Siena, 1723. Il giorno del suo diciannovesimo compleanno, Pia de' Tolomei riceve in dono un ciondolo d'oro e un marito. Il primo, ornato da un'incisione che raffigura Cleopatra, per ricordarle il suo nobile lignaggio; il secondo, per suggellare l'alleanza tra la sua famiglia e i Caprimulgo, il casato più influente di Siena. Ma per Pia è come sprofondare in un incubo: l'erede dei Caprimulgo è un uomo meschino e violento, che renderà la sua vita un inferno in terra... o peggio. Potrebbe addirittura ucciderla, proprio come ha fatto lo sposo della sua omonima antenata, cantata da Dante nel Purgatorio. Pia non ha scelta: deve fuggire. E la chiave per riuscirci è il suo maestro di equitazione, Riccardo Bruni, un giovane affascinante e gentile, cui lei si affeziona ben più di quanto sarebbe lecito... Tuttavia l'abisso sociale che la separa da Riccardo non è l'unico ostacolo ai loro piani. Nei sotterranei del palazzo dei Caprimulgo, infatti, da qualche tempo si riuniscono in gran segreto i rappresentanti di alcune delle famiglie più in vista di Siena, che stanno tramando per rovesciare il governo di Violante de' Medici. E, quando scoprono che il giorno scelto per agire è quello del prossimo Palio, Pia e Riccardo si rendono conto di essere i soli in grado di fermare la cospirazione...
Gioacchino da Fiore è stato in primo luogo un monaco che aspirava a un ritorno al rigore ascetico delle origini benedettine e intendeva pertanto promuovere una radicale riforma dei Cistercensi, nei cui ranghi era dapprima entrato. Filo conduttore delle sue riflessioni furono la Vita di Benedetto da Norcia, delineata nei Dialogi di papa Gregorio Magno, e la Regula attribuita al santo padre del monachesimo occidentale. In realtà l'abate di Fiore non provvide mai alla stesura di un vero e proprio testo, radunando in forma di trattato una serie di esposizioni redatte verosimilmente negli anni in cui andava prendendo forma compiuta il suo sistema esegetico e teologico. Egli era comunque assai sensibile ai maggiori eventi dell'epoca. In particolare, anche nel suo caso una profonda impressione fu esercitata dalle notizie provenienti dal Vicino Oriente, dove le armate del Saladino nel 1187 spazzarono via gli ultimi resti del Regno latino di Gerusalemme. Da tale evento Gioacchino trasse lo spunto per ricondurre le proprie argomentazioni all'elaborazione di una peculiare teologia della storia. Testo critico e introduzione di Alexander Patschovsky.
Impiegato modello in un'azienda modello - italiano medio tragicamente modello -, Michele Gervasini fa coincidere la sua idea di felicità con gli angoli acuti del contratto a tempo indeterminato. E poco importa se ogni mattina deve affrontare il traffico isterico della via Pontina per raggiungere il suo ufficio alla Montefoschi, azienda leader nella produzione di latte e derivati. Lì lo aspettano gli altri dipendenti dell'Ufficio pianificazione e controllo, una pattuglia di buffi animali da scrivania che vive - non solo simbolicamente - all'ombra dell'enorme, minacciosa mucca aziendale in vetroresina che campeggia davanti agli stabilimenti. Ma un giovedì mattina la più mite fra le colleghe si dà fuoco nello sgabuzzino delle scope, e all'improvviso bisogna rivedere i confini di quelle giornate che fino ad allora avevano funzionato con l'efficienza di un formicaio. Con lo spirito dissacrante di una commedia tragicomica, "Nessuno è indispensabile" sovverte la tradizione del romanzo industriale seguendo il ritmo e la grammatica della contemporaneità, per descrivere in maniera umanissima e feroce i rituali, le mitologie, il misticismo laico che stanno alla base della vita aziendale. Peppe Fiore racconta la deriva impazzita del mondo in cui viviamo, la nevrosi da scrivania, i tic e le frustrazioni di ogni giorno, mettendo in scena personaggi che non hanno a disposizione un'altra vita, né il desiderio di immaginarsela.
In questo libro Gigi Di Fiore racconta la liberazione del Sud Italia mostrandone il volto meno glorioso e più truce, dimenticato nei resoconti oleografici, non solo ufficiali, degli Alleati salvatori. Pensiamo ai paesi della Ciociaria, prima vessati dai tedeschi, poi bombardati dagli americani e infine liberati dai soldati marocchini del contingente francese: proprio per il coraggio dimostrato nello sfondare la linea Gustav, i marocchini ebbero in premio tre giorni di impunità, usati per saccheggiare le case e stuprare donne, uomini e ragazzi. A questa terra e ai suoi abitanti Gigi Di Fiore dedica il suo nuovo libro: una contro storia della risalita degli Alleati dopo lo sbarco in Sicilia che ha segnato l'intera storia dell'Italia meridionale.
La sera del 6 settembre 1860, all'avvicinarsi delle truppe garibaldine, il re Francesco II di Borbone lascia Napoli con la sua corte e si stabilisce nella roccaforte di Gaeta, facendone la sua capitale. Dopo l'incontro di Teano tra Garibaldi e Vittorio Emanuele II, manca solo Gaeta per completare l'annessione del Sud a quello che sta per diventare il regno d'Italia. Così il 5 novembre le truppe piemontesi, guidate dal generale Cialdini, stringono d'assedio la città. È un attacco brutale, che porta alla morte di migliaia e migliaia di militari e civili a causa delle cannonate e dell'epidemia di tifo scoppiata per le precarie condizioni igieniche. Gigi Di Fiore lo ricostruisce sulla base di documenti e testimonianze inedite, e mette in risalto le contraddizioni (e le sopraffazioni) su cui si fonda la nostra unità nazionale.
Nel corso del medioevo l’atteggiamento dei cristiani nei confronti degli ebrei era fondamentalmente negativo e si esprimeva anche attraverso le opere di una letteratura antiebraica, al cui interno spiccavano i testi di un monaco cluniacense, l’abate Pietro il Venerabile, e di un convertito spagnolo, Pietro Alfonsi. Gioacchino da Fiore conosceva questi testi, elaborando dal canto suo una posizione del tutto differente. Egli non si rivolgeva agli ebrei per convertirli, ma ai cristiani, per convincerli che con l’incarnazione di Gesù la storia del popolo di Israele non era finita: nel futuro degli ultimi tempi della storia, che secondo l’abate si stava avvicinando nei giorni in cui egli scriveva, gli ebrei e i gentili si sarebbero riuniti in un unico popolo di credenti.
Questa visione, che non trovava precedenti né ebbe seguito, fu affidata a un testo in cui Gioacchino da Fiore accumulava e commentava ampiamente brani delle Scritture sacre degli israeliti – il Vecchio Testamento dei cristiani –, trovandovi la conferma della dottrina della Trinità e la prefigurazione dell’avvento del Messia nella persona del Cristo. In tutto questo egli affidava a se stesso un ruolo analogo a quello del profeta Elia e indirizzava ai suoi ascoltatori una Esortazione a prepararsi ad accogliere insieme ebrei e cristiani alla fine della storia umana
Assuefatti è un’inchiesta a tutto tondo, tra le più accurate mai realizzate in Italia, sull’uso di sostanze stupefacenti: dalla cocaina all’Energy drink.
Realizzata attraverso le voci di chi le consuma e di chi le difende, di chi le combatte e di chi le studia, di padri, di madri e di figli, Assuefatti raccoglie le testimonianze di scienziati, educatori, attori, sportivi, personaggi dello spettacolo. Voci di persone vere che le autrici hanno incontrato, conosciuto, intervistato.Voci che diventano lo specchio di una mentalità diffusa che spesso sottovaluta, subisce, minimizza e banalizza le sostanze stupefacenti, dalla cannabis alla cocaina, dall’eroina all’ecstasy.
Un’indagine accurata e completa, con dati e statistiche aggiornati e testimonianze reali di personaggi noti come Raul Bova, Piero Angela, Linus e Lella Costa.
Il libro sarà sostenuto da un sito curato dalle due autrici: www.assuefatti.it
Destinatari
Un ampio pubblico.
Autori
Sara Casassa è nata a Roma e vive a Milano. Laureata in Scienze Politiche, è giornalista professionista dal ’92. Ha cominciato come cronista nella redazione di «Repubblica» a Firenze. Si è a lungo occupata di salute per il mensile «Starbene». Dal’97 fa parte della redazione di «Tv Sorrisi e Canzoni» dove scrive di televisione, spettacolo e attualità.
Antonella Fiori è nata a Carrara e vive a Milano. Giornalista, autrice e conduttrice di programmi radio e tv è stata per otto anni inviato di cultura e cronaca per «l’Unità» e ha lavorato per le maggiori testate italiane. Scrive di cultura e attualità per «l’Espresso», «D-La Repubblica», «Metro» e collabora con Rai 1 e Rai Storia. Ha scritto Ricomincio da me (Sperling & Kupfer) e vinto il “Premiolino-giornalista del mese” per la trasmissione di Radio 3 “Candide. Domande semplici a persone complicate”.
<br/
La storia di Paolo un ragazzo liberato dalle catene della droga.
Quasi tremila morti, migliaia di dispersi e deportati: fu questo il Risorgimento per i vinti nel Mezzogiorno d'Italia. Dallo sbarco di Garibaldi fino alla capitolazione dell'esercito delle Due Sicilie a Gaeta passarono appena nove mesi. Tanto bastò a sfaldare un regno, che la dinastia dei Borbone aveva guidato per 127 anni. Su quel tracollo solo ora emerge, finalmente nella sua interezza, uno spaccato da conquista militare: diplomazia, forza delle armi e politica riuscirono a creare le condizioni per un'annessione al Piemonte, che violava le norme del diritto internazionale, realizzata con i fucili senza il consenso delle popolazioni. In poco tempo le regioni meridionali, con 9 milioni di abitanti, furono "italianizzate": azzerati monete, codici penali e civili, burocrazie. Tra il 1860 e il 1861 gli sconfitti, protagonisti di questa ricostruzione storica, furono soprattutto migliaia di pastori, carbonari e contadini del Matese, delle Puglie, delle campagne salernitane, della Sicilia, dei Tre Abruzzi, del contado del Molise, della Calabria, di Napoli. Un esercito di oltre 50 mila uomini: meridionali, a difendere quella che allora era la loro Patria. Su quei mesi, sui militari, sulla generazione che realizzò in concreto il Risorgimento, sia nella vittoria sia nella sconfitta, l'Archivio Borbone è una miniera ancora poco esplorata.
L'amicizia dell'anima: è quella che può crearsi nella conoscenza del grande poeta francese Patrice de La Tour du Pin (1911-1975), che, onorato in Francia nel suo centenario, è felice scoperta per un ampio ascolto in Italia. Al fine di accostare la sua intimità-universalità di uomo e di poeta, ho cercato di riviverne la biografia interiore tramite un attento intarsio di poesie e prose dalla vasta opera architettonica cui ha dedicato la vita: Une Somme de poésie, 1933-1983 (Summa poetica) suddivisa nei tre "movimenti" ("jeux" - nel duplice senso di "giocare" e "recitare") del Dialogo "con se stesso" (i vari aspetti del suo "popolo" interiore), "con gli altri" (nel viaggio della Contemplazione errante), "con Dio" (che qui si svolge "mendicando e pregando" nei giorni e nelle notti del Diario spirituale trovato alla sua morte, in un I volume – 1995). Scoprire un tal poeta ci insegna a non dissipare il tempo terrestre che ci è dato, stando in contatto con la nostra regione interiore.
Varcare i limiti dell'orizzonte nazionale e muoversi in una dimensione trans-regionale, privilegiare l'interazione attiva tra le diverse culture e liberarsi del pregiudizio eurocentrico: sono questi, in sintesi, i presupposti della sfida che la world history propone alla storiografia contemporanea.
Non più un racconto lineare del mondo, al cui centro vi è l'Occidente, ma un universo ricco di varietà culturali in cui ogni periferia è protagonista. Dallo studio delle migrazioni e delle diaspore a quello degli incontri culturali e delle reti trans-nazionali economiche e sociali, questo saggio ricostruisce la genesi e l'evoluzione di una nuova prospettiva di analisi storica.