Il fascino che il libro dell'Apocalisse esercita su chi legge la Bibbia è straordinario. È un fascino che alle volte ci tiene distanti, forse per paura di sperimentare il limite della nostra comprensione o per quella sottile angoscia che ci scatta dentro quando dobbiamo pensare alla fine del mondo. Ma allo stesso tempo è un fascino che ci porta ad approfondire l'ultimo libro biblico alla ricerca di qualche indizio che ci sveli il futuro. In verità l'Apocalisse non ci parla del futuro, ma di quel presente che è l'eternità sottesa ad ogni istante.
Ci sono momenti in cui ci troviamo costretti a camminare per strade buie e siamo così stanchi da non riuscire a vedere davanti a noi un orizzonte, un indizio, qualcosa che possa aiutarci. La vita ci pone spesso davanti a difficoltà che paiono insormontabili, a livello personale, familiare o collettivo, e quando si presentano siamo principianti impacciati, mai preparati in modo adeguato. La recente pandemia che abbiamo dovuto affrontare rappresenta un esempio drammatico, ha infranto d'un colpo le nostre certezze e ci ha fatto scoprire improvvisamente vulnerabili. Eppure, come scrive don Luigi Maria Epicoco, "Assumerci la responsabilità della nostra vita, anche quando essa non ci ha domandato il permesso, è ciò che trasforma l'esperienza dell'essere vittima in opportunità di tornare a essere protagonisti". Ecco quindi che le riflessioni semplici, chiare e di immediata lettura che compongono questo volume ribaltano la prospettiva, aprono squarci, ci consentono di mettere a fuoco il lascito positivo di ogni momento doloroso. Perché se è vero che ogni passaggio ci consegna tante domande e ci segna incisivamente, è anche vero che c'è sempre una Verità in fondo per cui vale la pena vivere.
"L'uomo è un essere imitativo, apprende la vita con gli occhi. Questo è il motivo per cui in ogni tempo e in ogni luogo ha sempre fissato lo sguardo su qualcuno per capire sé stesso." Ed è proprio questa sua peculiare caratteristica ad aver dato origine a testi come l'Iliade, l'Odissea, l'Eneide, ma anche testi sacri come la Bibbia o in tempi più recenti la Divina commedia, le commedie di Shakespeare, o spostandoci verso i giorni nostri Il Signore degli Anelli e forse anche lo stesso Harry Potter. Testi che toccano l'immaginario collettivo presente in ciascuno di noi e lo guidano, attraversando così i secoli e le generazioni. Tra queste opere ce n'è una che, secondo Epicoco, si presta più delle altre a essere la chiave di lettura del presente: l'Eneide di Virgilio. "Alcuni passaggi decisivi della vita di Enea e della sua personalità mi sono parsi i più congeniali a illuminare il tempo attuale." E così, dopo una riscrittura in chiave narrativa di quei passaggi, l'autore condivide con noi una riflessione più ampia del tema di fondo allo scopo di "ricollegare l'immaginario con la storia attuale e con le possibili scelte e opportunità che ci si aprono davanti. "La scelta di Enea" diventa così la rilettura di un'opera fondante della nostra cultura e al contempo uno strumento per interpretare la contemporaneità. Una lente attraverso la quale riflettere sul presente che "scarseggia di speranza e ha bisogno di guardare e di credere nella primavera in attesa sotto la neve dell'inverno che stiamo vivendo."
Tra fede e analisi letteraria, un percorso contro la distruzione del nostro patrimonio spirituale, alla ricerca dell'autentica ricchezza umana: l'amore per l'altro. L'uomo, essere imitativo, apprende la vita con gli occhi. Ecco perché - in ogni tempo e in ogni luogo - ha sempre puntato lo sguardo su qualcun altro per capire se stesso. Nascono così le grandi storie: l'Iliade e l'Odissea, ma anche i testi sacri come la Bibbia e il Corano; e poi la Divina Commedia, le opere di Shakespeare, passando per Il Signore degli Anelli e Harry Potter. Testi che raggiungono, sollecitano e guidano, attraverso i secoli e le generazioni, l'immaginario collettivo. Tra tutte queste opere, tuttavia, ce n'è una che si presta forse più delle altre a fungere da chiave di lettura per il presente: si tratta dell'Eneide di Virgilio. Tra riscrittura e riflessione, "La scelta di Enea" illumina quindi il ruolo di un'opera fondante della nostra cultura come strumento per interpretare la contemporaneità: una lente attraverso la quale analizzare l'inverno che la nostra società sta attraversando, in attesa di una nuova primavera.
La consapevolezza del Padre, spinge Gesù a prendere il largo, a non essere più prevedibile, a iniziare un'esperienza di libertà. Un volume della serie Setteminuti per lo spirito, agili libretti pensati per coniugare il nostro bisogno di spiritualità con i tempi della vita moderna.
Perché incamminarsi? Perché abbiamo tutti bisogno di un viaggio, non per "vacanza" (cioè per fare vuoto intorno a noi) ma per trovare noi stessi. Tutti bisognosi di un cielo sulla testa e forse di uno dentro, magari pure stellato. Di una strada sotto i piedi e di una che ci faccia varcare il cuore al di là delle facili emozioni. Di qualcuno che ci aspetti alla fine dell'orizzonte e di qualcuno che ci aspetti adesso, proprio ora, proprio qui. Abbiamo tutti bisogno di una stella, di un cammino e di un bambino e di ricordare che tutte le volte che contempliamo il mistero di un Dio che si fa bambino, dovremmo contemplare quel grande mistero che siamo noi.
L'educazione è la vera sfida dell'epoca contemporanea. Educare significa fare tutto il possibile affinché ogni cosa possa assumere in ciascuno di noi un senso, un significato, uno scopo. Senza questo "orizzonte", niente vale davvero la pena. L'educazione è quel cammino che ci porta a diventare noi stessi; ma come ogni cammino, ha bisogno di avere delle coordinate. L'educazione è pertanto una strategia attraverso la quale ridare senso a questo viaggio.
Culto del passato o utopia? Il cristianesimo non è né l'uno né l'altra, ma è esperienza viva dell'incontro con Cristo in un eterno presente. In lui tutto consiste e da lui tutto prende vita e senso. Conoscerlo è l'evento decisivo della vita. Ai tanti giovani che vogliono «vedere Gesù» (Gv 12,21) l'Autore offre queste meditazioni «seguendo le briciole teologiche» del meraviglioso inno Jesu dulcis memoria. In appendice: "Ordo Veritatis Ordo Amoris" dialogo teatrale tra Pietro e Giovanni la notte prima della crocifissione di Cristo scritto da Luigi Maria Epicoco e Valentina Liberatore.
Con tre parole Dante ci dice tutto di Maria: Vergine, Madre e Figlia di Colui del quale è madre. Qui c'è tutto quello che crediamo di Maria e che speriamo anche per tutta la Chiesa che siamo noi di cui Maria è l'immagine più significativa. «Queste pagine nascono nella semplicità e nel silenzio delle mattine di dicembre, tra i volti ancora assonnati, ma pieni di stupore dei giovani universitari che quotidianamente riempiono la chiesa per la messa mattutina. Per sette giorni ci siamo fatti guidare da Dante per prepararci alla Festa dell'Immacolata. Poiché ciò che nasce dal nostro essere Chiesa non è solo nostro, proprio per ripagare questo debito abbiamo deciso di consegnare il cammino svolto anche agli altri» (dall'introduzione dell'Autore). In appendice sono riportati due testi di papa Benedetto XVI ispirati dal canto XXXIII del Paradiso.
L’Enciclica Spe salvi di Benedetto XVI ha costellato il dibattito contemporaneo di domande rinnovate sul senso e sul significato della vita.
In un mondo rassegnato, che molto spesso ha perso la speranza, il Papa propone la “Grande Speranza” del messaggio cristiano come risposta alle domande dell’uomo di tutti i tempi: «il presente, anche un presente faticoso, può essere vissuto ed accettato se conduce verso una meta e se di questa meta noi possiamo essere sicuri, se questa meta è così grande da giustificare la fatica del cammino» (Spe salvi, 1).
Sono raccolti contributi, sull’Enciclica Spe salvi, di diversi e qualificati studiosi, che hanno approfondito, ciascuno nella sua materia, il messaggio sulla Speranza del Papa Teologo.