Le imposte sono un tema di grande rilievo, nella vita dei cittadini così come nel dibattito politico, ma conoscere e comprendere i meccanismi dei tributi non è semplice. La normativa è complessa e in continua evoluzione. Il volume, aggiornato alle disposizioni più recenti, dopo un'ampia introduzione sull'evoluzione del sistema tributario italiano, fornisce una chiara esposizione delle imposte esistenti nel nostro paese, interpretate alla luce dei principi dell'efficienza e dell'equità.
In breve
“Perché questo è il gioco. Bisogna comprendere gli altri anche nel momento in cui ti stanno uccidendo. Senza mai sottovalutare la forza sbilenca dell’ironia.” Tony Pagoda è un cantante melodico con tanto passato alle spalle. La sua è stata la scena di un’Italia florida e sgangheratamente felice. Ha avuto il talento, i soldi, le donne. Quando la vita comincia a complicarsi…
"Paolo Sorrentino ha inventato Tony Pagoda, un eroe del nostro tempo, il più grande personaggio della letteratura italiana contemporanea.” Antonio D'Orrico.
Il libro
Tony Pagoda è un cantante melodico con tanto passato alle spalle. La sua è stata la scena di un’Italia florida e sgangheratamente felice, fra Napoli, Capri, e il mondo. È stato tutto molto facile e tutto all’insegna del successo. Ha avuto il talento, i soldi, le donne. E inoltre ha incontrato personaggi straordinari e miserabili, maestri e compagni di strada. Da tutti ha saputo imparare e ora è come se una sfrenata, esuberante saggezza si sprigionasse da lui senza fatica. Ne ha per tutti e, come un Falstaff contemporaneo, svela con comica ebbrezza di cosa è fatta la sostanza degli uomini, di quelli che vincono e di quelli che perdono. Quando la vita comincia a complicarsi, quando la scena muta, Tony Pagoda sa che è venuto il tempo di cambiare. Una sterzata netta. Andarsene. Sparire. Cercare il silenzio. Fa una breve tournée in Brasile e decide di restarci, prima a Rio, poi a Manaus, coronato da una nuova libertà e ossessionato dagli scarafaggi. Ma per Tony Pagoda, picaro senza confini, non è finita. Dopo diciotto anni di umido esilio amazzonico qualcuno è pronto a firmare un assegno stratosferico perché torni in Italia. C’è ancora una vita che lo aspetta.
Descrizione
Tra Ottocento e Novecento don Bosco, don Orione, madre Cabrini e le altre figure presentate in questo libro, in situazioni sociali difficili, usando gli strumenti che la realtà forniva, hanno generato un'umanità nuova, hanno creato opere. Che sono tutt'oggi un esempio per tutti. È affascinante ripercorrere la loro vita, leggere i loro scritti. Sono uomini e donne come noi che nella testimonianza viva del cristianesimo, dentro l'alveo della Chiesa, hanno risposto ai bisogni di chi gli stava accanto. Operando un cambiamento nel contesto in cui vivevano. Paola Bergamini è nata a Milano (1963) dove vive e dove ha conseguito la laurea in Lettere Moderne con indirizzo in Comunicazioni all'Università Cattolica. Ha lavorato in alcune redazioni di giornali, tra cui il settimanale "Il Sabato". Dal 1994 è giornalista professionista presso il mensile "Tracce" di cui è vicedirettore dal 1998. Per l'editrice Marietti ha scritto il libro su san Giuseppe Moscati, Laico cioè cristiano, e ha collaborato alla realizzazione dei testi di alcune mostre per il Meeting dell'amicizia dei popoli a Rimini.
Dopo dieci anni dedicati alla narrativa, Paola Mastrocola torna alla poesia con una nuova raccolta di versi, la terza dal 1991. E il «ritorno», dopo la lunga e felice stagione dei romanzi, è sorprendente. Non che manchino segnali, per esempio, di quella curiosità verso i giovani che ha caratterizzato i libri precedenti: vi si ritrova l’attenzione all’adolescenza, al processo di formazione, alla ricerca di una personale «felicità», anche in dissonanza con il mondo circostante. E, qua e là, un rapido apparire, sempre più metaforico, di animali. Tuttavia, ecco il punto, il ventaglio tematico delle poesie risulta assai più ampio: da queste pagine emergono liriche d’amore e di meditazione, di nostalgia e di esortazione, in un dettato attento alla grande lezione di Orazio. Come quando (Tra i propositi dell’anno non nuovo) l’autrice suggerisce a un’amica di ritirarsi in campagna: «Invita a mensa pochi amici, noi. / Sorridi, non ti far del male, / il mondo s’è impigliato fuori».
È l’idea di una vita contemplativa che osi contrapporsi al caotico e molteplice dell’oggi, e imprevedibilmente lo vinca. È la continua, pervasiva e anche un po’ ribelle tentazione a lasciar cadere, stare a guardare, non fare. Un caparbio tenersi in disparte e percorrere «viottoli» anziché autostrade. Meta privilegiata è l’isola, che si fa di volta in volta biblioteca, mare, ufficio, «biro in tasca», «sasso giusto», o anche solo la «posizione di una virgola»: il variegato appartarsi in luoghi dove, per fortuna, non ci sia «partita, pubblico e punteggio».
Un'insolita leggerezza caratterizza questi racconti terapeutici: quella del linguaggio quotidiano e della conversazione amichevole. Il parlare come tutti, senza obblighi o condizionamenti tecnici, toccando solo i punti fondamentali della sfera emotiva porta con sé un'aria di libertà, ed è forse questo a mettere a suo agio i pazienti che si raccontano attraverso una breve fiaba, costruita mettendo in rapporto fra loro tre parole. Una procedura che implica un cambio di strategia nell'approccio psicologico: questo, come scrive l'autrice nelle pagine introduttive, consiste nel non andare più in cerca delle cause della malattia o del disagio esistenziale, ma nel vedere piuttosto come questo possa evolversi.
«Ecco, intanto che scrivevo I malcontenti mi è venuto da pensare che io stavo cercando di raccontare la storia della relazione tra due quasi trentenni che provano a entrare, come si dice, nel mondo, e che questo tentativo, che ha a che fare con un festival strampalato, viene raccontato da uno che abita sotto di loro, uno che di questo tentativo vede in un certo senso solo i riflessi, i raggi che partono da quell'appartamento e arrivano fino a lui in forma di suoni, confessioni, reticenze e richieste d'aiuto.
E m'è tornata in mente la scena centrale di un film di Lubitsch, che è una scena in cui il protagonista maschile, innamorato di una donna misteriosamente scomparsa, invitato a pranzo da un amico, scopre che la moglie del suo amico è la donna di cui lui è innamorato. Questo pranzo viene raccontato da Lubitsch senza riprendere i protagonisti né la sala da pranzo: viene raccontato dalla cucina, in modo perfettamente esaustivo, attraverso i commenti di cuoco, cameriere e maggiordomo sullo stato in cui tornano indietro le varie pietanze, e lo spettatore ha l'impressione di essere davanti a un triplo salto mortale molto ben eseguito.
Ecco, intanto che scrivevo I malcontenti mi è venuto da pensare che la relazione tra Nina e Giovanni, a esser capaci, bisognava raccontarla come quel pranzo di Lubitsch.
Il mondo in cui si muovono Nina, Giovanni e gli altri personaggi che ci son nel romanzo è un mondo stranissimo, un mondo nel quale il compito di chi ha meno di quarantacinque anni non è di contribuire a un perfezionamento del mondo stesso, né (ci mancherebbe) a un ribaltamento o a un qualsivoglia cambiamento di rotta.
In questo mondo, quello che da venticinque anni si chiede a chi a questo mondo si affaccia, è di mettersi lì e di non rompere troppo i maroni.
E loro, bravissimi, si mettono lì e non rompono troppo i maroni».
La storia di un amore che frana raccontata da un vicino di casa.
La storia di una generazione viva e irrisolta.
La storia di un festival meraviglioso e impossibile: il festival dei Malcontenti.
«Si ricordava che era occupato a pensare a una cosa alla quale non aveva mai pensato, che camminare con una finestra sottobraccio ti toglie tutto l'imbarazzo che uno ha di solito nel camminare. È come se tu avessi una guida, - diceva Giovanni, - avendo una finestra sottobraccio, è come se il tuo andare avesse un senso».
Nel suo appassionato studio l'autore sviluppa la dottrina dell'esortazione apostolica "redemptoris custos" illustrando con particolare attenzione la cooperazione di San Giuseppe al piano della salvezza. I Vangeli qualificano infatti San Giuseppe come Figlio di Davide sposo di Maria padre di Gesù giusto e lavoratore. L'incarnazione del Figlio di Dio è avvenuta nell'ambito di questa presenza umana divinamente "preordinata" nella quale la Chiesa ha sempre riconosciuto una "figura insigne" un maestro per tutti di vita interiore, un modello di virtù e il suo potente protettore. DALLA PRESENTAZIONE DI TARCISIO STRAMARE, O.S.J.
Attingendo alla grande “bussola” dei testi conciliari e alla sua personale esperienza di un lungo e intenso impegno nell’associazionismo laicale, l’Autrice invita la comunità ecclesiale a un pacato e serrato confronto sul tema della corresponsabilità. Solo attraverso un rinnovato slancio corale, in una più vera comunione perché irrorata dall’amicizia, dal rispetto, dall’accoglienza della diversità dei carismi e dei ministeri, preti e laici possono dare nuovo splendore e vigore al volto missionario della Chiesa. È giunta dunque l’ora di tradurre operativamente la grande riscoperta che il Concilio ha operato della categoria di “popolo di Dio” per dire la verità della Chiesa e della sua missione per il mondo.
Con la consueta verve e il suo stile diretto e attuale Paolo Curtaz affronta il mistero della Morte di Cristo, prendendo le mosse dal Vangelo, dalle pagine che più hanno turbato, straziato, scosso l’anima del mondo
Tutto è compiuto, il «sì» è stato detto, Dio ha dato tutto. Il velo del tempio è squarciato: questo è il volto del Dio cercato dall’uomo. A noi, ora, ci chiede di schierarci. Di cadere in ginocchio, sbigottiti, o, ancora, di versargli addosso l’amaro aceto dell’incredulità.
Una profonda riflessione sui testi della passione e morte di Gesù che conduce il lettore di fronte allo scandalo della fede.
Destinatari
Un libro per tutti, da un autore che conta ormai un ampio seguito di lettori.
L’autore Paolo Curtaz, valdostano, medita il vangelo e lo condivide sul sito www.tiraccontolaparola. it e tiene i contatti con i suoi amici tramite il blog www.paolocurtaz.it. Spezza la Parola con numerosi cercatori di Dio in giro per l’Italia e attraverso internet. È presidente dell’associazione culturale Zaccheo. Con le Edizioni San Paolo ha pubblicato Cristiano stanco? (20044), Convertirsi alla gioia (20053), In coppia con Dio (20065), La Parola spezzata (2006), Gesù zero (20072), La Parola compiuta (2007), La lettera perduta (20082), La Parola incarnata (20082), Dov’è Colui che è nato? (2009). Per i ragazzi ha pubblicato Mattia va alla Prima comunione (2010). Le sue pubblicazioni sono tradotte in rumeno, polacco, spagnolo e portoghese. Collabora con la rivista “Parola e preghiera”.