L'Apocalisse sviluppa una delle cristologie più ricche ed elaborate dell'intero Nuovo Testamento. Se si considera, infatti, il solo dato statistico le attribuzioni cristologiche del libro sono di gran lunga superiori a molti altri scritti. Ugualmente le sfumature e la valenza dei diversi appellativi dati a Gesù presentano una vasta gamma di significati e implicazioni di carattere cristologico, ecclesiale, sociologico, escatologico e culturale in genere. Questo studio affronta aspetti che attraversano l'intera opera fornendo uno sguardo d'insieme sulla persona di Cristo. In particolare, vengono presi in esame i titoli «Figlio dell'uomo» e «Cristo-Agnello», i temi del giudizio e del regno, la metafora matrimoniale come immagine del rapporto di Gesù con la Chiesa. Infine, a partire dalla prima qualifica cristologica «il martire fedele», si rilegge la vicenda di Cristo morto e risorto in rapporto alla Chiesa e si considera l'intera rivelazione dell'Apocalisse nella sua valenza cristologica.
Il saggio intende offrire uno studio completo sui racconti che il Vangelo di Marco riserva agli esorcismi, definendo, a partire da una rigorosa analisi esegetica, il loro apporto alle fondamentali polarità teologiche del secondo vangelo (cristologia, escatologia, soteriologia, discepolato).
Dopo un'introduzione che presenta una breve panoramica storica degli studi, la prima parte del saggio riguarda i quattro racconti marciani di esorcismo, mentre la seconda focalizza tre pericopi che forniscono le chiavi di lettura per la comprensione dell'attività esorcistica di Gesù.
La conclusione del saggio intende richiamare i risultati cui la ricerca è approdata, presentando il contributo che i racconti di esorcismo danno alla teologia marciana. Proprio la rilevanza di tali conclusioni permette di scorgere in questi racconti una «sintesi» del pensiero teologico dell’evangelista.
Sommario
Sigle e abbreviazioni. Prefazione. Introduzione. I. I racconti di esorcismo nel Vangelo di Marco. 1. L’uomo nella sinagoga di Cafarnao (Mc 1,21-28). 2. La «legione» nella regione dei geraseni (Mc 5,1-20). 3. La figlia della donna siro-fenicia (Mc 7,24-30). 4. Il ragazzo posseduto da uno spirito muto e sordo (Mc 9,14-29). 5. Conclusioni. II. Chiavi interpretative degli esorcismi. 1. Gesù tentato da Satana nel deserto (Mc 1,12-13). 2. La fine del regno di Satana (Mc 3,22-30). 3. Un esorcista imprevisto (Mc 9,38-40). 4. Conclusioni. Conclusione. Una «sintesi» della teologia marciana. Bibliografia. Indice delle citazioni bibliche. Indice degli autori.
Note sull'autore
Francesco Filannino, prete della diocesi di Trani-Barletta-Bisceglie, è vice-rettore del Pontificio Seminario Romano Minore dal 2015. Ha conseguito il baccalaureato in Teologia alla Lateranense e il dottorato al Pontificio Istituto Biblico.
Tra tutti gli autori biblici, Paolo è il solo che si rivela al lettore con la sua propria personalità a tal punto che l'accostamento alle lettere paoline è anche l'esperienza di un incontro con l''Apostolo delle genti', così definito per la sua irradiante attività missionaria, una via privilegiata per approfondire la conoscenza di un protagonista dell'alba del cristianesimo. Destinato a fornire gli strumenti più opportuni per accostarsi ai testi di Paolo e comprenderli, il manuale è diviso in tre sezioni: una introduttiva riguardante la biografia, l'identità e gli scritti dell'Apostolo; una esegetica con la presentazione delle singole lettere e con l'analisi di una selezione di brani; una teologica dedicata al pensiero paolino e alle sue tematiche. Il manuale segue un consueto ordine pedagogico-didattico, ma originale è la scelta di dare uno spazio molto più rilevante alla sezione esegetica, rispetto alle altre due, con il contatto diretto dei testi.
Attraverso l'analisi di alcuni importanti appellativi cristologici del quarto Vangelo, il libro offre una panoramica sulla cristologia giovannea in una prospettiva ecclesiale. Giovanni, secondo una tecnica caratteristica della sua narrazione, presenta alcuni titoli cristologici il cui senso appare chiaro non nell'immediato, ma nella dinamica del racconto, con un rilievo specifico riservato alla coesistenza sincronica dei temi dell'incarnazione e del mistero pasquale. Dalla figura del Cristo giovanneo emerge un aspetto ecclesiale; la voce della comunità, infatti, svolge un ruolo attivo e offre una rilettura confessionale della persona di Gesù. In questo modo, la cristologia del quarto Vangelo appare paradigmatica per l'ecclesiologia in quanto il modello ecclesiale riceve le sue coordinate identitarie dalla stessa figura di Cristo. Questo dato si rileva soprattutto nei racconti di risurrezione, dove, in modo ancor più accentuato, l'interesse delle pericopi verte sulla dimensione ecclesiale.
Davanti a Gesù vi sono solo due possibilità di scelta: o lo si accetta o lo si rifiuta; non è possibile essere naturali; ogni tentativo di neutralità è automaticamente un rifiuto.
L'Autore ha raccolto, con paziente acribia, in un quadro organico ed esaustivo i dati forniti dal Vangelo sul consenso e sul dissenso creatosi intorno a Gesù, tenendo presente il testo greco, le diverse sfumature e divergenze tra i quattro Evangelisti, il contesto di tutta la Bibbia e gli ultimi risultati dell'esegesi biblica. Ne risulta un interessante mosaico costituito da oltre 4000 citazioni, che permettono di rileggere quasi interamente il Vangelo sotto l'angolatura delle reazioni positive e negative suscitate dalla persona di Gesù.
"Mons. Gioia svolge questo tema con maestria. Esamina tutte le circostanze della predicazione di Gesù: le diverse correnti religiose e sociali e le situazioni di accettazione e rifiuto. Il libro è costruito con criteri scientifici, frutto di un lungo studio e di una lettura di insieme; il linguaggio è comprensibile a tutti" (dalla prefazione del Card. Prosper Grech).
La vicenda umana di Gesù, da una parte, è il paradigma delle relazioni sociali, in quanto ogni uomo ora è accolto e ora rifiuto da chi lo circonda e a sua volta, accoglie alcuni e rifiuta altri; dall'altra parte, è la cifra delle relazioni tra l'uomo e Dio, caratterizzate in cui l'uomo accoglie il suo Creatore e Salvatore e da altri in cui lo rifiuta, mentre Dio accoglie sempre tutti senza eccezione alcuna.
L'arcivescovo Francesco Gioia laureato in pedagogia all'università statale di Genova e dottore in teologia presso l'Università Lateranense, è stato per molti anni docente di pedagogia e di teologia. Ha all'attivo numerose pubblicazioni, di cui alcune tradotte in diverse lingue.
Un libro che indaga l'immagine di uomo offerta nelle pagine del Vecchio e del Nuovo Testamento: testi antichi, che non conoscono tutti i dati dell'analisi scientifica, e tuttavia profondamente umani, attenti al senso di responsabilità che accompagna il nostro agire. Animale o Dio? La risposta biblica non rifiuta nessuno di questi estremi ma li unisce in un equilibrio prezioso: immagine di Dio - in una carne umana.
Una rilettura della protostoria biblica, narrata nei primi undici capitoli del libro della Genesi, offre una visione del «peccato d'origine» oltre la tradizionale riduzione dogmatica e catechistica del «peccato di Eva». Due peccati originari, dell'adam maschile e di quello femminile, segnano in realtà l'intero dramma della storia umana come mancata relazione dialogica, personale e paritaria del maschile e del femminile. L'opera del Creatore, che destina la coppia umana a impersonare il reciproco dono di amore, viene mal recepita e mortificata, segnalando «la necessità avvertita di una radicale redenzione finale della specie umana». La svolta radicale della pedagogia di Dio - che ricomincia con Abramo il suo dialogo personale, perenne e affettuoso con l'umanità - viene illustrata attraverso una riflessione sulla seconda delle Dieci parole quale promessa nuziale del Signore destinata a tutta l'umanità.