La ricerca del silenzio, del tempo per la meditazione e la preghiera, sta diventando – nelle nostre vite rumorose e veloci – sempre più centrale. Il monaco benedettino John Main è stato tra i primi a prendere consapevolezza di questa necessità, comune a laici e religiosi, e alla preghiera e alla meditazione ha dedicato la sua esistenza, dando vita a un centro di spiritualità. Il successo fu così grande che le comunità si diffusero in tutto il mondo e si formarono numerosi gruppi di meditatori in contatto tra di loro e con i monaci di Montreal, dove tutto ebbe inizio.
Dal monastero canadese – grazie anche al lavoro di Laurence Freeman, successore di Main – è nata la World Community for Christian Meditation (WCCM) che è diventata un Monastero senza mura con membri in più di cento nazioni. In questo libro, oltre al racconto dell’esperienza di Main, sono raccolte le sue riflessioni sui temi della fede, della vita spirituale, della preghiera e dell’ascolto della Parola di Dio.
La meditazione è una via per raggiungere il proprio centro, le fondamenta del proprio essere, e rimanere lì immobili, in silenzio, vigili. Nella sua essenza, la meditazione è una via per imparare a diventare attenti, pienamente vivi e immobili. La via verso tale stato di veglia è il silenzio, l'immobilità. Questa è una grande sfida per chi vive nella nostra epoca, poiché la maggior parte di noi ha poca esperienza del silenzio, che può risultare molto minaccioso nella cultura in cui viviamo, dominata dalla tecnologia. Dovete abituarvi a quel silenzio. Ecco perché la via della meditazione consiste nell'imparare a recitare una parola interiormente, nel vostro cuore.
Scritti fondamentali
Scelti da e con un'introduzione di Laurence Freeman
Edizione italiana a cura di Susanna Facci
DESCRIZIONE: Appare come un distillato del suo insegnamento questa raccolta tratta dagli Scritti fondamentali di John Main, un modello di meditazione cristiana ispirato alle massime dei Padri del Deserto e dei primi monaci cristiani e frutto della sua esperienza in Estremo Oriente. La scelta antologica di brani dell’autore commentati fa luce sul significato e la potenza della pratica contemplativa e sulla sua presenza nella tradizione cristiana. Un esercizio da recuperare nella sua profondità, perché capace di rinnovare non solo la fede personale ma la vita stessa della Chiesa nel mondo moderno. “Abbracciare il mondo” indica appunto un percorso spirituale non chiuso in sé, ma sempre da compiersi.
COMMENTO: Una raccolta di scritti di un padre contemporaneo di meditazione cristiane. La preghiera come esercizio spirituale: crescita di sè nella conoscenza di Dio. Un testo di profonda spiritualità, per tutti.
JOHN MAIN (1926-1982) fu un monaco benedettino irlandese ispiratore della Comunità Mondiale per la Meditazione Cristiana. Tra le sue opere tradotte in italiano: Dalla parola al silenzio (Roma 1995), La via della non conoscenza (Roma 1996), Imparare a meditare nella tradizione cristiana (Piacenza 2004), Il cuore della creazione (Roma 2006), La via della meditazione (Molfetta 2008).
La parola "religione" significa "ri-legare", ovvero essere "ricollegati" col proprio centro. La meditazione aiuta a scoprire, sperimentandolo, che c'è un unico centro e che il compito della nostra vita è trovare la nostra sorgente e il nostro significato. Nella meditazione la priorità è data all'essere e non all'azione, perché nessuna azione ha significato a meno che non scaturisca dalle profondità del nostro essere. È per questo che la meditazione è una via che ci conduce dalla superficie alla profondità. Può sembrare inconsueto, eppure la meditazione non è solo il grande insegnamento delle religioni orientali, ma è l'intuizione fondamentale del cristianesimo. Il Regno, nell'insegnamento di Gesù, è un'esperienza dell'energia fondamentale dell'universo, l'amore. L'invito è a scoprire l'energia presente nel nostro centro, e nel silenzio, nella calma, scoprire in quella potenza la pace che va al di là di ogni conoscenza. E in un mondo attraversato da tumultuosi e frenetici cambiamenti che sconvolgono la nostra vita mettendone in discussione radicalmente il senso, riscoprire il proprio centro nella realtà significa evitare la deriva o, forse anche, il naufragio.