Scopo del libro è far accostare i lettori a un mondo molto lontano dal nostro, un mondo che va dal periodo successivo al tramonto di Roma alla fine dell'età carolingia. Per riuscirci, esso propone un itinerario attraverso una lunga serie di fonti, tradotte e interpretate, che percorrono tutto l'alto medioevo italiano, dal VI al IX secolo, e che mettono in primo piano figure diverse: gente comune e personaggi famosi, barbari e chierici, mercanti e vescovi, schiavi sconosciuti e sovrani come Carlo Magno. Anche se di solito sono bollati in modo semplicistico come "secoli oscuri", quelli dell'alto medioevo sono secoli importanti, nei quali nacque un nuovo mondo, diverso dall'antico ma al tempo stesso profondamente radicato in esso, caratterizzato da una società più semplice, dominata da una cultura della guerra e dalla religione cristiana.
Nelle fonti tra VI e XI secolo, l'espressione "tempi barbarici" indica i periodi di profondo cambiamento in cui si tenta faticosamente di trovare un nuovo equilibrio. Oggetto di un'intensa ricerca internazionale, l'alto medioevo appare adesso molto lontano dal quadro ottocentesco, che vedeva i barbari nel ruolo di fondatori delle nazioni europee oppure di distruttori della civiltà. Si è riconosciuta la sua importanza come momento delle origini del potere del papa e della nascita dell'Islam, dell'emergere di nuovi modelli maschili (i valori militari invece dell'otium) e di spazi per l'esercizio del potere pubblico da parte delle donne. Al suo interno agirono forze vecchie e nuove: i soldati barbari dell'esercito tardo romano si affermarono come nuovo gruppo di potere e i monaci irlandesi proposero la propria peregrinano come segno di santità. Pure lo stato si trasformò, dal modello romano regolato dalle imposte a uno in cui il rapporto di amicizia o di conflitto col re rappresentava il fattore decisivo, finché, durante la fase carolingia, si tentò di ricreare di nuovo un impero, basato sulla collaborazione fra il potere pubblico e l'ecclesia. Se l'alto medioevo resta ancora lo specchio delle domande che ci poniamo di fronte a ogni cambiamento epocale, le sue fonti ci invitano a interrogarci sulla sua storia, a comprenderne la lontananza e a osservarlo dalla giusta distanza.