La felicità è il più profondo richiamo del cuore, una forza attrattiva, un desiderio, la spinta che guida le azioni umane. Tuttavia si sperimenta spesso la dialettica tra questa tensione interiore e lo scarto con la crudezza della realtà con cui ci si scontra spesso nella vita di tutti i giorni a tal punto che il linguaggio si percepisce incapace e inadeguato ad esprimersi. Ecco allora il perché della scelta del Salterio e del suo modo di intendere la felicità, non solo per il fatto di essere il libro che più di tutti fra quelli dell'AT abbonda delle espressioni felicitatorie, ma soprattutto perché la rivelazione biblica ha demandato al linguaggio poetico il difficile e arduo compito di raccontare in poesia ciò che per altre forme del linguaggio ordinario risulterebbe un tentativo con esiti fallimentari. Desterà meraviglia, ma non troppo, se alla fine si dovesse scoprire che tra questi componimenti è stato intessuto, un filo unificante col quale il Salterio è stato cucito e ordinato.
La gratitudine è un sentimento profondo e sincero, è la capacità di dire grazie, ed è una virtù sempre più rara, quasi in via di estinzione. Eppure la gratitudine è davvero preziosa: ci rende ben predisposti all’amore, all’amicizia e ci permette di creare legami. Quando siamo riconoscenti, regaliamo un po’ della nostra gioia di vivere, trasmettiamo affetto, allarghiamo il nostro cuore e quello degli altri. Attraverso storie semplici e delicate, le pagine di questo libro accompagneranno i piccoli lettori a cogliere i vari aspetti della gratitudine e a farne tesoro. In appendice le parole della gratitudine prese dall’Antico e dal Nuovo Testamento.
Nel 1579 Akbar, il Gran Moghul, così come veniva chiamato in Occidente l’imperatore indiano dell’omonima dinastia sunnita di origine turco-mongola, invitava alla propria corte alcuni teologi gesuiti. Un evento forse unico nella storia, in quanto risulta piuttosto singolare per un sovrano di uno stato islamico ospitare alcuni missionari chiaramente mossi da un preciso intento evangelizzatore. Presso i Musulmani vige, infatti, la forte concezione dell’Islam come religione naturale dell’uomo e quindi il conseguente disinteresse per le fedi diverse dalla loro rappresenta una costante trasversale a molti paesi di influenza islamica. La Chiesa, sia pure con inevitabili difficoltà, non ha mai rinunciato a svolgere la propria attività di promozione della religione cristiana; un diritto che, tuttavia, difficilmente poteva essere riconosciuto da un sultano. Scopo di questo saggio è proprio quello di individuare le ragioni che spinsero un imperatore musulmano come Akbar a richiedere alcuni gesuiti presso la propria corte. In Occidente, sull’onda di un abbagliante e fuorviante ottimismo, si parlava di un’imminente conversione al cristianesimo del Gran Moghul. In realtà ben altre, seppur sempre sorprendenti, saranno le motivazioni.
Questo libro si rivolge ai piccoli, proponendosi di raccontare loro i legami d'amore familiari e il luogo dove per primo si impara a mettere in comunione talenti e differenze. Dalle origini, nel cuore di Dio, passando per il quotidiano di ogni famiglia, per finire con una breve riflessione di Papa Francesco: un ricco percorso su tutto ciò che significa essere famiglia. Attraverso riflessioni ed attività da condividere con gli adulti, genitori ed educatori, il testo presenta la famiglia come culla di valori umani e cristiani, stimolando un prezioso confronto tra generazioni. Età di lettura: da 6 anni.