Dal suo apparire sulla ribalta del Novecento ai nostri giorni la poesia di Gozzano è stata volta per volta catalogata come residuo ottocentesco, come anticipo delle avanguardie, come pendant sarcastico di D'Annunzio, o come caposcuola del 'crepuscolarismo': ma resta irriducibile ad ognuna di queste classificazioni. Come per primo vide Serra, Gozzano non va confuso con i suoi travestimenti: fu un narratore capace di trasferire in versi tutto un mondo, trattandolo con l'arte giocosa dell'illusionista e con l'ironia profonda del contemporaneo di Pirandello e Pessoa. In questo volume, alle sue poesie più belle si affiancano le prose dell'osservatore attentissimo ai fenomeni della società moderna e del sapiente rievocatore di quella passata. Una scelta di lettere documenta l'itinerario esistenziale dello scrittore, dalle scorribande giovanili in bicicletta nel Canavese, al viaggio in Oriente, al contrastato legame con la Guglielminetti. Introduzione di Pier Paolo Pasolini.
Il volume presenta criticamente l'intera produzione poetica di Gozzano. E' introdotto dalla prima raccolta in versi pubblicata dal poeta, La via del rifugio (1907), che gli assicurò successo di pubblico e di critica. A questa segue I Colloqui, del 1911, contenente alcune delle sue composizioni più note e dove meglio si definisce la poetica di Gozzano. Una terza parte riguarda le Poesie sparse, raccoglie versi rimasti manoscritti, o apparsi su periodici e giornali, oppure di incerta attribuzione ancora in tempi recenti. L'ultima sezione comprende le Epistole entomologiche, poemetto in endecasillabi rimasto incompiuto.