Questo III? Ed ultimo volume raccoglie le omelie sul Vangelo di Matteo, dalla 62 alla 90.
Tutta l'umanita del Crisostomo nell'esortazione al cammino di conversione.
I sette panegirici su san Paolo sono i più celebri composti da Giovanni Crisostomo: Aniano di Celeda - che li tradusse in latino - scrive che in essi che l'Apostolo non vi è solo raffigurato, ma quasi risuscitato, per offrire di nuovo un esempio di perfezione. Molto verosimilmente questi panegirici risalgono ad un arco di tempo, compreso tra il 387 e il 397, quando Crisostomo esercitò il suo ministero di presbitero ad Antiochia, sua città natale. Ogni panegirico è incentrato su un tema principale che illumina un aspetto specifico della personalità e dell'attività apostolica e missionaria di Paolo, in particolare il suo intenso amore per Cristo, ma anche nei confronti di tutti, giudei e pagani, con l'ansia continua di condurre a salvezza ogni essere umano. In questa sua preoccupazione pastorale Crisostomo mette in luce il rapporto armonico tra la grazia di Dio, certamente prioritaria e elargita a tutti, e la libertà di scelta della volontà umana, invitata, senza costrizioni, ad accogliere il progetto divino di redenzione. È la prima edizione italiana con testo critico greco e traduzione a fronte. Introduzione, Testo critico, Appendici e Note di Auguste Piédagnel.
In prima traduzione italiana. Le 24 Omelie sulla Lettera agli Efesini rientrano nel suo più ampio corpus esegetico che copre tutte le lettere paoline. Per Crisostomo, l'Apostolo è un insuperato modello di vita cristiana, esempio perfetto e ineguagliato di predicatore, guida, maestro e pastore. Prova ne è la ricchezza di spunti interpretativi che scaturiscono per Crisostomo dal commento delle Lettere, e che vanno dal tema del peccato al rapporto tra anima e corpo, dalla denuncia della corruzione per avidità della Chiesa alla necessità che regnino tra gli uomini pace, coesione e affetto reciproco, dalle considerazioni sul matrimonio a quelle sull'educazione dei figli, per citarne solo alcuni.
Questo I volume raccoglie le prime 25 omelie del Vangelo di Matteo (le omelie che compongono il Commento al Vangelo di Matteo sono 90).
Opere giovanili sulla conversione di colui che fu vescovo di Costantinopoli.
I capisaldi teologici paolini trovano ampia risonanza nell'argomentazioni del Crisostomo, nell'insistenza con cui certi problemi vengono meditati e proposti.
L'omelia "Sul Natale del salvatore nostro Gesù Cristo", censita anche con il titolo "Sul Natale di Cristo", è un testo molto conosciuto nell'antichità, tanto che se ne conserva una versione in armeno e altre in arabo, siriaco, georgiano e paleoslavo. Fin dalle prime parole, il testo mette al centro il tema che l'attraversa per intero: il mistero che avvolge la nascita divino-umana di Gesù in relazione al cosa, al come e al perché. «Osservo un mistero strano e paradossale: le mie orecchie risuonano del canto dei pastori che con la zampogna non modulano una melodia solitaria ma intonano un inno celeste. Gli angeli cantano, gli arcangeli celebrano, i cherubini inneggiano, i serafini rendono gloria, tutti fanno festa vedendo Dio in terra e l'uomo nei cieli». Dio che si fa uomo e il parto della Vergine aprono conflitti nella mente umana, suscitano aporie, possono condurre allo scetticismo e al rifiuto. Un conflitto tra ragione e fede che richiede di «non indagare con discorsi» quella nascita, quanto piuttosto di venerarla in silenzio.
Giovanni Crisostomo (349-407), le parole e il suo pensiero su cui pone l’accento nelle sue omelie e nelle sue lettere, toccano facilmente il cuore del lettore.
In queste meditazioni, tratte dai suoi scritti, Giovanni mostra tutta la sua vicinanza a tutti i fratelli nelle loro diverse povertà e fragilità e nelle quali possiamo facilmente riconoscere le nostre a molti secoli di distanza.
Le omelie sulla Passione del Signore, per la prima volta in edizione italiana in un volume singolo, offrono la possibilità di una lettura mirata e personale della Passione e morte di Gesù. I quadri su cui si concentra l'attenzione di Giovanni Crisostomo sono quelli della presunzione di Pietro, della disperazione irredenta di Giuda, dell'incredulità dei giudei e della colpevole debolezza di Pilato, le figure positive del centurione, di Giuseppe di Arimatea, delle donne. La persona di Gesù attraversa tutti questi quadri. Egli, che non viene meno neanche per un momento alla sua missione di maestro, fa da contrappunto agli scompensi che ogni personaggio porta con sé e che riproducono anche i nostri limiti e le nostre cadute.
Destinatari
Un classico, per sacerdoti e diaconi. Ma anche per gruppi di ascolto.
Autore
Giovanni Crisostomo, vissuto a Costantinopoli nel IV secolo, ebbe tale soprannome, «Bocca d'oro», per i suoi sermoni di fuoco che duravano anche un paio d'ore. Con essi fustigava vizi e tiepidezze e dava severi richiami ai monaci indolenti e agli ecclesiastici troppo sensibili al richiamo della ricchezza, ma soprattutto ammaestrava e correggeva.