Il titolo del volume Don Santino (il prete dei vip) tra fede cultura e spettacolo compendia la vita attiva e generosa di un sacerdote tra la gente, di un personaggio televisivamente popolare e fuori dagli schemi ambigui, ma autentico e desideroso di far conoscere Cristo anche dentro l'ambiente irrequieto dello spettacolo. Il volume, tra Catania, Randazzo e Roma, tende a disegnare i volti molteplici di un uomo eclettico, capace di trasmettere la fede con quella sua accogliente "teologia giornalistica", o magari con la dolcezza di un invidiabile sorriso, o con il rigore del ricercatore scientifico. In queste pagine la storia di una vita agostinianamente "inquieta" nel segno positivo della ricerca e della diffusione della verità. Il volume è corredato da foto di vip.
Antonio Lanza (1905-1950), arcivescovo di Reggio Calabria e vescovo di Bova dal 1943 al 1950, fu una figura eminente della Chiesa italiana alla fine della seconda guerra mondiale, non solo per il suo eccezionale livello intellettuale e per il suo contributo scientifico nel campo della teologia morale, ma soprattutto per la appassionata dedizione pastorale a tutte le anime a lui affidate: dai seminaristi e dai parroci ai laici dell'Azione Cattolica, dalla gente comune che incontrava nelle ripetute visite pastorali agli intellettuali che accorrevano ad ascoltare la sua parola di maestro, da coloro che si affidavano con fiducia alla sua guida spirituale ai deputati e ai senatori della giovane repubblica italiana che chiedevano lumi per affrontare il nuovo arduo compito. Il suo insegnamento e la sua parola venivano richiesti ripetutamente al di là dei confini della sua diocesi, nelle settimane di studio, nelle riunioni dell'alta direzione dell'Azione Cattolica, nelle settimane sociali. Le sue lettere pastorali toccavano i temi più attuali e scottanti e talora esprimevano le direttive collegiali dell'episcopato Calabro, che volentieri gliene affidava la stesura. La morte improvvisa e in certo senso inspiegabile gli impedì di realizzare una grandiosa opera di risveglio culturale e religioso, di aiuto materiale a chi era uscito povero e senza tetto dalla catastrofe bellica, di definitivo superamento della perenne depressione delle zone meridionali d'Italia. Introduzione di Leonardo Bonanno.
Personaggio di rilievo nel panorama sociale ed ecclesiale della Spagna, e non solo, della prima metà del XX secolo, Josefa Segovia Morón (1891-1957) è una donna andalusa che, nel solco delle apostole dei primi secoli cristiani, ha contribuito a far amare e a diffondere il Vangelo di Cristo nella storia. Capace di sintesi tra azione, cultura e spiritualità, fu la prima direttrice della «Istituzione Teresiana».
Il volume propone un’antologia dei suoi scritti, a chiusura del cinquantesimo anniversario della morte.
Il sottotitolo fa riferimento al ventaglio usato dalla Segovia, su ciascuna stecca del quale ella aveva riportato una breve espressione, ripresa dalla Bibbia o da preghiere liturgiche, o composta da lei stessa a mo’ di invocazione.
Sommario
Presentazione. Frasi scritte da Josefa Segovia nel suo ventaglio. Bibliografia. Josefa Segovia. Profilo biografico. La donna verso la modernità. In costante ascolto «Credo, Signore». Per vivere un carisma «Il Maestro è lì e ti chiama». Per far crescere un carisma «Fedeltà». Come i primi cristiani «Sei contento, Signore?». Un carisma vissuto in pienezza «Chiamami, Signore». Indice scritturistico.
Note sulla curatrice
Francesca Cocchini è professore ordinario di storia del cristianesimo presso l’Università “G. D’Annunzio” di Chieti. È membro di numerose associazioni e gruppi di ricerca sulla patrologia e il cristianesimo dei primi secoli. Tra le pubblicazioni ricordiamo: Commento alla lettera ai Romani di Origene, Casale Monferrato 1985-Genova 1986; Il Paolo di Origene. Contributo alla storia della ricezione delle epistole paoline nel III secolo, Roma 1992; Teodoreto di Cirro. Commentario alla lettera ai Romani, Roma 1998; Agostino d’Ippona. “Il nostro volere sia suo e nostro” (in collaborazione con M.G. Mara), Città del Vaticano 2006; presso le EDB: Origene. Teologo esegeta per una identità cristiana (2006).
Queste pagine sono un tentativo di delineare la vita eucaristica di S. Chiara d'Assisi, comunemente rappresentata con l'ostensorio in mano. I giorni di Chiara d'Assisi sono trascorsi davanti all'Eucaristia. Qui e fiorita la sua santita, la contemplazione dell'incarnazione e della passione, il colloquio confidenziale con il Pane eucaristico, la gioia di riceverlo fino alle lacrime. Specchiandosi nell'Eucaristia, S. Chiara ha lasciato che Cristo costruisse i tratti del proprio volto in lei. Alcuni brani di San Bonaventura aiutano a comprendere le indicibili ore di gioia 'sponsale', trascorse da S. Chiara, davanti al sacramento dell'altare" (Mane nobiscum Domine, 31). "