Una veste sontuosa, un gomitolo, una corona, una lettera esibita e abbandonata, l'assenza totale di un episodio dal repertorio iconografico o l'abbondante varietà di un altro... Sono queste le tracce che Francesca Ghedini segue per ricostruire, nel continuo confronto con i testi greci e latini, le vicende di cinque grandi figure della tradizione occidentale. Fronteggiando le mille contraddizioni che una civiltà pervasa e invasa dalle immagini conserva e riproduce nei secoli, l'autrice rilegge momenti poco noti o celeberrimi tramandati dal canone letterario e scava nell'iconografia che gareggia con le parole. Scopriamo così un'inedita Circe, figlia del Sole in esilio, diversa dalla dea-maga-seduttrice che domina parte dell'Odissea; riviviamo l'innominabile colpa di Pasifae; rileggiamo il percorso di Arianna, protagonista di un'infanzia dorata, abbandonata da Teseo, sposa di Dioniso, donna dalle molte morti. Una tavoletta diventa l'indizio per riconsiderare il desiderio che acceca Fedra e il raffronto con più voci permette di guardare con altri occhi la metamorfosi di Medea fanciulla innamorata, straniera in Tessaglia, infanticida assetata di vendetta. Amore e odio, tradimenti e malefici convivono con dati storici e artistici, ai quali si aggiunge quel pizzico di fantasia indispensabile per creare biografie coerenti e dare un'anima a queste donne nelle cui storie la parola si fa immagine e l'immagine ci tramanda una realtà diversa rispetto a quella codificata dai classici.
Giacomo Coralli, detto Jack, frequenta la scuola superiore ma da due mesi non riesce più a entrare in classe. La sua stanza è diventata il luogo in cui rifugiarsi lontano da tutti e tutto e in cui, quando non c'è nessuno in casa che possa ascoltarlo, dare libero sfogo alla sua immaginazione: è lì dentro che progetta, realizza e condivide i video in cui narra di Too Much Man, il supereroe che ha inventato. La nuova normalità di Jack, però, viene presto stravolta dall'arrivo dei nuovi vicini di casa, in particolare della loro figlia Adele con la quale condivide un inaspettato tragitto in auto, e dalla decisione dello psicologo di farlo tornare a scuola scortato dal giovane educatore Agostino, che dovrà aiutarlo a gestire la quotidianità. Per riuscire a tornare in classe Jack dovrà riconoscere e affrontare la propria fragilità, fallire molte volte e scoprire che le risorse per affrontare la vita vengono anche dall'amore da cui si è circondati. Età di lettura: da 11 anni.
Se Francesco, al culmine della propria esistenza, riceve le stimmate come sigillo della sua somiglianza con Cristo, Chiara alle soglie della morte riceve un abbraccio talmente intimo da Maria da non permettere più agli astanti di poter distinguere chi sia il modello e chi la copia. Come per la Poverella di Assisi la Madre di Dio è riferimento fondativo, così lo è per Francesco, al punto che entrambi vedono generati i loro Ordini proprio sotto la protezione della Vergine. In questo libro il lettore sarà accompagnato in un viaggio alla ricerca della spiritualità mariana di Francesco e Chiara, in un gioco di continui e affascinanti rimandi.
El discernimiento se presenta como un ejercicio de inteligencia, habilidad y también de voluntad, para aprovechar el momento favorable: son condiciones para hacer una buena elección. Discernir es un acto importante que nos ayuda a concretar un proyecto de vida, así como nuestra relación con Dios.
En el libro que tenéis en las manos encontraréis las catequesis del papa Francisco sobre el discernimiento cristiano, pronunciadas en las audiencias generales de los miércoles, desde el 31 de agosto de 2022 hasta el 4 de enero de 2023.
Delio Cantimori (Russi 1904 - Firenze 1966) è stato uno storico italiano. Ha insegnato alla Scuola Normale Superiore, all'Università di Pisa, in cui si era formato, e in quella di Firenze. Tra le sue opere, oltre a libri fondamentali come Eretici italiani del Cinquecento. Ricerche storiche (1939) e Utopisti e riformatori italiani, 1794-1847. Ricerche storiche (1943), si ricordano diverse raccolte di contributi, tra cui Studi di storia (1959); Storici e storia (1971); Umanesimo e religione nel Rinascimento (1975); Politica e storia contemporanea. Scritti 1927-1942 (1991).
Inclusività, sostenibilità, omofobia, resilienza, negazionismo: parole magiche e rituali, spesso prese in prestito da altre lingue, che caratterizzano il nostro modo di parlare e di affrontare i problemi del mondo. Siamo letteralmente sommersi da un profluvio di nuovi termini che, anziché arricchire il nostro vocabolario, lo ingabbiano e lo costringono entro limiti e definizioni molto spesso non attinenti alla realtà o che non veicolano nessun significato reale. Tutto questo corrisponde a una metodologia attentamente studiata che mira ad alterare la sostanza dei significati, e a corrompere il pensiero, instillando l'idea che la realtà sia opinabile e quindi modificabile. Chi si oppone rischia di passare come retrogrado, tradizionalista e sovranista, colpa gravissima in una società sempre più indistinta e priva di identità.
Nella Commedia dantesca tutto è orientato e disposto nell'ottica di un viaggio, in un movimento anagogico che comincia come una discesa nell'Inferno, proseguendo e svolgendosi come una salita purificatrice nel Purgatorio, per giungere infine a "l’alto seggio" (Inf., I, 121) nel Paradiso. Tutto avviene, scrive San Tommaso d'Aquino, nella profondità dello sguardo di Dio: sub specie aeternitatis. In quello sguardo che penetra l'intimo si compie il Trasumanar, la grazia della riconquista dello stato di pura e semplice somiglianza a Colui che tutto può.
Francesco Maitan nasce a Genova nel 1990. Compie i suoi universitari presso lo Studio Filosofico Domenicano di Bologna, affiliato alla Facoltà Teologica dell'Emilia Romagna, conseguendo nel 2015 il Baccalaureato in Sacra teologia e nel 2017 la Licenza in Teologia sistematica. Attualmente, oltre a insegnare Religione Cattolica presso le scuole secondarie di secondo grado della diocesi della diocesi Forlì-Bertinoro, è prossimo alla laurea magistrale di Filosofia presso l'Universita degli studi di Urbino "Carlo Bo”. Associato dell'Azione Cattolica e socio CAI, è sposato e papà di tre bambini.
Siamo a metà del cammino, il traguardo è ancora lontano e il tempo sta per scadere. Dobbiamo agire subito, se vogliamo che il secolo verde - iniziato nel 1970 con il primo Earth Day e destinato a concludersi cento anni dopo, quando l'India, il paese più popoloso del mondo, dovrebbe azzerare le proprie emissioni di anidride carbonica - non si tramuti in un secolo grigio, o addirittura nero. Ci sono profonde conseguenze del ritorno della guerra nel cuore dell'Europa anche per le politiche energetiche. La transizione ecologica è resa più complicata per l'aprirsi di nuove contrapposizioni geopolitiche. Intanto, ci rendiamo conto degli effetti dei cambiamenti climatici in atto; con eventi estremi sempre più frequenti; siccità prolungate; scioglimento dei ghiacci; migrazioni; carenze produttive e aumenti dei prezzi dell'energia e dei prodotti agricoli, con crescita delle povertà. Eppure, mai come oggi abbiamo a portata di mano strumenti tanto potenti ed efficaci per invertire la rotta, a patto che alla volontà politica dei governanti si unisca il consenso delle opinioni pubbliche, specialmente quando le scelte da compiere si mostrano impopolari. Perché ciò accada, scrive Francesco Rutelli, dobbiamo porci un grande obiettivo: approfittare della necessità di una rivoluzione green per realizzare la più ambiziosa e articolata politica occupazionale dell'età contemporanea, «approdando alla creazione di nuovi e buoni posti di lavoro "verdi"». Gli enormi passi avanti della ricerca (associati alle trasformazioni tecnologiche in corso) sostenuti dalla vivida sensibilità delle nuove generazioni ai temi ecologici possono imprimere una svolta decisiva a un rinnovamento che è ancora possibile. Ma sbrighiamoci, il tempo sta davvero per finire.
Papa Francesco dedica la sua nuova Lettera apostolica a San Francesco di Sales, una delle grandi figure della Riforma della Chiesa, dell'"umanismo devoto" e della mistica cattolica francese. Egli, nel susseguirsi dei tempi, non ha perso nulla della sua attualità. A distanza di quattrocento anni dalla sua morte, la sua proposta di vita cristiana, da interpretare nei solchi della storia feriale, resta tuttora affascinante. Edizione arricchita dall'Introduzione di Luigi Borriello e dall'Appendice di Giuliano Vigini. «San Francesco di Sales ci invita a uscire da una preoccupazione eccessiva per noi stessi, per le strutture, per l'immagine sociale e a chiederci piuttosto quali sono i bisogni concreti e spirituali del nostro popolo». (Papa Francesco)
Virtù giuridica, morale e politica: il coraggio di praticarla Chi esercita o dovrebbe esercitare la clemenza: il giudice misericordioso, il politico mite, il padre indulgente, l'insegnante comprensivo? Né pietà né perdono, la clemenza è virtù «gerarchica» per eccellenza, poiché descrive la disposizione benevola del superiore verso l'inferiore, talora richiesta alla giustizia, talora dalla giustizia concessa, quando con la grazia risparmia al condannato la vita o anni di pena. Attraverso un restauro storico-concettuale, tra metafore e immagini antiche, moderne e contemporanee, riscopriamo una parola vitale e multiuso, che non si inscrive nel solo ambito del diritto, ma ha a che fare con quello dell'etica e della politica.
Qual è dunque il legame tra l'amarsi, essere famiglia, e credere? Esiste ancora un futuro per la spiritualità familiare, per tramandare la fede attraverso le generazioni? Don Francesco Pesce esplora il tema dell'amore in una prospettiva ampia e relazionale, spingendo la sua riflessione all'interno delle famiglie e delle comunità parrocchiali. Il suo sguardo spazia nelle storie d'amore, ciascuna unica e originale, ma guarda anche alla possibilità di portare l'amore oltre i confini della propria casa, e poi guarda alla piccola chiesa domestica, rafforzata dagli eventi della pandemia, che ha dato nuova linfa all'esperienza spirituale delle famiglie. Un ultimo capitolo è infine dedicato ai nonni, agli anziani, e all'attaccamento che dimostrano, anche in tempi di "disinnamoramento" dal culto, alla messa e alla chiesa.
«Nella ricorrenza del quarto centenario della sua morte, mi sono interrogato sull'eredità di san Francesco di Sales per la nostra epoca», scrive papa Francesco, «e ho trovato illuminanti la sua duttilità e la sua capacità di visione. Un po' per dono di Dio, un po' per indole personale, e anche per la sua tenace coltivazione del vissuto, egli aveva avuto la nitida percezione del cambiamento dei tempi. Lui stesso non avrebbe mai immaginato di riconoscervi una tale opportunità per l'annuncio del Vangelo. La Parola che aveva amato fin dalla sua giovinezza era capace di farsi largo, aprendo nuovi e imprevedibili orizzonti, in un mondo in rapida transizione». Così, con questa lettera apostolica, scritta in occasione del IV centenario della morte di san Francesco di Sales, papa Francesco ripropone al popolo di Dio un modello di santità, possibile, per quanto alto e radicale, per ridonare freschezza alla fede, per riscoprire nell'amore il fondamento di ogni relazione: con gli altri e con Dio.