“Ciò di cui meno riuscivo a liberarmi era l’idea crudele che, qualunque cosa io avessi visto, Miles e Flora vedevano di più... cose terribili e inimmaginabili che sorgevano dai tremendi spazi che avevano condiviso in passato.” Flora e Miles sono due bambini orfani affidati alle cure di una giovane governante da uno zio che mette a disposizione una sontuosa dimora ma non vuole essere per nessun motivo coinvolto nelle loro esistenze. All’inizio il clima è idilliaco, ma pian piano emergono i fantasmi di servitori passati che sembrano possedere i bambini. La governante ingaggia una lotta disperata contro le presenze maligne mentre si fa strada nel lettore il dubbio che sia solo lei ad avvertirle. In questo romanzo breve del 1898 Henry James coniuga la tradizione del romanzo gotico con un’indagine psicologica finissima.
Viaggiare con Henry James in queste pagine è come prendersi una vacanza senza fretta in compagnia di un giovane amico brillante, dalla grande esperienza, con un'istruzione fuori dal comune. La nostra guida è un osservatore curioso di paesaggi, strade e chiese delle città che visita ma anche di gallerie d'arte o spettacoli e delle caratteristiche delle persone che incontra.
''In viaggio'' è un libro da leggere molto lentamente, per assorbire al meglio lo sguardo, le intuizioni e le riflessioni di un grandissimo scrittore. Ricca di fascino e critica pungente, questa raccolta inedita di appunti di viaggio ci restituisce un Henry James inconsueto, tutto da scoprire.
Che racconti del viaggio al Lago George, dei pomeriggi in visita alle mostre d'arte a Parigi o delle avventure in Toscana e a Roma, James delizierà i lettori con le sue osservazioni mai banali, capaci di suscitare in tutti la nostalgia di luoghi in cui non si è stati.
Il libro venne pubblicato nel 1898, dapprima a puntate e solo in seguito in volume. Una giovane istitutrice viene chiamata per seguire due bimbi rimasti orfani e affidati alle cure di uno zio che, per diverse ragioni, non può occuparsi di loro. Questi assume la giovane donna a una sola condizione: di non contattarlo mai, qualsiasi cosa succeda ai ragazzi. Pertanto dovrà risolvere da sé ogni tipo di problema. Sempre! L'istitutrice fa quindi la conoscenza dei due ragazzi di ritorno dal college. Sono veramente intelligenti e adorabili. Lei si appassiona al lavoro e tutto sembra procedere per il meglio... sennonché cominciano ad apparire per la casa, sempre più sinistramente, due figure: un uomo con i baffi e una donna vestita a lutto... Un classico della letteratura gotica che ha ispirato decine di film e miniserie tv, opere liriche e teatrali, persino fumetti, qui tradotto dalla vibratile penna di Luigi Lunari.
Paul Overt, giovane scrittore con qualche buon romanzo alle spalle, incontra con grande emozione Henry St. George, lo scrittore da lui idolatrato, che lo mette in guardia dalle insidie dell'amore romantico, essendo persuaso che la vita di famiglia, con i suoi gravami, comprometta la creatività e l'integrità artistica. Esaltato e lacerato dalle parole del collega più anziano, Overt partirà per un lungo viaggio all'estero. Ma al ritorno, due anni dopo, di fronte a una sorpresa dal sapore beffardo, si domanderà se il sublime sacrificio che avrebbe voluto imporsi fosse davvero così imperativo: e la lezione che avrà imparato sarà meno eccelsa, e più venefica, di quella impartitagli dal sommo, ineffabile Maestro. Capolavoro di ambiguità al pari di "Giro di vite", "La lezione del Maestro" è uno dei numerosi racconti che Henry James dedicò all'arte dello scrivere: e uno dei suoi prediletti, tanto che volle includerlo nella selettiva New York Edition delle sue opere (19071909).
"Più di 700 pagine che si leggono d'un fiato, portati dalla maestosità di una corrente che è quella stessa del Gange o del Volga (...). Quasi a contraddire il carattere atarassico di questa corrente, lo stile è vivace è animatissimo, ma anche molto sorvegliato. Henry James non è di quegli scrittori che lasciano andare i personaggi lungo la strada su cui loro stessi li hanno messi: egli interviene di continuo, a commentare quel che pensano dicono e fanno, a volte con lapidarie sassatine ironiche, a volte con lunghe introspezioni psicologiche, anche queste sempre interrotte o concluse da sorprendenti colpi di freno, minimizzanti e dissacratori: quasi l'autore avesse paura ad abbandonarsi al sentimento, a lasciar andare se stesso e i personaggi, distogliendoli - e distogliendosi - dal grande flusso di cui abbiamo fatto cenno. (...) 'Ritratto di signora' va letto con calma, con pazienza, come per una crociera su un grande fiume, durante la quale ogni tanto ci si ferma per ammirare un paesino, o una chiesa, o un antico convento. Oppure no: saltando subito alla fine, onde informarsi come va a finire, liberarsene del pensiero e tornare poi a concentrarsi sui suoi straordinari elzeviri." (dalla postfazione di Luigi Lunari)
Caroline Spencer è una giovane insegnante del New England che dai libri ha appreso tutto, tranne la capacità di discernere la realtà dalla fantasia. E sullo scollamento tra l'esperienza reale e l'ingenua disposizione della protagonista si gioca questo racconto in quattro atti di Henry James. Inseguendo l'Europa romantica di Byron, Caroline arriva a Le Havre dopo una lunga traversata, ma ad accoglierla, insieme agli scorci pittoreschi della provincia francese, c'è un crudele scherzo del destino. Una nuova, indimenticabile eroina dalla penna del grande Henry James.
I tre racconti lunghi, qui presentati, sono esemplari del mondo narrativo di James e toccano temi ricorrenti della sua prosa: la differenza fra la cultura americana e quella europea, fra il candore e l'innocenza del Nuovo Mondo e la raffinatezza spesso decadente del Vecchio Mondo; l'analisi dei personaggi, intrappolati nei loro caratteri; il destino insito nelle cose e nelle situazioni. Tre racconti, tre città (Roma, Firenze, Venezia), tre storie d'amore, tragiche quando sono innocenti; beffarde quando sono maliziose.
Storia di un'enigmatica figura femminile in viaggio per mare verso un altrettanto enigmatico matrimonio, il lungo racconto Il Patagonia ha sorprendenti punti di contatto con il più noto Daisy Miller ed offre - come sempre nelle opere del grande scrittore americano - assieme alla rappresentazione dei riti sociali di un'epoca, una sottile esplorazione degli insondabili abissi dei sentimenti umani.
"Veniva messa a parte di passioni su cui fissava lo stesso sguardo che avrebbe riservato al rimbalzare delle immagini dalle lastre di una lanterna magica a un muro. Il suo piccolo mondo era fantasmagorico: strana danza di ombre proiettate su un lenzuolo. Spettacolo che pareva allestito per lei, soldo di cacio di bambina spaurita nel buio di un grande teatro." La storia di Maisie, divisa da una sentenza del tribunale in due metà tra i genitori contendenti e sbalzata dall'uno all'altro in un intreccio crudele e insensato di avidità, corruzione ed egoismo, è quella del suo disorientamento e stupore, della sua progressiva consapevolezza e del tentativo di ritagliarsi uno spazio e una identità attraverso le mille strategie dell'immaginazione infantile.
Il filo che lega i tre racconti qui raccolti (Il matrimonio di Longstaff Louisa Pallant, I matrimoni) è il matrimonio, o, meglio, la sua mancata realizzazione, per incapacità dei protagonisti o per l'avversa presenza di altri personaggi. Ambigui ed inquietanti, questi tre racconti, profondamente unitari, offrono un saggio singolare dello stile di Henry James, della sua sostanziale sfiducia nella stabilità dei rapporti umani, e della sua magistrale capacità di rappresentare la complessità dei sentimenti e del vivere sociale.