Attraversando la storia della moderna filosofia politica, come pure la storia del diritto pubblico e la storia politico-istituzionale tedesca, Carl Schmitt ha apportato alla cultura europea del Novecento un blocco di pensiero tra i più potenti e controversi. Questo volume ne offre una interpretazione complessiva soffermandosi sui concetti chiave di sovranità, decisione, eccezione, rappresentazione e - collocandola nella tradizione del pensiero politico e giuridico moderno e contemporaneo da Hobbes a Hegel, da Clausewitz a Nietzsche, a Heidegger, da Kelsen a Heller - definisce con chiarezza la posizione di Carl Schmitt all'interno del dibattito su liberalismo e democrazia, politica e tecnica, politica e guerra, secolarizzazione. Ciò che Galli restituisce con chiarezza al lettore è la complessità di un pensiero provocatorio nel quale coesistono grandezza e miseria, forza conoscitiva e tentazione autoritaria.
Carlo Galli insegna Storia delle dottrine politiche nell'Università di Bologna ed è direttore della rivista "Filosofia politica". Con il Mulino ha fra l'altro pubblicato: "Spazi politici. L'età moderna e l'età globale" (2001), "Multiculturalismo. Ideologie e sfide" (a cura di, 2006), "Lo sguardo di Giano. Saggi su Carl Schmitt" (2008) e "L'umanità multiculturale" (2009).
Carlo Galli torna ad occuparsi di Schmitt, circoscrivendo l'attenzione ad alcuni aspetti del suo universo intellettuale: le attitudini fondamentali di Schmitt verso lo Stato, la vasta gamma di significati che la nozione di "teologia politica" assume nel lungo svolgersi della sua riflessione, il confronto che lo impegna a più riprese con gli altri pensatori della politica (Machiavelli, Spinoza), la perdurante validità dei paradigmi schmittiani per la comprensione dell'età globale. Una approfondita analisi - quella contenuta in queste pagine - che illumina magistralmente uno dei più discussi protagonisti della cultura filosofica del Novecento, costantemente sospeso fra decostruzione e costruzione, tradizione e spregiudicatezza, prevedibilità e intuizione geniale, ideologia e dottrina, e tuttavia sempre capace di attingere alla struttura profonda della modernità.
Nel 2001 il Mulino ha pubblicato il "Manuale di storia del pensiero politico", curato da Carlo Galli, un'utile strumento per lo studio della riflessione politica dall'antichità ai giorni nostri. Per venire incontro alle esigenze della didattica e dello studio universitario, viene ora riproposta in volume autonomo, a cura dello stesso Galli, la parte dedicata al pensiero politico del Novecento: dalla crisi dell'ordine politico moderno alla trasformazione delle principali ideologie (nazionalismo, socialismo, liberalismo), dalla tragedia dei totalitarismi alla "rinascita" della democrazia nel secondo dopoguerra, dalla crisi dello Stato sociale ai processi di decolonizzazione e al neo-liberalismo, fino alle questioni poste dai processi di globalizzazione.
"Il presupposto di queste riflessioni è che l'11 settembre 2001 non sia stato consumato un "normale" attentato terroristico, che le azioni militari che ne sono seguite non siano state una "normale" rappresaglia, né una "normale" guerra, e che il fitto intreccio - la confusione - di categorie, di ambiti, di spazi che in questi fenomeni tuttora si manifesta tragga senso dall'orizzonte della globalizzazione, in cui essi si danno. E che quindi la catastrofe americana possa minacciare di cronicizzarsi, e segni se non l'inizio almeno la prima manifestazione in grande stile di una guerra di tipo nuovo, la guerra globale, che deve essere riconosciuta come una modalità della globalizzazione." (dalla Premessa dell'autore)
Per il catechismo significa soprattutto non nominare il nome di Dio senza rispetto e non bestemmiare. In realtà, nella sua formulazione più autentica, il comandamento biblico vieta di servirsi del nome del Signore per coprire ogni forma di ingiustizia: dal giurare il falso alle giustificazioni dell'oppressione, alle guerre sedicenti giuste. In un non lontano passato gli Stati moderni hanno definito giuste le loro guerre trovandone la legittimazione anche in simboli religiosi; e ancor oggi, in età globale, il connubio tra Dio e violenza resta più che mai all'ordine del giorno. Il nome di Dio continua perciò a dirsi in molti modi carichi di ambiguità, mentre la sua santificazione - prospettata nel "Padre Nostro" - dovrebbe essere uno spazio di libertà e rifrangersi nella costruzione di relazioni umane pacificate.