Ogni giorno ci capita di incontrare qualcuno che è Altro da noi, la qual cosa ci mette in difficoltà. Il punto è che, nell'incontro con il differente/diverso, il problema non è rispondere alla domanda "chi sei Tu?", oppure "chi sono Io?", perché confrontarsi sulle identità serve a poco se vogliamo comprenderci. Piuttosto la domanda da porsi è: "chi sono Io per Te e chi sei Tu per Me?", cioè chiederci quale sia la nostra relazione. Nella relazione c'è un confine che ci divide, il quale a seconda di come lo trattiamo può generare incomprensioni e conflitti o, al contrario, dei beni relazionali. Tale confine, per l'Autore del libro, è un effetto emergente, il Terzo fra l'Io e l'Altro, da cui dipende l'identità di ciascuno. Solo nel prenderci cura del confine come relazione in cui viene elaborata l'alterità è possibile riconoscere l'Altro, e quindi Noi stessi, trovando in questa relazione il senso di che cosa significa essere umani.
Come sarà la vita sociale quando la pandemia del Covid-19 sarà stata debellata? Ritorneremo alla vita "normale" di prima, in continuità con i miti moderni del benessere e del progresso, o dovremo adottare un altro modus vivendi? Il libro intende mostrare che la pandemia ci ha rivelato qualcosa che la modernità ha rimosso: la realtà delle relazioni sociali. È attraverso le relazioni che le epidemie di ogni genere si diffondono. Serve una nuova visione creativa e soprannaturale delle relazioni affinché siano portatrici di bene. Il libro spiega come e perché possiamo uscire dalle pandemie con una visione relazionale della vita umana e dell'organizzazione sociale.
Da alcuni anni le scienze sociali hanno "scoperto" un tipo di beni che non sono né cose materiali, né idee, né prestazioni, ma consistono di relazioni sociali, e per tale ragione sono chiamati "beni relazionali". Riguardano tutte quelle relazioni che fanno fiorire le persone. Realizzano una "vita buona" e una "società buona", e in particolare una democrazia matura. Si tratta di esplorare queste realtà, a cui sono interessate un po' tutte le discipline che riguardano la vita sociale (in particolare sociologia, psicologia, economia, politologia, filosofia, pedagogia), per comprendere quale sia il loro apporto pratico. Il libro presenta una teoria generale dei beni relazionali. Segnala esempi concreti. Chiarisce chi e come li può creare. In breve, offre prospettive di azione per tutte le forme di organizzazione sociale che vogliano essere generative di beni, anziché di mali, personali e collettivi.
Il lavoro è una questione sociale "emergente" in due sensi: da un lato, ci troviamo di fronte a rischi crescenti di disoccupazione e alla diffusione di lavori precari, sfruttati, alienati; dall'altro, nonostante tutto ciò, assistiamo all'emergere di una gamma di potenziali lavori "virtuali" propri di un'economia dopo-moderna. Questi due processi sono correlati fra loro. Ciò che li connette è l'affermarsi di una società reticolare che richiede una nuova soggettività dell'agire lavorativo e forti innovazioni nelle forme organizzative. Per comprendere questa trasformazione epocale occorre considerare il lavoro come relazione sociale, anziché come mera prestazione, nella prospettiva di un'economia relazionale.
La vita umana è appesa al filo delle relazioni, quelle con sé stessi, con gli altri e con il mondo. Eppure di queste relazioni sappiamo poco o nulla. Le usiamo, ma non le vediamo. Di solito pensiamo che tutto dipenda dagli individui e solo da essi. Oppure pensiamo che ciò che accade sia dovuto alle 'strutture' della società. Il fatto è che pensare la relazione in sé stessa, e ciò che genera, significa affrontare un enigma che ci rende muti, incerti, disorientati. La modernità ha rifiutato di confrontarsi con l'enigma della relazione. Si è rifugiata nell'autoreferenzialità del Soggetto individuale. La globalizzazione fa esplodere le relazioni sociali, soprattutto virtuali, e così moltiplica a dismisura gli enigmi che portano con sé. Le conseguenze si constatano oggi nei vuoti esistenziali, nella frammentazione e nella solitudine di un numero crescente di persone. La ragione occidentale è in declino e non potrà più essere un motore di civiltà se non sarà capace di affrontare gli enigmi insiti nel 'vivere in relazione'. Ma com'è possibile rispondere alle sfide degli enigmi nascosti nelle relazioni sociali generate dalla società emergente?
Con l'espressione "relazione sociale" indichiamo qualcosa che a volte appare superficiale e a volte determinante per la nostra vita. Le scienze sociali affermano che questo è proprio il loro oggetto di studio, tuttavia sovente non riescono a darne una rappresentazione adeguata. Nell'approfondire i modi in cui la nostra società modifica continuamente le relazioni interpersonali e strutturali, cercandone una umanizzazione, il volume propone una teoria generalizzata della relazione sociale, utile in tutte le discipline sociali.
Il libro presenta la sociologia come scienza della società che cambia. Oggi più che mai, i rapidi cambiamenti sociali e culturali portati dalla globalizzazione segnano una transizione, unica nella storia, che richiede nuovi strumenti analitici e interpretativi per essere compresa a fondo. La chiave originale del volume sta nel trattare l'argomento dal punto di vista della teoria relazionale, che individua nella crisi radicale della modernità il punto di svolta verso una società dopo-moderna, ovvero trans-moderna. Vengono esposti i principali concetti e schemi esplicativi dei mutamenti in corso. Lo scenario che viene presentato è quello di una "morfogenesi societaria" dalla quale, pur tra molteplici tensioni e conflitti, emerge una "società relazionale". Di questa società emergente vengono delineati, alla luce delle sociologie classiche e contemporanee, i nuovi contorni, i soggetti e le dinamiche socioculturali che cercano di andare oltre i dilemmi di una modernizzazione che ha creato un mondo incerto, rischioso e disorientato.