"L'uomo vale perché lavora... Quanto al pane, non dite anche voi che chi lavora mangia poco e male e ha una sola camicia e chi non lavora mangia molto e bene e porta due camicie? Lavorare per mangiare: mangiare per lavorare! Se il ciclo dell'uomo è chiuso tra questi due momenti, non val la pena di fare l'uomo. Non c'è pane che basti, non c'è denaro che paghi il lavoro dell'uomo, come non basta parlare di solidarietà, di benevolenza umana, di ragione sociale per dare un fondamento alla mia devozione verso gli altri".
Primo Mazzolari entra in seminario nel 1902, a 12 anni, in un periodo di tensioni interne alla Chiesa. Il giovane seminarista, affascinato dalle Confessioni di S. Agostino dichiara di voler consacrare il suo diario allo studio di se stesso e del suo cuore. Si trovano così annotazioni intimistiche, ma c'è anche testimoninza di una costante partecipazione ai movimenti della cultura e della vita nazionale e internazionale. In questa nuova edizione, il curatore ha inserito ampi inediti trovati nell'archivio Mazzolari, in fase di riordino.
Chi scrive è un laico, magari dell'Azione Cattolica, o forse un semplice parrocchiano. Al suo parroco svela i dubbi e le richieste che i parrocchiani più insicuri o lontani nascondono. Tutti i discorsi dell'anonimo corrispondente sono in realtà quelli che don Mazzolari faceva a se stesso, esprimendo il fortissimo senso del proprio dovere ministeriale e dando voce al laico anticonformista che viveva in lui. Sono anche le critiche che muoveva da sacerdote alla sua chiesa, prima della guerra, sotto il fascismo: ancora oggi reputate valide, più ancora che nel contenuto, nello spirito di comunione appassionato e inflessibile che le anima.