Il volume introduce il lettore ai testi e agli autori principali delle origini cristiane esaminando le questioni storico-letterarie e proponendo una selezione di brani significativi, con brevi introduzioni specifiche e agili note. L'approccio del manuale e quello dell'antologia si compenetrano in un'opera di sintesi aggiornata e documentata, che intende differenziarsi sia dai tradizionali manuali di storia della letteratura cristiana antica o di storia del cristianesimo, sia dalle classiche antologie. Dalle fonti presinottiche a Giustino, dai primi vangeli agli Atti apocrifi, dalle lettere paoline a gnosticismo e montanismo, si dipana un percorso attraverso una fase particolarmente viva e plurale, rispetto alla quale il costituirsi della cosiddetta "proto-ortodossia", alla fine del II secolo, segnerà un momento di svolta.
La galassia testuale che trae origine dalla figura dell'apostolo Pietro rappresenta uno degli ambiti di studio più affascinanti e fecondi offerti dal cristianesimo delle origini. Scritti canonici e apocrifi si intrecciano nel tentativo di costruire, a partire dalle diverse memorie relative a Pietro, una silhouette sempre cangiante. Il volume prende in esame tale groviglio di opere e questioni aperte, approfondendo l'analisi di un breve testo in copto rinvenuto sul finire del XIX secolo, capace di svelare orizzonti inconsueti sul periodo iniziale dell'evento cristiano. L'Atto di Pietro - narrazione incentrata sulla figlia dell'apostolo, concupita da un ricco possidente - permette di addentrarsi nelle origini non solo della dogmatica cristiana, ma anche della faticosa formazione dell'identità religiosa dei primi credenti in Cristo, svelando una nuova ipotesi intorno all'organizzazione ecclesiale e agli orientamenti teorici dei primi seguaci cristiani a Roma.
Il volume contiene le lettere di san Francesco di Sales degli anni 1605-1610; queste lettere nell'edizione di Annecy sono pubblicate nei volumi XIII, XIV e XXI. Nell’epistolario salesiano per un verso ritroviamo rispecchiata la poliedrica e versatile personalità del santo, in un umanità sempre più impregnata del beneplacito divino. Per altro verso, ci affacciamo su una balconata speciale da cui guardare molti avvenimenti che hanno caratterizzato in quegli anni la storia franco-savoiarda: una straordinaria testimonianza culturale dell’epoca. La caratteristica spesso informale dell’epistolario salesiano, che talvolta indugia anche ne toni familiari, getta una luce vivida sia sull'uomo e sul pastore sia sui fatti e sulle persone cui si rivolge. Sintetico e valido il giudizio degli editori nel 1623: "Il lettore abbraccia in una sola vista i principali avvenimenti dell'epoca, gli affari più gravi che l’agitano, viene a contatto con la stessa società e penetra fin nel segreto delle coscienze. Ma soprattutto ritrova san Francesco di Sales intero e vivente".
In occasione del Decreto pontificio di conferimento a Ireneo di Lione del titolo di Dottore della Chiesa. «La dottrina di così grande Maestro possa incoraggiare sempre più il cammino di tutti i discepoli del Signore verso la piena comunione». È l'auspicio con il quale papa Francesco sigla il Decreto del 21 gennaio 2022, dichiarando Ireneo di Lione Dottore della Chiesa, con il titolo di Doctor unitatis. Ireneo è una straordinaria figura che affascina e coinvolge. La stringente capacità di argomentare, tra fede e ragione, si completa nella profonda e riconoscibile azione testimoniale che mostra la fede come valore aggiunto, come sentiero di incontro pro mundi vita. Il Concilio Vaticano II lo pone come riferimento fondativo. Il Magistero postconciliare attinge ai suoi scritti e al suo valore teologico, sia nei contenuti, sia nel metodo inclusivo e dialogico. La sua riflessione, decisiva per varie tematiche teologiche, è perfino essenziale per una teologia della storia e del creato, per un'antropologia integrale e per l'escatologia. E costituisce un sentiero da percorrere di grande attualità, specialmente nell'incertezza dei tempi presenti.
«Meno non significa affatto decrescere. Vuol dire arretrare, questo sì: nell'indifferenza, nell'individualismo, nella conflittualità, nella bulimia del consumismo e della ricchezza. Ma per essere più. Più civili, più realizzati, più umani, più felici. Sì, meno è di più. Occorre creatività, e anche un po' di follia, occorre essere affamati di futuro. E tutto questo, non è forse proprio nelle corde della iniziativa The economy of Francesco?» (Francesco Antonioli). Con l'iniziativa The economy of Francesco, papa Bergoglio ha convocato ad Assisi cinquecento giovani economisti e imprenditori sotto i 35 anni, invitati a scrivere un "patto" per cambiare l'attuale economia e dare un'anima all'economia di domani. Occorre correggere i modelli di crescita incapaci di garantire il rispetto dell'ambiente, l'equità sociale, la dignità dei lavoratori, i diritti delle generazioni future. Questo libro è una provocazione. Ricco di spunti e di originali suggestioni, apre uno sguardo sul significato dei valori e delle spinte ideali per la vita economica. Ma lo fa ritornando all'antico, a due santi carismatici, a due manager ante litteram, inventori di prototipi finanziari e di organizzazione aziendale a cui si ispira la nuova "economia civile", una teoria che è responsabilizzante e parla a tutta la società: alle imprese, ai consumatori, ai decisori pubblici.
La Scuola di Valentino descrive la complessa intersezione tra una dominante opzione teologica cristiana e raccoglimento, pur parziale e recessivo, delle altre fonti di rivelazione che la creazione è stata resa capace di produrre e manifestare. Tra queste, il presente volume intende sottolineare la rilevanza di quella tradizione testuale che gemma dal racconto del perverso innamoramento degli angeli per le figlie degli uomini, germinalmente narrato nel Libro dei Vigilanti. Attraverso un'indagine dalla vocazione diacronica - muovendo dalla lettura storico-critica degli ipsissima verba di Valentino per spingersi sino ai testi copti rinvenuti presso Nag Hammadi - il contributo analizza la pervasività della tradizione enochica negli scritti valentiniani. Emergerà come, a partire da un complesso processo di rilettura e riscrittura di tale nucleo mitico-concettuale, la scuola di Valentino realizzi la piena ibridazione della urgente storicità proto-cristiana con le coeve categorie ontologiche di derivazione platonica: la salvezza comincia a essere pensata in termini di natura, e comincia a delinearsi una teoria della libertà e del libero arbitrio. Nondimeno, tale operazione assume l'aspetto di una dislocazione - non di una rimozione - della riserva carismatica del pensiero cristiano delle origini, la quale viene promossa a governare la struttura ontologica medioplatonica, in un processo di dominanza della rivelazione sull'Essere, della gnosi sulla filosofia e sulla fede, della libertà divina sulla libertà umana; processo che, governato da un lettura cristologica e sfrenatamente allegorica del mito dei Vigilanti, segnerà il carattere eminentemente cristiano dello gnosticismo tutto. L'interrogazione sulla necessità della fine stessa della creazione trova, infine, nella gnosi valentiniana una risposta inedita, che conduce a rivedere la domanda medesima: la creazione è destinata a un termine - storicamente preannunciato dall'incarnazione di Cristo, ma eternamente realizzato nella logica sacrificale che governa la struttura del Pleroma gnostico - non a causa di una sua mancanza etica o ontologica, storicamente o pre-storicamente sopraggiunta, ma a motivo di una effettiva scissione della volontà di Dio stesso, il quale è chiamato al compito di disdirsi, di articolare due catastasi, di determinare con la propria conversione la storia salvifica del mondo. E se Dio si converte, ogni struttura di comprensione del percorso che conduce ai tempi ultimi, qualora non sia illuminata dalla nuova volontà divina, perde eo ipso la propria capacità di significazione.
Gli studi raccolti nel volume sono rappresentativi del pluridecennale percorso di ricerca di Francesco Scorza Barcellona e del suo peculiare approccio all'agiografia antica. Una prima sezione propone tre saggi pionieristici sulla santità infantile, indagata attraverso la vicenda omiletica dei santi Innocenti e quella agiografica dei martiri bambini. Nella seconda si ripercorre il culto dei Magi, in un viaggio ideale fra Oriente ed Occidente, dalla letteratura patristica al Milione di Marco Polo. La terza e ultima sezione manifesta il particolare interesse del nostro autore per le identità agiografiche complesse o liminali: Vittore, il martirio femminile e quello donatista. Gli articoli inclusi nella raccolta rimangono a tutt'oggi punti di riferimento obbligati sui soggetti trattati.
Per superare la crisi di valori che attanaglia la società moderna, il Prof. Francesco Asti (di cui si riporta una breve scheda) propone in questo volume un affascinante cammino spirituale che, sulla scia delle catechesi di Benedetto XVI, ripercorre gli insegnamenti dei Padri della Chiesa. In particolare, la centuria mistica rappresenta un itinerario di crescita umano-spirituale, articolato in cento passi, in cui viene presa in esame l'interiorità del credente e il suo rapporto con Dio, attualizzando le proposte dei Padri della Chiesa per realizzare un effettivo cammino di santità. L'opera è rivolta dunque a tutti i fedeli, giovani, adulti, coppie di sposi, persone consacrate, al fine di sollevarli dalle cadute e guidarli verso i valori imperituri del cristianesimo.
Frutto di lunghe meditazioni su alcuni autori di ascetica e mistica (i Padri della Chiesa; Angela da Foligno; Caterina da Siena; Teresa di Gesù) e della nascita dell'Ordine della Visitazione, fondato con Giovanna di Chantal, il Trattato si propone come nutrimento spirituale per le Visitandine. Capolavoro della spiritualità salesiana, opera di straordinario spessore teologico, filosofico e spirituale, si presenta come una lunga lettera indirizzata all'amico "Teotimo", tesa a presentare ad ogni uomo la sua vocazione essenziale: vivere è amare. L'ampia introduzione è un'ottima guida alla lettura.
Cristo è onnipresente nei Padri della Chiesa. È il centro che s’irradia su tutti i gradi della circonferenza ed è naturale che da tutti i gradi ci si rivolga a lui.
L’area di ricerca di questo volume si è estesa a tutta la patristica latina, greca e orientale e si è prolungata oltre i limiti canonici di Isidoro di Siviglia per l’Occidente e di Giovanni Damasceno per l’Oriente protraendosi fin verso la fine del primo millennio.
La spigolatura ha attraversato molti campi infruttuosi, ma in altri ha potuto raccogliere una messe ad alto potere nutritivo. Sono voci isolate ma penetranti che ci arrivano col fascino di ciò che ci giunge da molto lontano.Voci molteplici che partono da una grande varietà di temperamenti, di luoghi e di tempi e possono fornire un assortimento di illuminazioni che testimoniano come l’esigenza di un incontro diretto con Cristo sia radicata nella coscienza umana.
Destinatari
Studiosi e religiosi.
L’autore Francesco Trisoglio, già titolare della cattedra di Storia bizantina e di Storia della Civiltà classica presso la Facoltà di Lettere dell’Università di Torino, è autore di varie pubblicazioni sui classici greci e latini, sui Padri della Chiesa, su autori bizantini e rinascimentali. Nella critica letteraria è soprattutto sensibile a rischiarare l’intelligenza per una più intima comprensione della vita umana e dei valori artistici.
Questa è la prima versione italiana dell'opera 'De harmonia mundi totius cantica tria' del francescano veneto Francesco Zorzi. Con un commento essenziale volto soprattutto a rintracciare le fonti alle quali l'autore ha attinto con straordinaria abbondanza. Con testo latino a fronte.
Pensiero giudaico ellenistico è un’espressione priva di confini ben definiti. Comprende la filosofia, ma si estende anche ad ambiti teorici compresi in opere di carattere letterario, scritti religiosi, apologetici o parenetici. Il termine stesso filosofia rinvia alle sue origini greche; in senso stretto, però, in periodo ellenistico, di filosofia ebraica si può parlare solamente a proposito di Filone di Alessandria, forse di Aristobulo, di quegli autori che sistematicamente hanno utilizzato categorie filosofiche per la loro elaborazione, in un dialogo serrato con platonismo, aristotelismo, stoicismo, epicureismo e altri indirizzi teorici. Autori che, non solamente scrivono in greco e sono formati alla cultura greca, ma a questa attingono come ambito categoriale di interpretazione della realtà e delle Scritture. Autori per i quali, parallelamente, la Torah costituisce punto di partenza ineludibile, testo di autorità, espressione della tradizione e dell’identità. In particolare Filone, vero e proprio iniziatore di un modo di fare filosofia, coniuga interpretazione della Bibbia e lettura del pensiero greco. Difficilmente definibili sono opere quali Il libro della Sapienza o Giuseppe e Aseneth o anche La Lettera di Aristea: se non possono essere dette filosofiche fanno parte, però, della storia del pensiero. Anche da un punto di vista geografico l’ambiente di provenienza è differenziato: il fulcro della produzione è Alessandria d’Egitto, ma il referente ideale costante è Gerusalemme, il polo cui guarda la diaspora, il luogo in cui ha sede il Tempio, il faro cui tutti gli ebrei si rivolgono.
In quest’ottica il termine stesso «ellenismo» ha più volti: se da un lato indica un periodo storico (il tempo che va dal regno di Alessandro Magno alla battaglia di Azio nel 31 a.C.), dall’altro significa una forma culturale e politica nuova, l’incontro tra popoli, conoscenze, culture differenti. È nella pluralità dei significati, e nell’evolversi dei concetti fra mondo greco e pensiero ebraico che si muove, pionieristicamente, questa storia.
COMMENTO: La prima storia del pensiero giudaico ellenistico, dai libri biblici fino a Filone di Alessandria, scritta da una delle maggiori studiose di filosofia antica.
FRANCESCA CALABI è docente di Storia della Filosofia tardo antica all’Università di Pavia. Tra le sue pubblicazioni: God’s Acting. Tradition and Philosophy in Philo of Alexandria; Lingua e legge di Dio: interpretazione e politica in Filone alessandrino. Ha tradotto opere di Filone di Alessandria, di Flavio Giuseppe e la Lettera di Aristea a Filocrate.