Tre contributi compongono questo volume. Il primo, di Corrado Lorefice, propone la ricezione creativa del magistero di Francesco della Fratelli tutti, e l'elaborazione di una riflessione teologico pastorale contestualizzata, cioè fedele all'incarnazione. Il secondo, di Anna Staropoli, è un "canto- del riscatto degli scartati e dei vulnerabili, uno spartito pensato e scritto con la pedagogia del sogno di papa Francesco. Il terzo, di Vito Impellizzeri, pone come nuovo passo la necessità e la voglia di assumersi teologicamente la corresponsabilità del cambiamento, la novità di pensare ad uno stile cristiano con cui viverlo e con cui legarlo alla storia del regno di Dio tra di noi. Come ben suggerisce l'immagine della copertina, il famoso mercato de La Vucciria di Palermo, di Renato Guttuso, la prospettiva di fondo di tutto il testo è il vangelo incarnato in una città, in questo caso Palermo, nei suoi colori, sapori, odori, abitanti, ferite, relazioni... Palermo come Gerico, la città di Zaccheo che vuole vedere e ospitare Gesù, la città della guarigione del cieco nato... una città profondamente legata all'intervento di Dio nella storia. In questa città, come in ogni città, la strada può diventare un'occasione favorevole, una struttura di grazia se, come il buon samaritano, si fa dell'altro, del suo dolore e delle sue ferite, il proprio tempo.
Un nuovo volume che si aggiunge alla collana sull’Evangelii gaudium. Un testo semplice e molto propositivo che affronta il tema della povertà partendo da importanti interrogativi: Siamo una Chiesa capace di prendere l’iniziativa, di coinvolgersi, accompagnare, frutti care, festeggiare?
La comunità evangelizzatrice si mette, mediante opere e gesti, al servizio dei poveri?
Affermiamo senza giri di parole che esiste un vincolo inseparabile tra la nostra fede e i poveri?
Siamo convinti che per la Chiesa l’opzione per i poveri è una categoria teologica prima che culturale, sociologica, politica o filosofica?
Prestiamo attenzione alle nuove forme di povertà e di fragilità in cui siamo chiamati a riconoscere Cristo sofferente (cfr. Mt 25,40)?
Davanti a questi interrogativi ci chiediamo in che direzione dovrà andare la Chiesa.
Corrado Lorefice, Arcivescovo Metropolita di Palermo, firma con questa Lettera pastorale, un documento di grande profondità che spiega chiaramente la via che egli ha intrapreso nel suo cammino di pastore. L'essenza della pastorale è prendersi cura del proprio gregge così come Dio che ci ha salvati e raccolti in Cristo, tutti, e tutti insieme noi «camminiamo con le donne e con gli uomini del nostro tempo per creare una civiltà della giustizia e della misericordia. Inoltriamoci insieme su questa via dietro a Gesù, al suo Evangelo, alle Scritture».
La prospettiva della «Chiesa dei poveri» alla luce del mistero di Cristo presente nei poveri, tema centrale nel pontificato di Bergoglio, affonda le sue radici nell'humus del Vaticano II e può essere ricondotta storicamente agli interventi pronunciati durante l'assise conciliare dal card. Giacomo Lercaro, arcivescovo di Bologna, di cui era assistente Giuseppe Dossetti. Con il suo desiderio di «Chiesa povera e per i poveri» Francesco legge la povertà come fenomeno di portata storica globale, un luogo teologico rivelativo della presenza del Signore, riconoscendolo «come un inequivocabile segno dei tempi che la Chiesa è chiamata a comprendere con gli altri uomini e ad assumere nell'accompagnare la vicenda storica del nostro tempo verso il compimento del regno di Dio».