A Medjugorje la vita di Paolo Brosio ha avuto una svolta inaspettata e sconvolgente. Sulla collina delle apparizioni, dalla cui sommità si scorgono sterminate distese di lavanda, la Madonna ha abbracciato la sua esistenza, facendogli vivere l'esperienza della conversione, della misericordia e della tenerezza di Dio. Ricco di gioia per questa rinascita interiore, il celebre giornalista e conduttore televisivo - dopo una vita disordinata di droga, alcol e sfrenatezze - ha sentito forte il desiderio di narrare l'incontro con Dio e con la Regina della Pace e di condividere l'esperienza di sentirsi amato dal Cielo. Ha cominciato così a tenere incontri pubblici, a fare presentazioni del suo libro "A un passo dal baratro" a invitare amici, conoscenti, lettori e semplici fedeli a seguirlo a Medjugorje in pellegrinaggio. Da quest'intensa attività è nata una ricca trama di nuovi amici, di incontri, di segni e di miracoli che, ancora una volta, Paolo ha voluto raccontare ai suoi moltissimi lettori: per lui è stata una grazia della Madre di Dio, capace di guarire le ferite di ogni cuore trafitto
"Un mattino di settembre presi il sacco e uscii di casa senza voltarmi indietro. La mia meta stava a sud, un sud così perfettamente astronomico che sarebbe bastata la bussola a raggiungerlo. Era la punta meridionale dell'Istria, un promontorio magnifico sui mari ruggenti di Bora, regina dei venti d'inverno, e di Maestrale, che è il più glorioso dei venti d'estate. Una scogliera talmente ideale che è stata battezzata 'Capo Promontore' (Premantura in lingua croata). Un luogo che tutti i lupi di mare sanno riconoscere traversando l'Adriatico." Sette giorni per arrivare da Trieste a Promontore raccontati ai giovani lettori letteralmente passo dopo passo da un camminatore d'eccezione: Paolo Rumiz. Una narrazione che apre finestre su molti temi: le frontiere da attraversare, i confini che cambiano, la guerra dei Balcani, gli animali selvatici che si incontrano, l'orientamento con le stelle, le mappe. Ma soprattutto una riflessione sull'importanza di camminare: esercizio che abbiamo dimenticato, sostituendo sempre più spesso i viaggi virtuali a quelli reali. Una guida precisa da seguire, una lettura che diventa occasione di approfondimento e un testo che può ispirare altri viaggi e altri itinerari. Età di lettura: da 11 anni
Luigi Padovese (1947-2010), vescovo cappuccino, vicario apostolico dell'Anatolia (Turchia), pastore del dialogo e della pace, amorevolmente vicino alla sua gente: sapeva che la sua missione in quella terra difficile avrebbe potuto chiedergli il sacrificio della vita. Fu ucciso a coltellate da un suo collaboratore musulmano.
Sceso da Bologna a Roma all'inizio degli anni Sessanta per suonare il clarinetto in un rinomato gruppo jazz, Lucio Dalla segue una traiettoria musicale in apparenza priva di logica: convinto da Gino Paoli a presentarsi come cantante, si butta nella mischia della canzonetta rimbalzando tra festival e Cantagiri, fino a trovare la strada giusta con "4/3/1943" e "Piazza Grande". Dopo i primi successi inverte la rotta, puntando sulla canzone politica insieme al poeta Roberto Roversi: sono gli anni dei dischi densi e difficili, apprezzati dal pubblico "impegnato" ma lontani dalle vendite milionarie. Poi, Lucio comincia a scriversi da solo le sue canzoni, e diventa il Lucio Dalla che tutta l'Italia conosce e ama: un cantante capace nel corso degli anni di passare con la stessa naturalezza da "L'anno che verrà" a Caruso e di scippare il tormentone "Attenti al lupo" all'amico Ron per farne un successo enorme. Ma Lucio Dalla è stato anche regista teatrale, showman televisivo, attore cinematografico e personaggio pubblico che si è schierato a sinistra senza mai rinunciare alla fede cattolica. Entrare in contraddizione con se stesso non è mai stato un problema; restare immobile sì. La sua scomparsa, avvenuta il primo marzo 2012, è probabilmente solo un incidente di percorso: è possibile che Dalla stia allestendo un musical milionario da qualche parte. O che stia suonando il clarinetto in compagnia di un jazzista in qualche bettola malmessa. Prefazione di Emiliano Liuzzi
Uno sport estremo o un sentimento fugace? L’Amore è il bene più ricercato, desiderato, sofferto. Ma anche il più banalizzato, commercializzato, bistrattato. Paolo Curtaz, con la sua capacità di coniugare vita reale e riflessione biblica, affronta in questo volume il tema dell’amore e della coppia. E lo fa con una straordinaria capacità di rivolgersi a ogni lettore: alle coppie di innamorati come a quelle deluse e stanche, a chi ha trovato “l’anima gemella” e a chi l’ha appena persa. Un libro che scava nel tesoro della Parola di Dio, restituendo alle pagine della Bibbia la provocatoria vitalità originale e intrecciandole con storie reali in cui tutti si riconosceranno. Uno sguardo lucido sulla realtà di oggi, in cui l’amore è spesso degradato ad attività ludica o idealizzato come un sogno impossibile, per dire – al contrario – che è una sfida esigente, estrema, ma fatta su misura per l’essere umano, perché viene direttamente dal suo “inventore”, Dio.
Destinatari
Ampio pubblico.
Autore
Paolo Curtaz è valdostano, e alterna il suo tempo fra la montagna, la famiglia e la voglia di conoscere le cose di Dio. Ha una formazione teologica e, da anni, scambia le sue riflessioni con chi condivide la sua ricerca. Ha scritto numerosi libri di spiritualità, tradotti in rumeno, polacco, spagnolo e portoghese. Cura due siti, tiraccontolaparola.it, che utilizza per la riflessione biblica,e paolocurtaz.it,un blog nato per allargare la riflessione ai temi della vita.Collabora con la rivista,«Parola e preghiera»,che fornisce una traccia di preghiera per l’uomo contemporaneo. Con l’Associazione Zaccheo, di cui è presidente, organizza numerose serate e weekend di esegesi spirituale in giro per l’Italia e propone viaggi biblici e di esperienza spirituale inTerra Santa e in Europa. Ha fatto il prete con passione per vent’anni e ora, in altro modo, arricchito dall’esperienza famigliare, continua a raccontare di Dio. Con le edizioni San Paolo ha pubblicato: La Parola spezzata (2006), La Parola compiuta (2007), La Parola incarnata (20082), La lettera perduta (20082), Cristiano stanco? (20106), Dov’è Colui che è nato? (20102), Convertirsi alla gioia (20105), L’ultimo sì (2010), ABC della fede cristiana (2010), Gesù zero (20112), In coppia con Dio (20107), Il grande abbraccio. Via Crucis (2011), Sul dolore. Parole che non ti aspetti (2011) e il volume per ragazzi Mattia va alla Prima comunione (2010). Con Mondadori ha pubblicato Perché restare cristiani (20112)
Il testo raccoglie numerose meditazioni di fratel Arturo Paoli nella forma dell’intervista ed è un lavoro tematico che verte sulla gioia.Tema sempre caro a fratel Arturo, presente nel suo pensiero e nelle sue riflessioni, che non ha mai smesso di testimoniare durante tutto l’arco della sua esistenza.
La gioia è un diritto di ogni uomo; ciascuno di noi è nato per la gioia, non per essere triste al mondo. Ma la gioia è una conquista, spesso faticosa, che si raggiunge con grandi sacrifici e passando attraverso diversi percorsi che corrispondono ad altrettante tappe della nostra esperienza umana. La gioia passa attraverso il “deserto”, attraverso il “dolore”, e necessita di un clima di “silenzio”. Come ci ricorda fratel Arturo, «il silenzio è la sola atmosfera in cui possiamo ascoltare la voce dello Spirito, per poterla accogliere». Per diventare, così, collaboratori di Gesù e realizzare il suo progetto per l’uomo, non lassù nel cielo, ma quaggiù sulla terra.
Destinatari
Credenti e non credenti.
Persone che vivono o hanno vissuto una fase dolorosa nella propria vita. Quanti si occupano del percorso esistenziale umano: guide spirituali, psicologi, filosofi.
Autori
Arturo Paoli, nato nel 1912 a Lucca, laureato in lettere, nel 1940 è ordinato sacerdote e dal 1949 al 1954 è stato vice-assistente nazionale dell’Azione Cattolica. Entrato poi nei Piccoli Fratelli di Charles de Foucauld, ha trascorso molta parte della sua vita in America Latina impegnato a favore dei poveri. Per la sua difesa delle vittime del nazifascismo, nel 1999 è stato insignito del titolo di Giusti tra le nazioni dallo Stato di Israele e nel 2006 della medaglia d’oro al valor civile da Ciampi. Rientrato in Italia nel 2005, vive a Lucca sempre impegnato nell’annuncio della Parola.
Dino Biggio, sardo, nato nel 1944, ha svolto l’attività di bancario fino al suo pensionamento. Dal 2006 si dedica alla raccolta dei discorsi tenuti da Arturo Paoli, curandone la trascrizione e l’elaborazione. Per la casa editrice sarda La Collina di Serdiana ha già curato Svegliate Dio! di Arturo Paoli (2007), ed è stato coautore con lui di Dio nella trasparenza dei poveri (2011)
«E sorridi quando mi guardi, perché non vedrai altro che la felicità di vivere. La vita è bella!»
Alessia, una comune adolescente piena di voglia di vivere e di affrontare il mondo con entusiasmo e spensieratezza, viene improvvisamente fermata da una malattia devastante, una terribile esperienza che mai un giovane può mettere in conto nei propri progetti.
La ragazza impara a non lasciarsi sopraffare dall'angoscia, trasformando anzi in energia nuova e positiva la paura e la rassegnazione, e facendo di questo passaggio doloroso della sua breve esistenza terrena un palcoscenico della fede e della speranza: arriva così a comprendere sotto una luce nuova il significato della vita, la sua inestimabile ricchezza, spesso appannata da ciò che è effimero e passeggero, maturando una profonda consapevolezza che ha voluto comunicare a chi le stava intorno e che, anche attraverso questo libro, continua a testimoniare anche dopo la morte
Spesso i genitori rimangono disorientati di fronte all'invito del pediatra a mettere a dieta il proprio figlio. E, in effetti, il problema del sovrappeso infantile non è solo una questione di bilancia, ma nel determinarlo, e quindi nel superarlo entrano in gioco moltissimi fattori pedagogici, psicologici e culturali. Le ricerche effettuate mostrano come questa tendenza sia legata allo stile di vita nel suo complesso: in particolare all'attività motoria, all'impiego del tempo libero e alla vita di relazione. Inoltre nel cibo si celano numerosi significati affettivi: il rifiuto di un alimento da parte del figlio è vissuto come un'opposizione alla madre stessa; il cibo viene utilizzato come premio o punizione; in altri casi è simbolo di condivisione e diventa il tramite delle relazioni, e via di questo passo. Perciò, anche cercando di correggere la sola alimentazione, non basterebbe prescrivere ai genitori di bambini sovrappeso e obesi una dieta corretta e bilanciata per i figli. In questo libro l'autrice affronta l'eccesso di peso nell'infanzia, fino all'inizio dell'adolescenza, da un punto di vista multifattoriale, tenendo conto cioè di tutte le componenti e le cause del problema, incluse le abitudini di vita e l'alimentazione della mamma già durante la gravidanza.
Succede a volte che uno scrittore, una scrittrice, si allontani dalle storie della sua generazione e dal suo tempo proprio per l'urgenza di narrarlo meglio e renderlo vero, con il respiro di un vento largo che soffia con forza, da lontano. Così, al suo esordio narrativo, Paola Soriga si affida alla figura di una giovanissima staffetta partigiana, nella Roma che sta per essere liberata dall'occupazione tedesca, per dare nuova vita e necessità a un alfabeto di sentimenti che le parole di oggi non sanno più nominare. E ci regala un romanzo che ha la distanza delle grandi storie e la vicinanza dell'unica, misteriosa, scintillante vita che è la nostra, in ogni tempo e in ogni luogo
Questo studio analizza l'atteggiamento del mondo cattolico italiano di fronte all'istituzione di un indipendente Stato ebraico in Palestina all'indomani della seconda guerra mondiale. Il cattolicesimo internazionale e la Santa Sede osservarono a lungo con preoccupazione l'affermazione del movimento sionista. Dopo la fine del secondo conflitto mondiale, tuttavia, di fronte alla sempre più concreta possibilità della nascita di uno Stato ebraico in Terra Santa, il Vaticano concentrò i propri sforzi per assicurare l'internazionalizzazione di Gerusalemme, come previsto dalla Risoluzione 181 delle Nazioni Unite. In questa situazione il cattolicesimo internazionale e, in particolare, quello italiano vennero mobilitati in un'intensa campagna d'opinione a sostegno delle richieste pontificie.
Il dio Contratto rappresenta l'origine del legame, sacro e garantito da una forza divinizzata, che precede ogni altra convenzione sociale. Esso nasce impersonato dal dio giurista, simile nella radice e nel significato a quell'altra forma di legame sociale che è la comunità. Contratto e comunità sono all'inizio indistinguibili: ciò che ci lega, ci rafforza. La società viene infine istituita mediante il contratto sociale. Poi, nell'epoca moderna, il contratto incontra il capitalismo e diviene l'istituzione economica guida della società contemporanea. Subisce un'estensione enorme, che è massima nella fase attuale: ma è sottoposto a frode, rischio, incertezza d'ogni tipo. Nella tappa finale del suo lungo percorso, il contratto entra in una crisi da sovraccarico. Troppe richieste, aspettative, pretese si affollano e lo sottopongono alla lacerazione del suo involucro fiduciario, di cui le ricorrenti crisi sono la spia. Oggi siamo alla ricerca di nuove forme di contratto: relazionale, associativo, necessariamente incompleto e incompiuto, lasciato all'opera di molte mani e di quelli che verranno dopo di noi. Stiamo così ridisegnando una singolare forma di relazione sociale che riavvicini contratto e comunità, i due gemelli da cui tutto ha avuto inizio
Più di cinquantamila civili e militari sottoposti per mesi (alcuni per due interi anni) a una brutale limitazione della libertà, concentrati in campi di internamento insufficienti nelle strutture sanitarie, nell'alimentazione, nella tutela della dignità umana. Questa la realtà dei "campi dei vinti", quei campi di concentramento realizzati in Italia fra l'estate del 1943 e la primavera del 1946 nei quali furono rinchiusi dagli Alleati e senza processo decine di migliaia di fascisti o presunti tali. Per la prima volta di questo tema si parla a livello scientifico, sulla base di documentazione archivistica italiana e britannica. Da Padula, in provincia di Salerno, a Collescipoli (Terni), da Coltano (Pisa) a Laterina (Arezzo), da Miramare (Rimini) a Taranto, Paolo Leone ha tracciato una sorta di geografia del reticolato, senza dimenticare le decine di campi di transito dove venivano ammassati centinaia di prigionieri destinati, nel migliore dei casi, ad altri campi definitivi, ovvero agli improvvisati tribunali del popolo, che provvedevano a esecuzioni sommarie. Un saggio ampio e originale che fa luce sulle normative giuridiche e sulla vita quotidiana nei campi di internamento, sulle violenze cui furono sottoposti tanti italiani rei di avere combattuto dalla parte dei "vinti", che divennero così la base di consenso del neofascismo italiano.