezza fragile”. La fragile bellezza è il titolo del concorso promosso dal Centro Girola della Fondazione Don Carlo Gnocchi al quale sono pervenuti 159 racconti poetici, una parte dei quali è ora pubblicata nel volume.
La lettura dei testi ‚Äì scrive Mario Mozzanica nell ºIntroduzione - ¬´daÃÄ una conferma eccezionale: il malato, il fragile, il disabile, in non autosufficiente non diventa mai, come nella cultura corrente, un sostantivo. Resta sempre un aggettivo, che qualifica una persona nella sua irriducibile irripetibilitaÃĬª.