Un viaggio breve ma intenso, dentro una città antica che affonda le sue origini nell'età etrusca, dove storia e leggenda sfumano i loro confini e creano curiose contaminazioni.
I brani scelti dalle cronache di 14 illustri viaggiatori, da Riedesel a Carlo Levi, che visitarono la "più ridente vallata della Sicilia" (Reclus), costituiscono il nucleo centrale della presente antologia. L'interesse, inoltre, per le condizioni storiche, artistiche, naturali e socio-politiche della Sicilia li induce a formulare, in positivo e in negativo, giudizi ancora oggi attuali.
Coltivare la cultura e il sapere ambientale tra le giovani generazioni costituisce la premessa per un futuro ecologicamente più sostenibile. Anche il turismo, caratterizzato nel caso dei giovani da particolare dinamicità e velocità di crescita, costituisce un banco di prova nella direzione della sostenibilità ambientale. L'ecoturismo, in particolare, implica un coinvolgimento profondo tra visitatori e ambiente naturale, nella consapevolezza delle fragilità intrinseche del sistema natura e all'insegna di uno sviluppo della coscienza ambientale, ma soprattutto si pone come momento di sintesi tra istanze ambientali ed econo-miche relative allo sviluppo locale. Questo connubio, prima considerato pressoché impossibile, è oggi ritenuto vincente. Alla luce di tali considerazioni e secondo un approccio mixed methods, che integra ricerca quantitativa e ricerca qualitativa, l'indagine presentata in questo volume tenta di individuare i fattori psicologici e sociali ai quali fare riferimento per delineare strategie comunicative destinate a promuovere l'ecoturismo, in particolare tra i giovani.
Sembra che l'Occidente si sia stancato di se stesso, di pensarsi come il luogo privilegiato in cui, nel modo migliore, si era realizzata l'avventura della razionalità. Dopo Popper, la riflessione sulla scienza sembra essere entrata in una crisi irreversibile, dando luogo ad una disseminazione di pratiche cognitive che hanno smarrito ogni trama unitaria.
Un singolare viaggio nella diacronia della lingua inglese apre questo lavoro che tenta di mostrare un ampio fenomeno di contatto linguistico, quello tra italiano e inglese, da un punto di vista nuovo. Il testo, infatti, ripercorre le tappe evolutive della lingua inglese per mostrare come essa sia stata spesso in contatto con altre lingue e con altri popoli e come, da questo contatto, ne sia uscita permeabile e generosa. Il carattere della lingua inglese, talvolta quasi personificata in questo volume, si manifesta appieno nella fase contemporanea che con il suo essere molteplice e, allo stesso tempo, unica, trasforma l'inglese in una possibile metafora della realtà.
Dalla documentata ricerca su numerose testimonianze classiche e medievali, da Omero a Dante, emerge lo sconcertante ritratto di un altro Enea, traditore della sua città e perciò lasciato partire dai Greci verso il suo glorioso destino. Con tono per nulla accademico, grazie anche alla ricca appendice di testi originali, il lettore è guidato a questa emozionante scoperta.
Questo è il racconto della lunga e drammatica odissea di un soldatino siciliano dopo l'otto settembre 1943. Al momento dell'armistizio e dello sbandamento del Regio Esercito Nunzio Di Francesco presta il servizio militare in Piemonte: è un giovane di diciannove anni con alle spalle l'esperienza di lavoro agricolo nel paesino etneo da cui proviene; si trova improvvisamente a dover compiere scelte, a doversi confrontare con un mondo nuovo e diverso dal suo. La scelta di non collaborare con i tedeschi e con i fascisti di Salò sarà agevolata dalla solidarietà che gli offre la popolazione locale. Nel clima di confronto con il mondo rurale piemontese matura la decisone di raggiungere le formazioni partigiane che si vanno formando sulle montagne circostanti. La militanza nelle Brigate Garibaldi verrà interrotta dopo circa un anno dalla cattura e dalla deportazione a Mauthausen.
Nell'epoca delle neuroscienze, è ancora possibile che gli studi sul Linguaggio tengano conto di convenzioni e regole linguistiche? Il rifiuto dell'ignoto e la mitizzazione delle convenzioni linguistiche, spesso, si fondano integralmente sull' istanza della semantica dell'oblio. Se non si è disposti ad ammetterlo, cosa si può dire di Proust, il quale, attraverso le pagine de La Recherche, ci mette a parte dei propri disagi di natura nevrotico-ossessiva, tanto da denunciarsi incapace di scrivere un'opera narrativa di senso compiuto? Allo stesso modo in cui, nel sogno, ciascuno di noi fa "esperienza" della propria identità originaria, benché ciò avvenga per spostamenti di significati ed elaborazioni secondarie, così nella scrittura, l'Io scrivente si scompone nei volti di protagonisti e deuteragonisti e si ricompone, a poco a poco, nel climax finale. Dire "è rosso" non è lo stesso che dire "mi sembra rosso". Un cervello dice le stesse cose che direbbe una macchina, se sostituita ad esso?