Uscito nel 1915, un anno prima della sua scomparsa, l'ultimo romanzo del prolifico autore statunitense "Il vagabondo delle stelle" fu un "caso" per la scabrosa tematica della pena di morte e dei maltrattamenti "legalizzati" nelle carceri californiane e per la forte critica sociale che lo pone tra le opere assolute di London, e nel tempo è diventato uno dei romanzi preferiti dei suoi lettori. Per la prima volta la traduzione e la curatela partono da approfonditi studi accademici, dando un amalgama nuovo alla storia complessa e mozzafiato del condannato a morte Darrell Standing (il laico London disse che questo era il suo "romanzo di Gesù") con Jake Oppenheimer e Ed Morrell, personaggi realmente esistiti. Il protagonista, in isolamento, riesce grazie alla autoipnosi a vivere esperienze extracorporee e a rivivere vicende storiche come il massacro di Mountain Meadows e l'uccisione di Gesù. In anticipo sui tempi, "Il vagabondo delle stelle" contribuì a cambiare le leggi carcerarie della California; mentre la sua sconcertante attualità fa ancora riflettere sui metodi della giustizia e della rieducazione sociale. Postfazione di Jay Williams.
Ambientada en la vida agreste y salvaje de una frontera que trasciende su mero carácter físico para convertirse en una encarnación del conflicto entre la naturaleza y el ser humano alienado de ella, “Colmillo Blanco” es una de las obras más célebres de Jack London (1872-1916). Reverso casi simétrico de “La llamada de la naturaleza” –publicada también en esta colección–, en la historia del perro salvaje que, significativamente, se degrada en su contacto con el hombre, hallamos en efecto, matizadas por la belleza de los grandes escenarios naturales y una remota esperanza de redención, las inquietudes que rigen toda la obra del autor estadounidense: el choque entre civilización y naturaleza, la perpetua pugna entre el bien y el mal, la supervivencia del más fuerte, el determinismo genético, la selección natural.
Un cane grosso, forte, fedele e intelligente di nome Buck. Un'interminabile avventura nel freddo e sconfinato Nord. Una voce misteriosa e selvaggia che risveglia l'istinto. Età di lettura: da 8 anni.
Rapito e condotto tra i ghiacci del Klondike, all'epoca della febbre dell'oro, Buck viene picchiato e costretto a divenire un cane da traino, sperimentando i molteplici volti dell'animo umano, meschinità e grandezza, cupidigia e altruismo, aggressività e affetto. Nelle molteplici esperienze apprende la fatica e l'orgoglio dei cani da slitta e si trova più volte costretto a lottare per sopravvivere, finché la lezione del bastone e della zanna fa riaffiorare in lui l'ancestrale istinto selvaggio. Sfruttato duramente dai suoi ultimi padroni, Buck viene salvato da John Thornton, con il quale ritrova l'amore per l'uomo. Ma il richiamo della foresta e della natura si fa dentro di lui sempre più irresistibile...
"Ricordo che, subito dopo la pubblicazione del mio primo libro, fui invitato al Bohemian Club di San Francisco. Ci sedemmo su comode poltrone di pelle e ordinammo da bere. Non avevo mai udito un simile elenco di nomi di liquori e di cocktail a base di scotch. Conoscevo solamente le bevande dei poveri, delle città di marinai e di frontiera - birra scadente e whisky ancora più scadente. Nell'imbarazzo della scelta, ordinai un bicchiere di vino rosso, il che fece quasi svenire il cameriere - vino rosso dopo cena". Questo è solo uno degli aneddoti ironici che punteggiano quella che, a sua stessa insaputa, rimane come la vera e propria autobiografia di Jack London. Era il 1913, ed egli era all'apice del suo successo come autore di romanzi d'avventura, quand'ecco che, noncurante del rischio di scalfire tanta popolarità e soprattutto la sua immagine di narratore di grandi illusioni vitalistiche, London decide di gettare la maschera e svelare la sua seconda natura, quella "involontaria" di bevitore incallito. L'intento è dichiarato: puntare l'indice contro le regole della socialità che inducono gli uomini a bere per dimostrarsi tali, sin da piccoli. Non poteva sapere che di lì a tre anni la sua vita sarebbe prematuramente volta al termine e che quelle pagine sarebbero rimaste come la testimonianza della sua intera esistenza. Accanto alla lucida e coraggiosa denuncia che lo anima, a catturare oggi il lettore è il racconto vibrante di una vita vera, vissuta all'insegna dell'avventura e della sfida con la natura.
"Lo stomaco non mi perdonerà mai le schifezze che l'ho costretto a ingurgitare e l'anima la devastante disperazione di cui son stato testimone... Sono nauseato di quest'umana voragine infernale che ha nome East End." A Londra nell'estate del 1902 Jack London condivide la vita di vagabondi, disoccupati e operaie, si veste da clochard e abita nel dedalo di vicoli dove, un quindicennio prima, si aggirava Jack lo Squartatore. Per raccontare il cuore di tenebra della metropoli, il vasto slum proletario a ridosso del fiume e dei docks, questo autore promettente, fiore all'occhiello del giovane movimento socialista statunitense, non si limita a usare la penna in modo magistrale: con la sua Kodak scatta decine di folgoranti istantanee, alcune delle quali sono qui riprodotte per la prima volta in un'edizione italiana. Visi e corpi colti con attenzione da etnografo ma sempre con profonda umanità - che dialogano efficacemente con la parola scritta.
"Zanna Bianca, il protagonista del romanzo, è l'unico di quattro cuccioli che riesce a sopravvivere in una grotta dello Yukon, sopra un torrente, lontano da ovunque. Dentro la tana inaccessibile, il piccolo lupo viene al mondo generato da colei che viene semplicemente presentata come 'la lupa' e la prima parte del libro lascia in questa sospensione il lettore per condurlo sulla pista dei valori 'primordiali', senza nomi e cognomi. È come se London volesse sfruttare un archetipo e i suoi simboli; solo in seguito scopriamo che 'la lupa' è Kiche, figlia di un lupo e di un cane, una femmina agguerrita e astuta, già di proprietà del capotribù Castoro Grigio. [...] Zanna Bianca nasce nel Wild e nasce lupo con dentro il codice genetico del cane: quest'altro archetipo alla fine prevarrà dopo una lunga storia formativa fatta di durezza e amore, rinuncia e crudeltà. Anche il padre di Zanna Bianca è un archetipo, ma il vecchio lupo grigio Occhio Solo, sopravvissuto a mille battaglie e alla furia della natura selvaggia, diventa il simbolo della vita che sopravvive a se stessa, del Wild che scorre dalle generazioni che lo hanno preceduto a quelle future." (Dalla Postfazione di Davide Sapienza)
Una collana di classici pensata espressamente per il target dei più piccoli. Economica, maneggevole, tascabile, di prezzo accessibile e molto accattivante dal punto di vista grafico. I Classicini sono libri leggeri, coloratissimi, scanzonati, che vogliono rendere giustizia a storie emozionanti e bellissime, storie che si possono e si devono poter raccontare come delle fiabe, che si possono voler leggere e rileggere tante volte. Età di lettura: da 7 anni.
Rapito e condotto fra i ghiacci del Klondike, Buck è costretto a diventare un cane da slitta e a imparare a sopravvivere in un ambiente ostile. Dopo aver sperimentato ancora una volta nella sua vita l’affetto per un essere umano, Buck segue il proprio istinto di essere libero e selvaggio e torna nella foresta, dove vivono i lupi, lontani eredi dei suoi antenati.
Jack london, è lo pseudonimo del romanziere statunitense John Griffith London (San Francisco 1876 Glen Ellen, California, 1916). Dopo una giovinezza avventurosa e priva di studi regolari, si dedica alla letteratura, divenendo uno degli scrittori più prolifici e di maggiore successo dei suoi tempi. Tra i suoi romanzi più famosi ricordiamo Il richiamo delle foresta, Zanna Bianca e l’autobiografico Martin Eden.
"Quello che Zanna Bianca affronta e comprende è quello che anche noi dobbiamo imparare. L'ingiustizia dà vita ad altra ingiustizia, la crudeltà ad altra crudeltà e anche se, come questo lupo, ciascuno di noi porterà sempre addosso le proprie cicatrici, fortunatamente nello stesso modo l'amore porterà sempre altro amore, la fedeltà altra fedeltà. È questo che salva Zanna Bianca ed è questo che può salvare anche noi." (Dall'introduzione di Miki Monticelli). Età di lettura: da 9 anni.
Jack London (1876-1916) all'età di 14 anni iniziò a lavorare in una fabbrica di San Francisco; seguirono poi i più svariati mestieri: marinaio, cacciatore, sindacalista, cercatore d'oro e, infine, scrittore. Si avventurò nel Klondike alle prime notizie della scoperta dell'oro in quella regione, nel 1897, ma la dure condizioni ambientali e il sopraggiungere dello scorbuto obbligarono lo scrittore a rinunciare al suo sogno di ricchezza. Se London non aveva trovato l'oro, aveva però scoperto un universo: quello delle selvagge e inospitali terre del Grande Nord, dei cercatori d'oro e dei loro cani da slitta. In questo romanzo del 1903, l'autore trasformò la sua esperienza in Alaska in un racconto appassionante, dove uomini e cani lottano per la vita e per l'oro. Introduzione di Erminia Dell'Oro. Età di lettura: da 8 anni.
Storie di pugni è un'antologia di racconti sulla boxe impreziosita dal reportage che London scrisse per il "New York Herald" in occasione della celebre "Sfida del secolo", il primo evento sportivo ad accendere l'interesse e la passione di milioni di appassionati di tutto il mondo: il "gigante di Galveston" Jack Johnson, primo campione nero dei pesi massimi fu sfidato da James Jeffries, "la grande speranza bianca" imbattuto campione del ring. Jeffries andò giù al 15esimo round. La folla esplose. Fu uno dei primi eventi sportivi ad essere ripreso dalle telecamere. Ma la loro diffusione fu proibita. Il KO dell'uomo bianco non doveva essere visto. "La sfida", "Una bistecca" e "Il messicano" sono gli altri racconti presenti in "Storie di pugni", dove la boxe si erge a protagonista principale ma anche a veicolo per parlare e scrivere d'altro, come nella migliore tradizione del racconto di sport: rivoluzione e speranza, gloria e declino, morte e amore sono i temi toccati e raccontati attraverso il medium privilegiato che è la boxe. Un London giornalista, scrittore e cronista sportivo, capace di descrivere con il suo stile asciutto e inimitabile tutta l'epicità degli albori della boxe moderna, allora come oggi una disciplina fatta di sofferenze, dolore, passione e coraggio.