La Salette, parola profetica è segreto ineffabile, ecco l'oracolo che Raissa e Jacques ci fanno ascoltare finalmente, sulle orme di Melania Calvat e Massimino Giraud, a traverso queste pagine finora celate. "Vedete l'Europa in subbuglio, la società sull'orlo della rovina!," proclamava già il vescovo di La Salette. "Chi ci ha preservato, chi ci preserverà da disgrazie ancora più grandi, se non Colei che è venuta dall'alto sui nostri monti, per piantarvi un segno di raduno e salvezza, un faro luminoso, un serpente di bronzo..." (P. de Bruillard, Lettera pastorale della fondazione del santuario, 1° maggio 1852) Cresciuta nell'infelice Mariupol, fuggita nel 1940 dall'Europa della Shoà, Raissa ha incarnato in cuore suo, e nel poema Pietà da lei dedicato a Maria, "Colei che piange", icona della Misericordia di Dio che intenerisce e salva. Jacques, invece, ha raccolto la divina indignazione della Figlia di Gerusalemme, "schierata come armata" (Cant 6,10) contro gli idoli delle genti, è l'ipocrisia dei farisei. Oggi la guerra colpisce l'Europa ricca, e più che mai i scandali strappano le maschere. Guarderemmo verso la Montagna dello Spirito, ammonitrice e risanatrice? (Sal 121,2) Consumata dalla carità, da questo "monte" Raissa prese il volo il 4 novembre 1960. Il 28 aprile 2013, festa di altri due apostoli mariani, marca il cinquantenario della morte, tutta francescana, di Jacques. Pubblicare il suo coraggioso manoscritto, che ebbe P. Garrigou Lagrange per censore, è pregio dell'Angelicum e dei domenicani romani alle soglie della ricorrenza. L'impavidità dei fanciulli di la Salette, Lourdes e Fatima, restii alle preferenza di persone, contagiò nel 1918 i sposi davvero convertiti, che attraversarono l'Europa in guerra per portarlo in Vaticano. "Svegliare i dormiglioni" fu l'impegno romano che Maritain volle ancora svolgere, nel 1945, aiutato da Massignon (p. 607). Adesso, nel terzo millennio, lasciamoci pure interpellare, sul modo divino. Indifferenza e tiepidezza sono i contrari di Dio: le voci del suo amore sono gridi e ansimi (Is 42, 13-14).
Questo studio sull'estetica di ispirazione tomista, animato dall'intento di riattualizzarla, ebbe una irradiazione considerevole nell'ambiente degli artisti, dei filosofi e dei teologi, in quella temperie spiritualmente e culturalmente fecondissima e fermentante della Parigi degli anni Venti, tra le "sperimentazioni" di Jean Cocteau, l'arte di Henri Ghéon, di Francis Jammes e di Max Jacob, la pittura di Georges Rouault, quella di Gino Severini e l'avanguardia musicale di Erik Satie, di Arthur Lourié, di Francis Poulenc, di Georges Auric, di Darius Milhaud, di Igor Stravinskij. In un mondo così caleidoscopicamente "anarchico", le chiare distinzioni concettuali e il senso del mistero del soggetto umano nel suo "fare" artistico, propri dell'estetica che si riallaccia a san Tommaso - attraverso l'intelligenza vigorosa e la sensibilità artistica di Jacques Maritain, affinata dalla consuetudine con la delicata poesia religiosa di Raissa - stabiliscono un ordine profondo e organico, al di là delle artificiose "sistemazioni" ideologiche.
Tra le diverse corrispondenze dei Maritain quella con don Giovanni Stecco (1958-1973) è molto significativa perché, oltre a far scoprire l'apprezzamento del pensiero di Jacques in Italia, mostra alcuni suoi tratti inediti frutto delle reciproche confidenze che si scambiano gli interlocutori. Nell'epistolario si trovano soltanto due scritti di Raïssa, ma poi tutta una serie di lettere di Jacques che rivelano i suoi travagli interiori e i vari lavori intellettuali che lo impegnano sino alla fine della sua vita. Don Giovanni Stecco è davvero l'amico negli anni della solitudine, che esprime di continuo il ricordo, quasi una dolce devozione, per Raïssa. In questo sincero affetto si conferma anche l'ammirazione verso Jacques, della sua passione per la Verità e per la Chiesa, luogo in cui essa si riverbera, quale Mistero e non semplicemente (anche) istituzione umana. Un carteggio per conoscere più intimamente la figura di Jacques Maritain e la sua profonda spiritualità di filosofo cristiano.
Un fascio di lettere scritte tra l'aprile 1958 e il giugno 1973 documenta l'amicizia, discreta ma intensa, tra don Giovanni Stecco, insegnante del seminario di Vicenza, e i coniugi Maritain, Raissa prima (due sole lettere), poi Jacques. Fu una piccola «grande» amicizia, accesa da un momento di entusiasmo di don Giovanni in seguito alla lettura di Les grandes amitiés di Raissa. Col tempo, don Stecco diventerà, per le insistenze di Maritain, il privilegiato confidente italiano, ripetutamente pregato d'intervenire e mediare i rapporti non sempre sereni tra il filosofo e gli editori e traduttori italiani delle sue opere. Nelle lettere si trovano riferimenti a Pio XII, all'accoglienza italiana del volume Umanesimo integrale e a Paolo VI. Ma anche al concilio Vaticano II, al discorso di papa Montini all'Onu, all'amico compositore Arthur Lourié, a Thomas Merton e all'alluvione di Firenze del 1966.
In tempi ormai poco propensi ad accogliere con facili entusiasmi gli sforzi di organizzazione globale delle summae, particolarmente nel campo estetico, l'Intuizione creativa di Jacques Maritain si impone ancora per l'acutezza dell'analisi e la poderosità della sintesi, per la sicurezza del gusto e la vastità di una cultura che spazia audacemente per i tempi e per le ragioni della creatività artistica, sorretta da un'idea e da una fede. Nella visione di Maritain la lezione degli amati maestri francesi e anglo-americani, da Baudelaire a Mallarmé a Poe a Breton a Eliot, si fonde organicamente e intelligentemente con l'insegnamento non solo di san Tommaso, ma anche di Platone e Aristotele, in una sintesi tanto pronta all'astrazione filosofica quanto attenta ai valori concreti del singolo testo e della singola opera d'arte. Il terreno su cui si muove l'indagine non è quello, chiuso e finito, di precedenti sistemazioni, ma quello vivo e inesauribile delle poetiche e dei testi poetici. Questo spiega l'originale struttura del libro, in cui ogni capitolo è concluso da un elenco di Testi senza commento degli autori più diversi, e che si avvale di un ricco corredo iconografico, che illustra l'arte degli antichi templi indiani così come quella di un Klee o di un Kandinskij. In un doppio e reciproco movimento, Maritain parte dai suoi autori per dare l'impostazione della propria indagine, e insieme torna a loro per trovarvene una conferma.
Heinrich Denifle è stato un insigne medievista, archivista, studioso della mistica tedesca e di Lutero. I suoi meriti scientifici furono riconosciuti da numerose università, che gli avevano conferito il titolo di doctor honoris causa; e varie accademie, poi, lo avevano annoverato tra i propri soci. I suoi contributi ai vari aspetti della storia del periodo compreso tra il 12 e il 16 secolo e, poi, alle vicende delle università medioevali, sono stati decisivi e su di essi si è innestata la ricerca ulteriore. L'intento di fondo è quello di offrire un contributo per la chiarificazione del suo rapporto con Brentano e di dare alla stampe il carteggio che finora ci è pervenuto. Denifle nel 1862, dopo il suo ingresso nell'ordine domenicano, ebbe come compagno di noviziato Brentano. Quei pochi mesi di convivenza nel convento di Graz furono decisivi per il suo successivo cammino intellettuale e personale. Il carteggio intercorso tra i due autori, che va dal 1867 al 1871, pone in risalto aspetti finora obliterati, e cerca di chiarire un capitolo fondamentale di una storia che riguarda tutta la cultura europea in una sua fase di profonda trasformazione, con eventi culturali che hanno connotato un'epoca e sono a monte di non poche correnti ed indirizzi filosofici (ma anche teologici) tuttora operanti e che da Brentano o da Denifle in un modo o nell'altro hanno tratto l'abbrivo.
La Logica Maggiore o Logica della ragione vera (Logica Major) è un frammento incompiuto del 1934 - per la prima volta tradotto integralmente - da ricondurre a due opere fondamentali: gli Elementi di filosofia (Logica formale) e Distinguere per unire. I gradi del sapere. Una ripresa del tomismo, nel confronto con il metodo delle scienze empiriche così come era presentato dal positivismo, tesa qui a definire lo statuto della filosofia, e della teologia, come scienza (le Savoir). La metafisica, messa in scacco dal pensiero moderno, in quanto conoscenza che si spinge fino alle cause ultime è una scienza "sapienziale", riabilitata in una prospettiva epistemologica realista, nella sua possibilità di conoscenza certa e vera. A questa dimostrazione dell'Essere nel suo massimo grado è orientata la "logica materiale", che corrisponde a due criteri: certezza (della forma) e necessità (del contenuto). Una prospettiva che, se appare in controtendenza rispetto al suo tempo, resta ancora oggi un classico del pensiero cristiano nel suo rigoroso tentativo di fare spazio alla metafisica nella cultura del '900.
Nel clima culturale dell'immediato dopoguerra, dominato dall'inquietudine degli esistenzialismi, il breve trattato sostiene che la filosofia dell'essere espressa da Tommaso d'Aquino possiede un diritto originario a fregiarsi del titolo di "esistenzialismo metafisico". Essa celebra l'esistente nell'affermazione del legame indissolubile tra ente, essenza e atto di esistere, che permette di fondare l'ontologia su un'intuizione originaria dell'essere nella quale sono compresi l'astrazione dei significati e il senso della loro immersione concreta nell'esistenza. Ciò permette a Maritain di coniugare, come raramente accade nei pensatori del XX secolo, dottrina dell'essere e meditazione esistenziale, tematizzando qui il rapporto tra tempo ed eternità, il nesso tra libertà increata e libertà creata, la predestinazione e la questione del male. La concisione e lo stile icastico fanno di questa presentazione, fra le più suggestive e acute delle questioni relative all'essere e all'esistenza in seno alla filosofia tomista, un classico.
L' uomo e lo Stato, l'opera politica più nota e sistematica di Maritain, pubblicata in inglese nel 1951, è il risultato di sei conferenze tenute a Chicago nel 1949. Accolto come testo di grande spicco e tradotto in molte lingue, il libro costituisce il momento conclusivo di ricerche iniziate oltre vent'anni prima. Con questo volume - un classico del pensiero politico, e una delle maggiori espressioni della scuola democratica - l'autore prende posto nella galleria dei pensatori moderni insieme con Hobbes, Rousseau, Locke, Hegel. Le sue idee hanno ispirato la formulazione di varie Carte costituzionali, nonché personalità, movimenti e partiti in più continenti: A. De Gasperi, G. La Pira, G. Dossetti, A. Moro in Italia; E. Frei, R. Caldera, N. Duarte in America Latina; R. Shuman, la resistenza francese, E. Borne, St. Mazowieski in Europa. Per Maritain lo Stato ha per contenuto il bene comune e nella sua azione deve portare alla solidarietà in una democrazia che pone al centro delle relazioni sociali la persona con i suoi diritti e doveri.
GLI AUTORI
Jacques Maritain (Parigi 1882 - Tolosa 1973). Dopo aver aderito in gioventù al socialismo rivoluzionario, si convertì al cattolicesimo sulla spinta del pensiero di Léon Bloy. Insegnò filosofia all'Institut Catholique di Parigi e venne poi chiamato in varie università americane. Dal 1945 al 1948 fu ambasciatore di Francia presso la Santa Sede. Tutti i suoi scritti hanno notevolmente contribuito alla apertura del cattolicesimo sul piano morale, pedagogico e politico.
Per Maritain, gli angeli sono esseri liberi e persone create, che come la creatura umana portano in se la possibilità di peccato, poiché Dio non può fare una creatura naturalmente impeccabile, che si tratti dell'angelo o dell'uomo. Il peccato dell'angelo, secondo Maritain, mostra la libertà dell'angelo nel suo stato originale senza le passioni che oscurano l'intelligenza degli esseri umani. Esso è dovuto al fatto che "Il peccato dell'angelo non presuppone come tale né ignoranza né errore nel funzionamento dell'intelligenza e ci mostra pertanto il tremendo potere e, per dirlo così, infinitamente proprio, nell'esercizio del libero arbitrio. Questo può scegliere il male in piena luce, per un puro atto della volontà e senza che l'intelligenza sia vittima di nessun errore previo. Il peccato dell'angelo consiste nel chiedere e amare una cosa buona in se stessa, ma in modo disordinato".
Una parte importante del pensiero politico di Jacques Maritain riguarda il periodo della guerra e il suo esilio americano. Tre opere importanti, "I diritti dell'uomo e la legge naturale" (1942), "Cristianesimo e democrazia" (1943) e "Per una politica più umana" (1944), sono ben note, mentre gli altri scritti maggiormente incentrati sul conflitto allora in corso lo sono assai meno. Questo libro si propone di far conoscere questi testi "minori", inediti in italiano.
Premessa di Vittorio Possenti
DESCRIZIONE: Quest’opera imponente, la più organica del pensatore francese, ha assunto col suo stesso titolo un valore emblematico per designare l’intento fondamentale della sua impresa filosofica, il ripensamento del tomismo. Maritain imposta una ricerca rigorosa e un’indagine su tutta la gamma dei gradi in cui si distribuisce il sapere umano. Percorre quindi il cammino dalla percezione sensibile alla conoscenza delle scienze naturali, “empiriologica” ed “empiriometrica”, come egli la chiama con efficace coniazione di parole, a quella matematica e geometrica, dalla regina scientiarum, la metafisica, alla sacra scientia, la teologia, per giungere al culmine, dove il sapere si trasforma, attraverso la “notte oscura”, nel non-sapere sovraluminoso: la mistica. L’itinerario si snoda attraverso una selva di pensatori, antichi e moderni, le cui tesi sono vagliate con accuratezza e giudicate con vigore. La sovrana padronanza della materia risulta, ad esempio, con mirabile evidenza nel capitolo Conoscenza della natura sensibile, dove l’epistemologia contemporanea è discussa a fondo. Ma altrettanto bisognerebbe dire per le ricchissime trattazioni su Esperienza mistica e filosofia, per le precisazioni preziose sui rapporti tra la Sapienza agostiniana e san Tommaso, per i due capitoli su San Giovanni della Croce (cui si aggiungono ampliamenti e puntualizzazioni nelle numerose Appendici).
COMMENTO: Nuova edizione della più importante opera di Maritain, che si propone di designare l'intento fondamentale della sua impresa filosofica: affermare il pensiero cristiano calandolo nel tempo. Un classico in una nuova veste editoriale, con la Premessa di Vittorio Possenti, un'autorità nelgi studi maritainiani.
JACQUES MARITAIN (1882-1973) è considerato uno dei massimi esponenti del neotomismo del XX secolo. Tra le sue opere presso la Morcelliana ricordiamo: Tre riformatori. Lutero, Cartesio, Rousseau (20018); La persona e il bene comune (200912); Breve trattato dell’esistenza e dell’esistente (19984); Dio e la permissione del male (20006); Per una politica più umana (19793); Della grazia e dell’umanità di Gesù (19772); La filosofia morale. Esame storico e critico dei grandi sistemi (a cura di A. Pavan, 19995). Sempre Morcelliana ha tradotto, Diario di Raissa, a cura di Jacques Maritain (200013 ed. ampliata).COLLANA: Filosofia - Testi e studi n. 41