Fellini diceva che la grande capacità di Rossellini era quella di riuscire con la macchina da presa a catturare momenti di realtà e, al tempo stesso, a trasfigurarla magicamente in qualcosa che diventava quasi visionario e onirico. Fellini già coglieva in Rossellini la grandezza, vale a dire la capacità - tipica poi di ogni forma d'arte - di interpretare la realtà e trasportarla in un'altra dimensione. Prefazione di Giulio Troli.
Una dichiarazione d'amore, per l'amore. Non c'è attimo della giornata in cui possiamo vivere senza pensare, senza cercare, senza interrogarci, senza perdere o ritrovare l'amore per conquistare fiducia. L'amore è una perla nella conchiglia. Può attrarci con la brillantezza della luce, può persuaderci che dobbiamo aprire un'altra conchiglia e continuare. La perla più preziosa equivale a un primo bacio. La luce e lo sguardo aiuterà altri baci, altre confidenze, altre intimità. Il libro di Italo Moscati è una storia fatta di tante storie, intorno al gioco disincantato, divertente, dell'amore, degli amori. I corteggiamenti, i simboli, l'allegria, le malinconie, l'entusiasmo di un colpo di fulmine. Vi compaiono i protagonisti conosciuti o sconosciuti, nel grande scenario che parte da vicino per andare lontano, e da lontano pervenire vicino. Dai divi famosi, dai modelli del cinema e dello spettacolo, della Tv, alle persone messe in luce dai fatti di cronaca; da figure che nella cultura e nell'arte hanno rappresentato i pensieri, i moti del cuore, le speranze, le illusioni, e ancora le speranze. L'autore ha attraversato le epoche, fino alla contemporaneità, con attenzione per gli amori della classicità ma soprattutto per sedurre il lettore con immagini e vicende che parlano soprattutto di lui e della incrollabile tenacia nell'inventarsi l'amore, una grande avventura personale. Moscati preferisce non fare nomi, invita a scoprirli.
Questa è una storia che attrae e fa paura. Sembra che i protagonisti siano Osvaldo Valenti e Luisa Ferida, i due attori che furono fucilati dai partigiani in una via di Milano; ma è così solo in parte. Più di altri personaggi, vittime della guerra e della guerra civile che imperversarono in Italia dal 1940 al 1945, i due divi più cari al pubblico del fascismo appartengono a una lacerante vicenda che stenta a chiudersi. La loro fine è stata chiarita, ma non abbastanza; le loro colpe sono state accertate, ma non abbastanza; la decisione di fucilarli è stata motivata, ma non abbastanza. Il dramma continua, alimentato dal senso di colpa di un'Italia che fu fascista in massa e che non sa staccarsi dal passato. La luce su un periodo su cui è stato scritto molto, e di tutto, si fa a volte sfocata, confusa, e comunque sempre cupa, terribile, carica di ambiguità. Come tante vicende italiane, di ieri e di oggi.
Un racconto sulla vita, la carriera, gli amori e la passione per il gioco del grande regista Vittorio De Sica, vincitore di tre premi Oscar. Il libro ripropone i personaggi interpretati, le numerose e divertenti caratterizzazioni; il periodo dei cosiddetti film dei "telefoni bianchi"; la bella e poetica avventura del "neorealismo" cominciata con "I bambini ci guardano", le pellicole di successo mondiale come "La ciociara", "Matrimonio all'italiana". Infine, la vita privata: le due mogli, i tre figli, le amanti, nonché la roulette che continuò ad attirarlo al tavolo dell'azzardo anche e soprattutto negli ultimi anni di vita, fino a pochi giorni dalla scomparsa, avvenuta nel novembre 1974.