In tutto l'arco della sua attività accademica, tra il 1963 e il 1984, Giovanni Moioli si è occupato dell'identità e del metodo della teologia spirituale. Con attenzione e intelligenza si è inserito nel dibattito che, sin dai primi decenni del Novecento, si è occupato di definire l'oggetto della disciplina, la sua natura di "vera scienza teologica" e i rapporti con le altre discipline. Moioli ha, progressivamente, fatto maturare la consapevolezza che la teologia spirituale, all'interno di una rinnovata teologia della fede, appartiene alla sintesi finale dell'intera operazione teologica, studiando, dal suo specifico punto di vista, "la fede in quanto vissuto cristiano concreto e storico". Gli undici contributi - raccolti qui per la prima volta documentano l'interessante percorso svolto dall'autore e costituiscono la base per gli ulteriori sviluppi della disciplina e per il suo inserimento, sempre più consapevole, nel quadro complessivo della riflessione teologica.
"Il profondo contenuto innovativo che, in questo manuale, soggiace alla puntuale ritrattazione della materia tradizionale, rappresenta un termine di riferimento di intatta attualità. [...] Esso rimane il documento programmatico di un sostanziale avanzamento della materia, le cui implicazioni teoriche ed ermeneutiche sono da svolgere analiticamente e consequenzialmente. Una esplorazione avanzata insomma, che ancora a buon diritto avanza la pretesa di diventare il nostro inizio" (dalla presentazione di PierAngelo Sequeri). "Il testo di Moioli rappresenta una novità per molteplici aspetti. Anzitutto per un ricentramento cristologico alieno da ogni vaghezza. Cristo sta al centro della trattazione nella totalità della sua vicenda, che trova compimento nella risurrezione/innalzamento. Non a caso nella considerazione dell'escatologico (non dell'escatologia) si prende avvio dalla parousìa di Cristo. [...] Ricentramento cristologico dell'escatologia significa far diventare la cristologia la matrice, la regola e il criterio di verifica dell'escatologia. In questo l'opera di Moioli si ripropone metodologicamente esemplare".
Una predicazione piccola quella che queste pagine offrono: come una seminagione che si apre al germoglio dello Spirito, nel riferimento alla Parola e nell'irrinunciabile rimando alla centralità di Gesù Cristo. Si tratta di semplici riflessioni, piccole omelie, con tono comunicativo ed efficace, in cui il rigore del teologo si coniuga con l'intento e la capacità di rispondere alle domande fondamentali che sono nel cuore dell'uomo: giovani e adulti, credenti e non. Traspare comunque il vissuto di fede dell'autore, che intende dar forma alle esigenze della vita cristiana, di un cammino spirituale cercato e ritrovato nel silenzio e nella contemplazione dei misteri cristiani. Pagine dunque da meditare, il cui messaggio, da recepire in ogni omelia, è da assaporare con profondo ascolto, per tradurlo in vita.
Raccogliere le ultime parole di un maestro è come custodire un messaggio, una raccomandazione, un importante insegnamento. Le riflessioni si snodano attorno al tema della "secolarità cristiana", cioè del modo credente di assumere la realtà, nel divenire della storia. Così l'autore definisce la "secolarità secondo lo spirito" come l'esperienza di chi, nella prospettiva della fede, legge e interpreta le diverse situazioni della vita e della storia secondo il discernimento della sapienza e della scienza.
Giovanni Moioli coglie la profondità di Teresa di Gesù, innamorata di Dio, di Cristo, al quale parla con una grande effusione del cuore, raggiungendo con Lui l’intimità di una comunione, pienamente assunta in un’esperienza singolare. Esperienza non rinchiusa, non trattenuta per sé, ma proposta alle «monache carmelitane scalze, sue sorelle e figliole», come lei stessa scrive all’inizio del trattato, detto Castello interiore. L’autore indugia nell’accompagnare le parole di Teresa, nel suo proporre la dimora nel Castello, al cui centro sta il Re, che è il Signore. Nel ribadire «l’idea della presenza di Dio nell’anima per essenza e per potenza», come afferma la Santa, ne mette in luce la peculiarità di un vissuto non dissociato dalla riflessione teologica e biblica. Don Moioli, in queste pagine, ci prende per mano e ci fa penetrare nel «castello di cristallo delle sette dimore», per sottolineare che, proprio nel centro dell’anima, è possibile l’incontro con Colui che è “il centro” assoluto, la cui iniziativa è di farci gravitare verso di sé, verso quell’unione che trasforma, cui ciascuno di noi deve tendere. Nel riproporre questa fondamentale acquisizione di Teresa, ne dimostra la pregnanza anche sul piano del cammino spirituale, che non può prescindere dal riferimento cristologico e trinitario. Qui si colloca il cammino dell’unione, i cui registri, presenti nel Castello, sono la “sequela” e l’“orazione”: registri che si compongono, senza dialettica. Don Moioli vi insiste, esplicitando con chiarezza il messaggio universale di Teresa: messaggio, rivolto a tutti.
"Il senso della fede nella famiglia è il medesimo che la Chiesa stessa ha e deve avere [...] non solo genericamente, ma in un dato momento storico: di fronte alle difficoltà, agli interrogativi, alle proposte di oggi." Il testo vuole testimoniare ciò che Giovanni Moioli ha cercato di realizzare in anni e momenti diversi della sua esistenza con coppie di sposi, famiglie e gruppi che cercavano di alimentare la vita attraverso l'ascolto, la meditazione, la preghiera. Approfondimenti lucidi e chiari sui fondamenti biblici e teologici del sacramento del Matrimonio e della spiritualità che ne consegue, per rivelarne quella bellezza e profondità che hanno come riferimento radicale Cristo
In queste pagine l'Autore mette in luce i tratti fondamentali della personalità di Santa Teresa di Gesù Bambino (Santa Teresa di Lisieux).
Raccolta di meditazioni sulla figura del discepolo cristiano, raccolte in occasione di alcuni giorni di preghiera e di riflessione per il XXV anniversario di Ordinazione dei compagni dell'Autore. La ricerca su tale figura riporta alla precedente ricerca del Maestro, Gesù di Nazareth, dal quale, insuperabilmente, procede. Essere discepoli cristiani si configura così come l'opera di plasmazione prodotta dal Signore crocifisso e risorto, su coloro che sono chiamati e inviati a rendere testimonianza. In una appartenenza a Gesù, che comporta la simultanea e sintonica appartenenza alla Chiesa a favore di ogni uomo in ricerca di Dio.
L'indagine di Moioli sulla piccola carmelitana di Lisieux mette ripetutamente in evidenza la correlazione tra dottrina e vissuto e induce a prendere le distanza da qualsiasi interpretazione agiografica, per rileggere la vocazione cristiana di Teresa nell'orizzonte della fede. L'attualità della santa sta indubbiamente in questo cammino di fede, messo a dura prova in un contesto storico di ateismo che la rende comunque solidale con la sofferenza di chi non crede.
L'uomo spirituale invece giudica ogni cosa, senza poter essere giudicato da nessuno (1Cor 2,15).A questa profondità introduce Giovanni Moioli insegnando a leggere con intensa originalità l'inno del Veni Creator Spiritus. La verità cantata è come dispiegata, sciolta in un linguaggio puntuale che non indugia nel provocare, e al contempo sa far brillare molte delle mille sfumature dell'azione dello Spirito.