Stanco di non essere riconosciuto e di essere mal interpretato, stanco di sussurrare a orecchie che non volevano sentire, Nietzsche, sul filo dell'estrema sanità mentale, "monta sulle nuvole per parlare con tuoni e fulmini": si mette in piazza, si autointerpreta, si teatralizza. Con il suo carattere drammatico, i suoi fulgori poetici e le lampeggianti profondità del suo pensiero "Ecce homo" rappresenta il libro conclusivo di Nietzsche. È l'interpretazione ultima, autentica, unica e precisa di un autore che, nella sua totalità, non sarà più capito neanche dai suoi più grandi interpreti. Di fatto, "Ecce homo" è ed è stato sempre uno dei testi più dibattuti di Nietzsche, e di esso sono state proposte le definizioni più discordanti: proclama cosmico? documento psicopatologico? autoritratto? pamphlet antitedesco? A completare la bibliografia delle opere di Nietzsche nel catalogo BUR entra quindi un unicum di tutta la produzione del filosofo, l'opera con cui deve necessariamente confrontarsi chiunque intenda avvicinarsi a Nietzsche.
“Si deve essere onesti nelle cose spirituali fino alla durezza”
Nel 1888, incalzato dall’approssimarsi della follia che sarebbe esplosa l’anno successivo, Nietzsche scrive una successione di brevi opere nelle quali prendono nuova forma i materiali destinati alla progettata “trasvalutazione di tutti i valori”. Tra queste, L’anticristo. Maledizione del cristianesimo, il primo degli scritti postumi che Nietzsche lasciò pronti per la stampa; postumi, s’intende, rispetto alla follia, dato che la prima edizione, con sottotitolo scorretto e quattro passi censurati, è del 1895, quando Nietzsche era ancora in vita. Nel testo ritroviamo i suoi temi tipici: la compassione come strumento del nichilismo; l’analisi genealogica, a partire dall’ebraismo, del concetto di dio cristiano come prodotto del ressentiment; l’inimicizia mortale tra fede e scienza; la nefasta menzogna di ogni concetto religioso, in quanto pure finzioni escogitate a scopo di dominio. Si aprono nel testo anche zone di insospettata sottigliezza: come nei paragrafi intorno alla “psicologia del redentore”, dove si traccia un ritratto peculiarissimo di Gesù, che va a sovrapporsi all’immagine dell’“idiota” dostoevskijano. Alla figura di Gesù e alla sua “buona novella” si oppone diametralmente quella di Paolo, il grande organizzatore sistematico del cristianesimo (e inventore, secondo Nietzsche, della “spudorata dottrina” dell’immortalità personale). Il cristianesimo è un grande equivoco: in fondo, scrive Nietzsche, è esistito un solo cristiano, e quello morì sulla croce.
Alle soglie della follia, Nietzsche sosterrà di aver fatto all'umanità, con lo "Zarathustra", il più grande dono che essa abbia mai avuto: "Questo libro, una voce che passa sui millenni, non solo è il libro più alto che esista (...), ma anche il più profondo, generato dalla più intrinseca ricchezza della verità, una fonte inesauribile dove non si può calare il secchio senza farlo risalire colmo d'oro e di bontà". Perciò Nietzsche gli assegnerà una posizione preminente fra tutti i libri: "Il primo libro di tutti i millenni, la Bibbia dell'avvenire, la suprema esplosione del genio umano, in cui è incluso il destino dell'umanità". "Così parlò Zarathustra" rappresenta in effetti un unicum nella storia della letteratura e della filosofia: i pensieri più abissali (la diagnosi del nichilismo, l'eterno ritorno, il superuomo, la volontà di potenza) sono presentati al lettore non in forma teoretica, argomentativa, bensì come parola viva dell'alter ego dell'autore...
"... le verità sono illusioni di cui si è dimenticata la natura illusoria, sono metafore che si sono logorate e hanno perduto ogni forza sensibile, sono monete la cui immagine si è consumata e che vengono prese in considerazione soltanto come metallo, non più come monete." (Friedrich Nietzsche) Con un saggio di Benedetta Zavatta.
"Uno dei primi propositi di Nietzsche in questo libro è di liberare il VI secolo a.C., il secolo della sapienza primigenia e della proto-tragedia autentica e incorrotta (dunque il secolo della sapienza tragica), affinché da quell'epoca apparentemente remota si sprigionino quei lampeggiamenti di luce necessari per vedere o intuire la contemporaneità, la quale invece (come Hölderlin aveva insegnato) brancola nella notte esperia. Ecco perché Nietzsche decide di far ritorno, innanzitutto, ai prediletti presocratici, ai pensatori dell'enigma [...]. Ma, appunto, la philosophia non è ancora nata, nel VI secolo; sta per nascere, manca poco: l'avvento definitivo del logos si avrà ai tempi di Socrate e di Platone, che il mito condanneranno e dissolveranno, coinvolgendo di conseguenza anche l'arte in questa rimozione decisiva per la coscienza dell'Occidente" (Susanna Mati). Il primo tra gli importanti libri di Nietzsche, un testo rivoluzionario nella lettura del mondo classico, che lo impose fin da subito tra i grandi filosofi dell'Ottocento, in una nuova e puntuale traduzione e con un importante apparato critico.
Opera filosofica e poetica composta tra il 1883 e il 1885. In quest'opera le idee del "superuomo" e dell'"eterno ritorno" raggiungono una forma compiuta. Dopo dieci anni di solitudine Zarathustra sente il bisogno di donare agli uomini la sua sapienza, ma il popolo distratto ride delle sue parole. Dovrà così cercarsi dei discepoli cui indirizzare i suoi discorsi. Tema dei discorsi è la ribellione alla cultura e alla morale dominanti e la visione della vita come forza indomabile e della volontà come strumento di affermazione. Agli elementi polemici sono inframmezzati brani poetici (canti e canzoni) di grande bellezza. Molteplici le fonti stilistiche, la Bibbia, le poesie di Goethe, la prosa di Lutero, gli aforismi dei moralisti francesi. Introduzione di Ferruccio Masini.
L'edizione del 1908 di "Ecce homo" di Nietzsche (Roecken Lutzen 1844, Weimar 1900) qui riprodotta, è accompagnata da tutti gli scritti autobiografici. Questa operazione si spiega con la concezione dello stesso Nietzsche, il quale non separava mai la vita dall'opera, il proprio vissuto da ciò che scriveva e pubblicava. Il volume è diviso in tre parti: una scelta di scritti autobiografici degli anni 1856-1869 che comprende i "ricordi della mia infanzia" scritti a sedici anni; le cinque prefazioni (in parte autocritiche) scritte nel 1886 alla riedizione delle opere: "La nascita della tragedia", "Umano, troppo umano I-II", "Aurora", "La gaia scienza". La terza parte riporta l'edizione completa di "Ecce homo".
A Friedrich Nietzsche se le conoce en primer lugar como filósofo. Pero el filósofo fue también un gran escritor y un poeta. Inicialmente, fue incluso menos discutido como escritor que como filósofo. Se le ha situado al nivel de los clásicos de Weimar —Goethe y Hölderlin—; Thomas Mann le alabó en términos muy positivos y Gottfried Benn le consideró un gran creador de lengua. «Así habló Zaratustra» no es solo una obra filosófica emblemática del pensamiento de Nietzsche, sino también una de sus grandes creaciones literarias. En ella hace filosofía de una manera poco frecuente de filosofar. Hay en ella poemas que destacan no menos por su componente literario que por su componente filosófico. La idea del «superhombre», el concepto del «eterno retorno» son contenidos constituyentes que forman parte de una expresión literaria, de la historia de los años de madurez de un profeta, de su manera de vivir, sus encuentros con la gente, sus discursos, su forma de pensar, su «filosofía».
Sinopsis
952 páginas
Recién inaugurado el siglo XXI, la presencia de Friedrich Nietzsche (Röcken, 1844 - Weimar, 1900) nos sigue acosando de manera, cuando menos, inquietante. Entre otras razones, la inhospitalidad de su mensaje brilla de manera especial en nuestro espacio filosófico contemporáneo a causa de la radicalidad y hondura de su crítica a los fundamentos metafísicos de la cultura occidental. Su reflexión inaugura un arduo trabajo de demolición del legado valorativo erigido tras la irrupción del cristianismo y de su principal antecedente, lo que Nietzsche denomina bajo los rótulos de “platonismo” o sencillamente “la moral”. Ubicada, según sus propias palabras, “en la contradicción entre el hoy y el mañana”, la figura de Nietzsche entendida bajo el rótulo de crítico de la moral se ofrece por tanto al siglo venidero bajo un doble signo: como un epílogo tardío de la tradición occidental y, al mismo tiempo, como un hijo prematuro de un futuro todavía por construir. En esa medida es comprensible que su obra haya sido objeto de sugerentes exégesis, pero también de grandes tergiversaciones. La riqueza de su pensamiento ha permitido captar algunos de sus múltiples aspectos, pero nunca su totalidad: a lo sumo interpretaciones provisionales, porque la indómita vitalidad de sus escritos se sustrae a cualquier intento de comprensión cerrada y definitiva.
Este primer volumen incluye obras iniciales de la producción nietzscheana, dominadas en gran medida por la idea fundamental de que el arte es la máxima expresión del sentido de la vida, y marcadas por la honda influencia de Schopenhauer y Wagner. El nacimiento de la tragedia, su primer libro, reinterpreta la tragedia griega en una inusitada combinación de filosofía y filología que rompió con la concepción apolínea de la Grecia clásica imperante en su tiempo y nos ha descubierto un mundo heleno mucho más rico. El caminante y su sombra, colección de anotaciones y aforismos de un estilo marcadamente diferenciado del ensayístico o discursivo de otras obras nietzscheanas, se ocupa de cuestiones éticas y culturales. Sobre verdad y mentira en sentido extramoral es un ensayo de crítica cultural que rechaza el cientifismo decimonónico en favor de una concepción vitalista de la cultura, línea que se mantiene en Sobre la utilidad y el perjuicio de la historia para la vida (que subraya el carácter interpretativo, partidista y vital del estudio de la historia, frente al positivismo de pretensiones cientifistas). Por último, La ciencia jovial introduce ya temas fundamentales del último periodo de Nietzsche, como la "muerte de Dios" y el eterno retorno, que se profundizan en las obras incluidas en el segundo volumen.
Estudio introductorio de Germán Cano (1969), profesor titular en el Departamento de Historia y Filosofía I de la Universidad de Alcalá de Henares. Es autor de los libros Como un ángel frío y Nietzsche y la crítica de la modernidad y coautor de un Diccionario de filosofía.
La magia del cómic en una historia inspirada en el pensamiento de Nietzsche. Lo mejor de la filosofía y del manga, por fin juntos.
No sabemos qué pensaría Friedrich Nietzsche si viera el título de su obra Así habló Zaratustra impreso en la portada de un manga. Lo que sí sabemos es que son muchos los jóvenes que leen cómics y pocos los que se atreven con un libro de filosofía.
Le lezioni sul culto greco raccolte in questo volume, che Nietzsche tenne tra il 1875 e il 1878, furono le ultime della sua carriera di docente di filologia classica a Basilea, e testimoniano il nuovo orientamento che volle imprimere al suo studio dell'antichità greca, lontano dalle tonalità della "Nascita della Tragedia". Mettendo a punto un inedito metodo di ricerca storica e prendendo a bersaglio l'immagine "chimerica" del mondo greco e il donchisciottismo dei filologi - che invita ad andare a scuola dagli etnologi e dagli antropologi -, Nietzsche passa in rassegna le contaminazioni straniere di cui è impregnata la religione greca. Né teme di stilare l'elenco degli "errori" nel "modo di pensare e di dedurre" che sono alla base del servizio divino greco, delineando così una sorta di anatomia del "pensiero impuro" all'origine di ogni forma di culto. E tuttavia non rinuncia a definire l'essenza dello spirito greco: di quel Greco capace di "imparare festosamente come un dilettante" di genio, perché sa appropriarsi e superare ciò che è estraneo - e non si limita, come i romani, a "pavoneggiarsi con ciò che ha preso a prestito".