Un deforme schiavo frigio costruisce con parole di favola un democratico palcoscenico di provincia. Calcano la scena gli eroi di una nuova letteratura: la volpe e l'agnello, il cervo e il leone, l'asino e il cavallo, la cicala e la formica, il pastore e il lupo. Duemila anni dopo, il lettore moderno coglie nell'eternità dei ruoli che essi rappresentano uno dei frutti più fecondi della fantasia greca e sorride dinanzi all'immutabilità della natura umana. Introduzione di Giorgio Manganelli. Nota di Giovanni Mardersteig. Con le xilografie veneziane del 1491.
Lupi crudeli, leoni prepotenti, cornacchie vanitose e cani bramosi diventano, in queste celeberrime favole, i protagonisti di straordinarie allegorie sulla natura umana. Una serie di preziosi precetti morali, che, nel corso dei secoli, non hanno mai perso la loro attualità, sotto l'aspetto fresco e fantasioso di storielle di animali.