"Studiare, mostrare, raccontare il Vaticano non è cosa pacifica: chi lo studiava alla fine del secolo XX e chi lo studia oggi studia infatti qualcosa che si muove: non solo, come insegnava Gregorio Magno, 'divina eloquia cum legenti crescunt', ma crescono anche gli umanissimi e ambivalenti 'eloquia rerum gestarum', il senso degli eventi che le fonti ci raccontano e di cui pian piano si scoprono in un lavoro collettivo i codici nascosti." (A. M.)
Nell'aprile del 1963 ai paesi e alle terre che erano stati a un passo dalla guerra atomica nella crisi di Cuba, un papa anziano e malato, Giovanni XXIII, indirizza la sua ultima enciclica, la Pacem in terris: la prima che si sia rivolta non solo ai cattolici, ma a tutti gli uomini di buona volontà. Di questa enciclica, che fu uno dei principali contributi di papa Roncalli al suo concilio, conoscevamo il testo e la portata. In questo volume Alberto Melloni porta alla luce per la prima volta le discussioni che ne hanno accompagnato la redazione, le varianti proposte da coloro con cui il papa lavora a questo documento che prende posizione come mai era accaduto prima sulla dignità della coscienza, sulla distinzione fra movimenti e ideologie, sulla mentalità della ‘guerra giusta’. In una politica che ha alle spalle il muro di Berlino e davanti le tensioni che uccideranno Kennedy e destituiranno Chruščёv, la Pacem in terris interpreta il futuro senza moralismi e cambia il modo di sentire della chiesa e del mondo.
Indice
1. L’11 aprile 1963... – 2. Sfondi – 3. Antefatti – 4. Proposte – 5. Pareri – 6. Explicit - Appendice: I. I documenti di lavoro - II. Sinossi delle redazioni a stampa - Indice dei nomi