“La Pasqua è una vita passata attraverso la sofferenza e la morte, una esistenza ridonata a chi l’aveva perduta”, un evento tanto straordinario e luminoso quanto misterioso e nascosto, un momento legato profondamente alla figura di Cristo e alla sua sofferenza per un’ingiustizia che“non era forse altro che una sintesi di tutte le ingiustizie e i peccati del mondo”.Carlo Maria Martini ci offre il suo pensiero sulla Pasqua guidandoci nel viaggio “dalla notte oscura allo scoppio di luce”, un percorso che, indipendentemente dalla fede, riguarda tutti. La notte oscura, la sofferenza, la morte o la mancanza di fede sono infatti esperienze universali, sofferenze che bisogna attraversare per conoscere pienamente la vita, mentre lo scoppio di luce è “il giorno che segue la notte”, lo spirito di speranza, di dedizione e di accoglienza che possiamo scorgere, anche se solo a momenti,nella vita di ogni giorno.Meditando profondamente sull’esperienza pasquale il cardinal Martini ci svela che la fede nella resurrezione non è una fuga dalla terra ma qualcosa che ci fa amare il tempo presente e ci fa vivere la nostra esperienza quotidiana nella fedeltà al cielo e al mondo che deve venire.
Il Triduo pasquale costituisce il cuore della fede cristiana. Nella passione, morte e risurrezione di Gesù la Chiesa impara uno stile: è lo stile del servizio, dell'umiltà e dell'accoglienza di ciò che il suo Signore le dona. È lo stile della testimonianza di una Chiesa che conserva la memoria della propria debolezza, santificata proprio nella sua condizione di serva dell'umanità alla quale essa stessa appartiene. Da ciò ne deriva anche uno «stile celebrativo», che deve sfociare in un prendersi cura degli uomini e delle donne del nostro tempo.
Il volume propone le riflessioni del card. Carlo Maria Martini, negli anni del suo episcopato a Milano.
Sommario
Presentazione (mons. A. Caprioli). 1. L'unica via per la salvezza. 2. Accoglietevi gli uni gli altri. 3. Un modo nuovo di amministrare la nostra esistenza. 4. Il mistero trinitario nel mistero pasquale. 5. La salvezza di cui l'uomo va in cerca. 6. Nella croce tutto viene riconciliato. 7. Profeti della risurrezione. 8. Il Crocifisso è risorto. 9. «Cristo è veramente risorto!». 10. Nella quotidianità l'esperienza del Risorto.
Note sull'autore
CARLO MARIA MARTINI (Torino 1927), gesuita, cardinale, arcivescovo emerito di Milano, è personalità di spicco nel panorama cattolico italiano e internazionale, e figura di riferimento nel dialogo ecumenico e interreligioso. Laureato in teologia e Scrittura, è stato docente di critica testuale al Pontificio Istituto Biblico, rettore dello stesso e della Pontificia Università Gregoriana; è accademico onorario della Pontificia Accademia delle Scienze. È stato presidente del Consiglio delle Conferenze Episcopali Europee (C.C.E.E.) dal 1987 al 1993. Ha fatto parte della Commissione interconfessionale che ha elaborato il testo critico del Nuovo Testamento. Attualmente ha ripreso gli studi biblici, vivendo fra l'Italia e Gerusalemme. Ha pubblicato innumerevoli saggi scientifici, libri sugli esercizi spirituali, discorsi e lettere pastorali. Durante il suo episcopato a Milano (1980-2002) le EDB hanno pubblicato annualmente i testi dei suoi interventi pastorali, saggi di particolare rilievo come Per un'etica nella pubblica amministrazione. Educare al servizio (21992), nonché Parola alla Chiesa, Parola alla città (22009) che raccoglie tutte le lettere e i programmi pastorali diocesani e tutti i discorsi rivolti alla città di Milano in occasione della solennità di sant'Ambrogio; in occasione dell'anno sacerdotale hanno inoltre pubblicato Il tesoro dello scriba. La spiritualità del prete (2010) e «Io sto in mezzo a voi». Il prete e la sua comunità (2010).
Le quattordici stazioni della Via Crucis da vivere attraverso le parole e le riflessioni del Cardinale Martini. La Passione di Cristo, da sempre nel cuore dei fedeli, è qui messa in luce non solo come fatto storico, ma anche per la sua attualità per l’uomo d’oggi, per il suo messaggio rivolto a chiunque sia disposto ad ascoltarlo. Il volume include anche i contributi del Cardinale Gianfranco Ravasi, autore dell’introduzione, e di Massimo Cacciari, ed è arricchita dalle opere di Lucio Fontana e Nicola Samorì.
Carlo Maria Martini è una voce ascoltata e seguita da cattolici e laici. Gesuita, biblista, vescovo di Milano dal 1979 al 2002, è autore conosciuto e apprezzato in tutto il mondo. Ritiratosi a Gerusalemme, secondo un antico desiderio, anche dall’antica capitale delle religioni ha fatto sentire la sua voce. Ritornato in Italia per ragioni di salute, non ha rinunciato a scuotere le coscienze.
È davvero possibile chiedere a ogni fedele di nutrirsi personalmente e quotidianamente della Scrittura, di giungere a quella familiarità con la Bibbia proposta dal concilio Vaticano II? Questa la domanda-sfida che sottende gli interventi del card. C.M. Martini riportati nel volume.
Pur essendo ancora lontani da tale traguardo, tuttavia è chiaro che il piano pastorale di una Chiesa non può prescindere da questo imperativo e dalla ricerca di strade e metodi per attuarlo. Non a caso Martini ha voluto impostare tutta la pastorale della diocesi di Milano in relazione alla priorità della familiarità orante di ogni fedele con la Bibbia, attraverso strumenti quali la scuola della Parola, gli esercizi serali e altre iniziative ispirate al capitolo VI della Dei Verbum.
Sommario
Presentazione (mons. L. Monari). I. L'uso pastorale della lectio divina. II. Parlare in parabole. III. In che modo e per quali tappe ci si innamora di Dio e della sua Parola. IV. La parola di Dio e la parola dell'uomo una sola storia. V. Parabola ed evangelo. VI. Come un bambino in braccio a sua madre. VII. La Bibbia nella vita del credente oggi. VIII. Evangelizzare essendo noi stessi vangelo. IX. La vera fede nel Signore Gesù crocifisso e risorto.
Note sull'autore
CARLO MARIA MARTINI (Torino 1927), gesuita, cardinale, arcivescovo emerito di Milano, è personalità di spicco nel panorama cattolico italiano e internazionale, e figura di riferimento nel dialogo ecumenico e interreligioso. Laureato in teologia e Scrittura, è stato docente di critica testuale al Pontificio Istituto Biblico, rettore dello stesso e della Pontificia Università Gregoriana; è accademico onorario della Pontificia Accademia delle Scienze. È stato presidente del Consiglio delle Conferenze Episcopali Europee (C.C.E.E.) dal 1987 al 1993. Ha fatto parte della Commissione interconfessionale che ha elaborato il testo critico del Nuovo Testamento. Attualmente ha ripreso gli studi biblici, vivendo fra l'Italia e Gerusalemme. Ha pubblicato innumerevoli saggi scientifici, libri sugli esercizi spirituali, discorsi e lettere pastorali. Durante il suo episcopato a Milano (1980-2002) le EDB hanno pubblicato annualmente i testi dei suoi interventi pastorali, saggi di particolare rilievo come Per un'etica nella pubblica amministrazione. Educare al servizio (21992), nonché Parola alla Chiesa, Parola alla città (22009) che raccoglie tutte le lettere e i programmi pastorali diocesani e tutti i discorsi rivolti alla città di Milano in occasione della solennità di sant'Ambrogio; in occasione dell'anno sacerdotale hanno inoltre pubblicato Il tesoro dello scriba. La spiritualità del prete (2010) e «Io sto in mezzo a voi». Il prete e la sua comunità (2010).
Lo schema tradizionale della Via Crucis, pensato per la celebrazione comunitaria ma anche personale. Per ogni stazione un breve testo tratto dalle lettere di san Paolo sui temi tipici del “tempo di Passione” aiuta ad approfondire il mistero celebrato, grazie anche alle meditazioni del cardinale Martini
Come e perché pregare? Carlo Maria Martini tocca uno dei temi più importanti non solo per il cristiano ma per chiunque si trovi ad affrontare le innumerevoli circostanze della vita. “La preghiera” scrive il Cardinale “è la risposta immediata che ci sale dentro il cuore quando ci mettiamo di fronte alla verità dell’essere, momenti in cui ci sentiamo come tratti fuori dalla schiavitù delle immanenze quotidiane”. Ma la preghiera è anche “la forza che si oppone alla paura di cambiare, di lanciarsi su nuove vie.”
Il pellegrinaggio in Terra Santa è una grazia straordinaria. Per molti si tratta di un’esperienza che riguarda la vita, esistenziale e non semplicemente culturale o turistica. Per tutti, certamente, si tratta di un’«avventura» unica, ma a condizione di buttarsi dentro questo viaggio con tutto se stessi, con la curiosità negli occhi, con la passione nel cuore, con la libertà e l’umorismo di chi, per la verità, sa sopportare qualche disagio e qualche rischio. (don Romeo Maggioni).
Un volume che è molto di più di una guida turistica, fatto di spunti, racconti di viaggio, fotografie e meditazioni: per evidenziare aspetti diversi di singolari esperienze di avvicinamento a una terra che ha significato tanto per la storia del mondo.
Un dialogo tra Carlo Maria Martini, arcivescovo di Milano dal 1980 al 2002, e Giulio Giorello, filosofo della scienza, dedicato al nodo tra Ricerca e Carità ovvero tra Conoscenza e Solidarietà, nella convinzione che ricerca sia anche interrogazione sul senso profondo del nostro destino e che l’amore sia lo strumento migliore per sconfiggere il lato oscuro di ogni persona. Sia che si concluda per una esistenza con Dio o senza Dio, resta un patrimonio di tutti la tensione a l’amor che move il sole e l’altre stelle (Dante, Paradiso, XXXIII, 145).
La condizione umana, provvisoria pur nella sua apparente continuità, è il tema di questo nuovo libro del cardinale Martini. Dall’infanzia all’adolescenza, dalla maturità, fino alla vecchiaia, i sogni, i doveri, le responsabilità mutano con il mutare del corpo e dell’animo, sotto la spinta dell’esperienza e dei “fatti della vita”.
Nei suoi incontri con i giovani, i lavoratori, gli anziani, Carlo Maria Martini ha più volte affrontato i rischi e la grandezza di ogni età, ciascuna degna di essere vissuta con il massimo impegno e consapevolezza.
Le sue parole, frutto di una lunga, personale meditazione, sono di incitamento, ma soprattutto di speranza: una guida, ispirata da comprensione e amore, rivolta a laici e cattolici all’alba o al tramonto della loro umana avventura. Dopo il successo di Colloqui notturni da Gerusalemme e Qualcosa di così personale, un libro per tutti, ricco di umana esperienza e di profondità di pensiero.
Carlo Maria Martini, gesuita, biblista di fama internazionale, è stato arcivescovo della diocesi di Milano dal 1980 al 2002. Al termine del servizio episcopale in diocesi, per lungo tempo si è ritirato a Gerusalemme, dove ha ripreso gli studi biblici. Nume- rose le sue pubblicazioni, tra cui con Mondadori: Sulla giustizia (1999), Non è giustizia (2003), Il discorso della montagna (2006), Conversazioni notturne a Gerusalemme (2008), Qualcosa di così personale (2009)
Il testo dell’arcivescovo emerito di Milano ha origine nel contesto dell’anno pastorale in cui il cardinale Carlo Maria Martini guidava la diocesi, e non solo, ad attendere con vigilanza Colui che sta alla porta della nostra vita ogni giorno, e a guardare oltre. E proponeva di guardare alle virtù teologali e cardinali come compagne quotidiane della vita degli uomini e delle donne desiderosi di sviluppare delle abitudini buone per camminare con fede verso il futuro. Come ricordava il vicario generale di allora, monsignor Giovanni Giudici, a proposito di questa catechesi: «Impariamo che, mentre è indispensabile che i cristiani ascoltino, contemplino, preghino le promesse di Dio circa la vita eterna, è altrettanto essenziale che siano attenti e spiritualmente laboriosi circa il loro presente».
In un discorso rivolto a educatori, descrivendo sinteticamente la mentalità postmoderna come un'atmosfera e un movimento di pensiero che si oppone al mondo così come lo abbiamo finora conosciuto, il cardinale indicava, per essere preparati a educare, la necessità di fare proprie quattro attitudini: «Non essere sorpreso dalla diversità; non avere paura di ciò che è diverso o nuovo, ma consideralo come un dono di Dio. Corri dei rischi; la fede è il grande rischio della vita. Sii amico dei poveri. Alimentati con il Vangelo». E per sviluppare queste attitudini «virtuose» suggeriva quattro esercizi: lectio divina, autocontrollo, silenzio, umiltà.
La virtù per i giovani: è più facile fare le cose difficili
Ripensando agli anni trascorsi a fianco dell’arcivescovo Carlo Maria Martini, ricordo sempre questa sua parola, rivolta ai giovani durante una meditazione. «È più facile fare le cose difficili». Il tono di questa parola risuonava nello stesso tempo entusiasmante e pacificante: è più facile fare le cose difficili perché il nostro cuore è fatto per le cose grandi, la mediocrità non è per noi!
«È più facile fare le cose difficili». Ho sempre pensato che fosse l’applicazione morale virtuosa del suo motto episcopale «Pro veritate adversa dirigere». Di fatto, mi hanno sempre colpito la sua curiosità e il suo desiderio di entrare nelle situazioni più intricate e complesse, a volte con un coraggio che solo un gesuita abituato a camminare a piedi da solo in mezzo ai disagi può trovare.
Quando in Duomo, nella prima sciagurata guerra del Golfo, gridò la preghiera di «intercessione» e ci spiegò che intercedere significava mettersi in mezzo con le mani sulle spalle dei due contendenti, l’arcivescovo svelò un tratto del suo stile, che avevamo visto tante volte incompreso, ma che avremmo riconosciuto tante altre volte realizzato concretamente nei rapporti interpersonali, nei conflitti ecclesiali, nei momenti dello smarrimento civile e in tante altre scelte della vita.
Nel grande corridoio dell’arcivescovado di Milano, opposto alla cappella, c’è il busto di bronzo del cardinale Schuster che prega con le mani giunte, e ricorda l’ascesi e la fedeltà agli impegni sacerdotali. Quando ricordo quel luogo, rivedo anche l’arcivescovo Martini che cammina con la Bibbia in mano; e lo rivedo in compagnia di un profeta, di un apostolo, o di un personaggio qualunque. Sono loro che lo conducono attraverso la lectio, la meditatio, l’oratio e la contemplatio, la discretio e l’actio a sentire il Signore che gli dice: «È più facile fare le cose difficili!».
Mons. Franco Agnesi - Introduzione al volume «Le virtù»
Dalla penna raffinata e coinvolgente del Cardinal Martini una riflessione su cosa significa la “scelta della fede” alla luce dell’itinerario umano e spirituale compiuto dall’apostolo Pietro.
Ci sono giorni della nostra vita dai quali con un grido o un sussurro emerge la nostra difficoltà a credere, come Pietro che non esita a seguire e amare Gesù con entusiasmo, ma anche a vacillare e poi addirittura a tradire.
Il fatto stesso che si parli di “credere” e non di proclamare senza dubbi l’esistenza di Dio, significa riconoscere che si tratta concretamente di un atto, di una scelta consapevole, che non è semplice conoscenza deduttiva, ma coinvolgimento di tutto l’uomo in una personale dedizione di cuore, mente e spirito.
Pietro è il miglior termine di paragone per chi affronta oggi il cammino religioso: l’originale rilettura di questa figura del Nuovo Testamento permette infatti di riscoprire in tutto il suo fascino l’avventura terrena del credere.