Che cosa connette la costruzione di un muro a secco con la formazione? Entrambe richiedono attenzione, cura, creatività e immaginazione. La metafora dell’opera accompagna la descrizione del lavoro formativo come una composizione materiale e simbolica, radicata nell’esperienza del corpo e nei linguaggi estetici e mirata a generare teorie soddisfacenti e pratiche condivise. La formazione dei formatori richiede oggi modelli e teorie innovativi, capaci di innescare processi autenticamente trasformativi, in grado di fare la differenza, di modificare emozioni e idee, di incidere sulle relazioni e sui contesti, sui processi organizzativi e forse, nel lungo periodo, sul sistema sociale più ampio.
La spirale della cura si propone come un modello complesso di formazione cooperativa e di ricerca, sviluppato nel lavoro con educatori, pedagogisti, insegnanti, operatori sanitari, orientatori. Il testo offre molti esempi, proposte operative, analisi concettuali e spunti per la riflessione personale.
Famiglia, scuola, formazione, ricerca si presentano spesso come mondi separati ed estranei. Il libro tenta invece un'operazione unificante, mettendo al centro del processo educativo il percorso di autocoscienza che si genera nella memoria e nell'intersoggettività, nell'integrazione di linguaggi e codici diversi, nella rielaborazione riflessa sui ruoli, le funzioni, le relazioni educative. Ne emerge uno stile formativo fondato sulla comunicazione, l'ascolto, lo sforzo di tradurre in esperienza didattica attiva le suggestioni della ricerca autobiografica e introspettiva in educazione.