Carlo Ossola, in questo prezioso e raffinatissimo libro, ci racconta il suo viaggio alla ricerca di quelle tracce che fanno dell'Europa un patrimonio di civiltà condiviso, di ciò che può essere identificato come valore che sostiene la nostra civiltà. Un viaggio dapprima reale, che tocca luoghi europei anche piccoli e meno noti – da Reggio Calabria ai prati irlandesi di Glendalough, da Odessa alla pietra bianca portoghese di Belém – dove un paesaggio, un manufatto artistico, un personaggio, un libro riaccendono il sapore di una pluralità viva e condivisa nella quale ci riconosciamo e che nutre il nostro immaginario. E poi un viaggio del pensiero, complementare, nei miti che dai Greci in poi ci hanno fornito una matrice di identità: Ulisse e Enea, Eros e Psiche, l’unità di tempo e luogo di Aristotele, il filo insospettabile che lega san Benedetto e Lenin. Un viaggio che va oltre la profonda crisi di coscienza e di cultura che investe il vecchio continente, dove tutto sembra ridursi al calcolo economico e alle procedure burocratiche. Una lettura per ‘ritrovare’ l’Europa e riportare alla luce ciò che accomuna i suoi popoli e ci rende europei.
Un olandese formatosi a Venezia, che ha come modello e amico un cancelliere inglese, diviene il legatus dell'imperatore spagnolo, e decide di morire a Basilea, cercando invano un luogo di pace religiosa: anche solo questo minimo richiamo biografico evidenzia la singolare personalità di Erasmo da Rotterdam (1466/69-1536) e illustra la ricchezza del suo percorso umano e culturale all'insegna di un autentico spirito europeo. Ci introduce alla sua lezione il critico letterario Carlo Ossola, ricostruendo i caratteri storici che configurano "il vero Rinascimento", quello che "non si lascia irretire dalle contese religiose", che fu capace di "togliere all'eredità classica i paludamenti aulici e alla tradizione patristica i tratti apologetici", per andare all'essenziale della condizione umana. Sodale di Thomas More, e nutrendo poi Rabelais e Montaigne, e non meno Spinoza, Leibniz, Condorcet, Voltaire, e divenendo infine, nel Novecento, l'emblema e il conforto di una piccola schiera di uomini colti, da Zweig a Huizinga a Bataillon, che hanno resistito alle barbarie dei totalitarismi, l'umanista Erasmo, ironico e sapienziale, paradossale e libero, può rivelarsi, come conclude Ossola, un "prezioso faro per il viaggio e le tempeste che l'umanità incontra e suscita nel secolo ferito che si è aperto", in questo 'notturno' d'Europa.