Il libro prende il titolo da un breve poema, "Gita Meridiana", ispirato alla scoperta della tomba del Giovane Principe ad opera del paleontologo Giacomo Giacobini, avvenuta a metà degli anni Ottanta, vicino alla Grotta delle Fate. L'opera è ambientata negli anni Ottanta, in cui è scritta, in Liguria: prima dall'autostrada corrente lungo il mare, col sottofondo delle automobili che attraversano il buio delle gallerie, poi, in una sorta di rapimento meridiano, l'incanto di una sosta in cui l'unico suono è il gracidìo dell'autoradio, e l'improvvisa visione della grotta e del principe sepolto. Con Gita Meridiana la preistoria entra nella mitologia della poesia occidentale. Un altro breve poema costituisce l'asse portante del libro, "II Cimitero dei Partigiani", viaggio metafisico che è anche considerato uno dei capolavori letterari sul mito della Resistenza. Il viaggio all'Ade del poeta, la discesa agli Inferi, il dialogo con le ombre dei giovani partigiani morti per la nostra libertà rappresentano al massimo grado di pietas il percorso di "Gita Meridiana" alle fonti dell'esperienza poetica come sintesi bruciante di visione e compassione.
Un libro che parla di cartoni animati e di miti antichi, di amore e di Dio, di esaltanti minuzie e di grandiosi segreti. Insomma di poesia. In questo libro il colloquio procede gentile, e sprofondando. Oppure mostrando improvvisamente rupi e vaste mareggiate. Provocato, e a volte sapientemente braccato da Marco Dell'Oro, Roberto Mussapi attinge alle cavità e agli incanti da cui nasce la sua poesia per trarre materia di riflessione e di acquisizione. Tessendo con fili a volte sorprendenti i legami tra millenario lavoro dei poeti e le questioni attualissime del vivere e della cultura. Legando, con percorsi mai scontati, le grandi domande sul sacro e le scoperte e le inquietudini dell'uomo contemporaneo. Così entriamo in un colloquio che qui si realizza tra il poeta e l'osservatore, i cui frammenti però vivono e urgono intorno a noi. Ancora una volta i poeti parlano autenticamente di quanto nella nostra vita vorrebbe aver più voce, meno dispersa. A ciò che segretamente splende. Davide Rondoni