Il presente compendio:
· fornisce una solida preparazione generale sul diritto sindacale e del lavoro
· offre una completa disamina di tutti gli argomenti storici e attuali della materia
· analizza tutti i temi del diritto sindacale e del lavoro privato e pubblico
· è ideale per chi si approccia allo studio della materia in vista di prove concorsuali o esami di abilitazione alle professioni giuridiche
Il volume è aggiornato:
- alla Corte Cost. 16 luglio 2020, n.150, in tema di jobs act
- al decreto Rilancio
- al decreto Cura Italia
Essere genitori non è mai stato facile, ma mai come oggi pare essere una "Mission Impossible". I cambiamenti epocali che ci hanno travolto hanno reso fragili e insicuri anche noi adulti. I nostri figli, senza più veri modelli e forti solo delle "sirene" che li richiamano costantemente da Internet e dai social media, finiscono per assorbirne le nuove regole, le quali esautorano tutte le figure educative di riferimento, genitori e insegnanti in primis. Ma l'aggressività dei nostri figli, diversamente da quanto avvenne anche solo con la generazione precedente, è solo sintomo di un grande disorientamento, che li rende permeabili e vulnerabili a nuove e pericolose minacce, dell'oggi e del domani. La vita che li aspetta, come e più di un collegio, dove almeno tutto è moderatamente prevedibile, sarà ricca di complessità, di imprevisti, di frustrazioni e di fatica. Molti genitori, di fronte agli insuccessi dei figli, finiscono per ergersi a prescindere in loro difesa, finendo così per minare l'autorevolezza degli insegnanti e per accrescere le debolezze dei ragazzi. È quindi quanto mai urgente ridare importanza alle regole, che sono necessarie per aiutare i nostri figli a costruirsi una coscienza di sé, a superare smarrimenti e frustrazioni, così da renderli capaci di affrontare con coraggio le sfide che la vita porrà loro. Ecco il merito di questo volume del professor Andrea Maggi: un decalogo essenziale, per far riscoprire ai ragazzi il valore delle regole e di quelle scelte consapevoli che un domani li renderanno cittadini responsabili, sicuri di sé e, soprattutto, donne e uomini felici.
Dopo aver raccontato con candore e allegria dei giorni trascorsi tra interventi chirurgici, terapie e speranze in «Chi non muore si rivede», Alberto Maggi risponde alle tantissime richieste dei suoi lettori curiosi di conoscere il resto della sua vita. Riprendendo così il filo interrotto dei ricordi, sfogliamo un ideale album di avventure per scoprire aspetti inediti e sorprendenti: il bambino ribelle in un'Italia del Dopoguerra più povera ma ricca di speranza, una scuola non sempre capace di contenere tutto il suo entusiasmo, la scoperta dell'amore, il riconoscimento della vocazione e la scelta - in un primo momento osteggiata dalla famiglia - di diventare frate. Condividendo la sua storia senza mai scivolare nella nostalgia, Alberto Maggi ci indica la strada per rispondere sempre con il sorriso alle difficoltà che ci impone la vita, per non arrenderci mai alle avversità e continuare sempre a combattere per i nostri sogni e per la felicità nostra e di chi ci sta accanto.
Della madre di Gesù si sono impadroniti, nel corso dei secoli, i movimenti più retrivi e reazionari, e la sua limpida figura è stata inquinata da una pioggia di pseudo-apparizioni di una madonna sempre loquacissima, che affida misteri e segreti a persone d'ogni genere e che non manca di versare lacrime, magari di sangue, da statue di ogni continente. Con "Nostra Signora degli eretici" Alberto Maggi si rivolge invece a quanti vogliono riappropriarsi della figura di Maria in quella che è la sua reale essenza, e che desiderano riscoprire la sua stupenda figura per amarla come sorella nella fede. Solo in questo modo è possibile cancellare quell'aura che per secoli l'ha resa distante, inavvicinabile, inimitabile, per riuscire così a vedere Maria con gli occhi di un abitante di Nazaret, e Gesù con gli occhi di Maria e della sua famiglia.
Che cosa accade quando un uomo e una donna - una coppia - entrano nel giardino del Cantico dei Cantici e, ascoltando la voce dei due giovani amanti, osano dialogare con loro e tra loro? Lidia Maggi e Angelo Reginato provano a percorrere in queste pagine la strada di una lettura dialogata del testo biblico intrecciando - in sintonia col Cantico - le loro due voci e il loro amore con quello delle Scritture.
È una rara notte di temporali, in Sardegna, quando arriva il mostro. La ragazza era riuscita a fuggire, ma lui, il suo rapitore e aguzzino, l'ha inseguita e l'ha uccisa, incurante del fatto che a pochi metri di distanza ci fosse una pattuglia della polizia. Per questo, subito arrestato, il mostro viene portato immediatamente in carcere. Lì, ad attenderlo, c'è un mondo chiuso fra mura spesse e sbarre di ferro alle finestre. Lì, soprattutto, c'è Sante. E l'arrivo di quell'assassino è forse l'occasione di redimersi che Sante attende da tutta la vita. Sante ha un segreto, una colpa da espiare, un passato da cui scappare. Eppure, Sante è in prigione per sua stessa volontà. Perché lui non è un carcerato, ma una guardia. La sua è una condanna autoinflitta. Ma quella notte tutto cambia. Può un peccato cancellarne un altro? Perché quel mostro è ricco e protetto. Ha agganci altolocati. Se la caverà, dice a Sante l'avvocato della madre della vittima. L'assassino ne uscirà, a meno che Sante non intervenga. E lo uccida. L'avvocato promette a Sante un alibi, una copertura, una via d'uscita e soprattutto tanti soldi. Uccidere è la cosa giusta? Si chiede Sante. Ma il giorno dopo, nulla di tutto ciò ha più importanza. Perché il mostro è stato ucciso e tutti i sospetti cadono proprio su di lui, su Sante. Che, da quel momento, non ha altra scelta che la fuga... E la ricerca della verità. Un conflitto morale che ci porta a chiederci: noi cosa faremmo? E una verità che emerge poco a poco in un quadro sempre più sconvolgente.
«Di questi tempi» oppure «al giorno d'oggi» sono espressioni che indicano sempre qualcosa di negativo, che si parli dei giovani come della politica, della famiglia, del lavoro. Sempre più spesso si avverte in giro un rimpianto per i «bei tempi» andati, per un passato che è sempre più felice del presente, e che non ritornerà più, come la moda e le canzoni di una volta. Ma Alberto Maggi, con la sua contagiosa gioia di vivere, ci dimostra che questa nostalgia non ha ragion d'essere, e che invece si può e si deve vivere serenamente il presente e andare incontro fiduciosi al futuro. Perché infinite sono le piccole e grandi bellezze che costantemente costellano la nostra esistenza, e che troppo spesso ci ostiniamo a trascurare. L'importante è avere la voglia e la capacità di aprire gli occhi e il cuore, e grazie alle riflessioni sul mondo raccolte in questo libro, sarà più facile per tutti vivere le novità sempre come opportunità e mai come un pericolo.
Monica Maggi con questo suo primo libro "Sguardo fisso sulla vita" ci mostra come anche dalle vicissitudini di salute, da lei affrontate e qui narrate, sia possibile trarre motivi di apertura alla vita e persino di spinta alla gioia di vivere. Suo obiettivo iniziale è quello di raccogliere sotto forma diaristica la successione di alcuni episodi che sconvolgono non poco il corso normale di vita, per ricavarne stimoli positivi di autoriflessione e incoraggiamento. L'obiettivo, infatti, diviene più complesso. Non si tratta più solo di dialogare con sé, di interpretarsi, di interrogarsi, ma di rendere il più vasto pubblico di lettori partecipe di un mondo di vissuti troppo ricco di significati per non es-sere comunicato. E Maggi lo fa sommessamente, con un linguaggio semplice e gradevole, uno stile scorrevole, un contenuto a forte carica emozionale. Utile specie a quanti non riescono a "intravedere la luce in fondo al tunnel" e sono in viaggio alla ricerca di un senso della vita. Viene così allo scoperto una personalità, quella dell'Autrice, estremamente sensibile, attenta all'umano, ma anche determinata e, persino, eccezionale. Per l'eccezionalità non tanto delle esperienze vissute, anche se non comuni, quanto del modo, anche coraggioso e sagace, con cui, con successo, le affronta e tuttora le gestisce.
La Riforma protestante declinata al plurale, ossia come processo differenziato che ha coinvolto e intersecato aspetti ed esperienze molteplici: è in questa prospettiva che si colloca la panoramica storica offerta da questo saggio, in cui vengono affrontate le diverse riforme, da quelle promosse dai Riformatori della prima ora - Lutero. Melantone. Calvino. Zwrngli - all'altra riforma, la cosiddetta Riforma radicale. Il testo inoltre indaga la Riforma dal punto di vista teologico, essendo un processo che rimette al centro la questione di Dio. Infine evoca le diverse mappe dì senso che questo processo ha innescato, con l'intento di suscitare l'interesse su pagine della nostra storia su cui sussistono tuttora narrazioni apologetiche, più preoccupate di assolvere o condannare che di capire.
Poche cose come il treno hanno contribuito a definire la realtà e l’immaginario
degli italiani. Nell’Ottocento la strada ferrata divenne simbolo dell’unità nazionale: non solo si scambiavano merci e idee, ma soprattutto le diverse genti della penisola entravano in contatto, si conoscevano, si mescolavano. Il treno insomma ha cucito insieme l’Italia: con le tradotte dei fanti della prima guerra mondiale, con i "treni popolari" dell’epoca fascista, con i tanti "treni del sole" che nel dopoguerra rovesciarono, a centinaia di migliaia, le genti del sud nelle periferie industriali di Torino e di Milano. Il libro racconta la storia delle ferrovie italiane dalle origini all’evoluzione più recente, che comprende i nuovi treni ad alta velocità e l’ingresso di imprese private a seguito della liberalizzazione del settore.
«Il divino, nella vulgata del pensiero religioso della cultura occidentale, è stato associato per secoli e secoli ai concetti grevi di onnipotenza, onniscienza e consimili. Questi concetti totalizzanti e totalitari hanno schiacciato la relazione fra l'umano e il divino nel vicolo cieco della fede senza dubbi, della sottomissione acritica, in fondo al quale è sempre in agguato la perversione del fanatismo».
Dopo la personale esperienza umana della malattia raccontata con contagiosa allegria in "Chi non muore si rivede", Alberto Maggi affronta, con il suo stile sempre gioioso, il difficile argomento della morte, uno dei grandi tabù della nostra società. Alberto Maggi offre parole ricche di serenità e speranza, lontanissime da quell'inesauribile repertorio di frasi fatte che non solo non consolano, ma gettano nel più profondo sconforto quanti sono nel lutto e nel pianto, anche quando vengono da uomini di fede. Leggendo queste pagine riusciremo invece a comprendere e accogliere l'aspetto naturale della morte, per renderla davvero una sorella come poeticamente suggeriva san Francesco, una compagna lungo l'intero viaggio nella nostra esistenza. E grazie a questa nuova consapevolezza, potremo finalmente allontanare ogni tristezza e tornare a vibrare in un crescente, pieno accordo con quella grande sinfonia che è la vita.