Il libro "Una sana e robusta Costituzione" raccoglie i verbali non autorizzati dell'interrogatorio di Paolo Rossi di fronte alla Commissione per le Attività Anticostituzionali; "Costituzione e democrazia. Poco più che un'introduzione..." di Livio Pepino; il testo originario della parte Il della Costituzione italiana con gli articoli modificati a confronto. Il DVD propone lo spettacolo "Il signor Rossi e la Costituzione", registrato dal vivo il 22-23 aprile 2003 al Teatro degli Animosi di Carrara.
Sedersi al bar di Traversetolo per giocare una mano di scopone scientifico con il vecchio Tito, detto "Il Migliore", è impresa che richiede coraggio, nervi d'acciaio e talento. Anche per chi è abituato a sfide sportive di altissimo livello. Ma il solo talento basta per conquistare grandi vittorie? O piuttosto è necessario un capo che spinga i propri uomini oltre i loro limiti, che abbia il carisma per farsi seguire, che sappia tutelare e valorizzare il lavoro del gruppo, gestire le sconfitte e le vittorie? E soprattutto: capi si nasce o si diventa? È questa la domanda centrale dalla quale muove Gian Paolo Montali per analizzare i meccanismi di leadership con il suo stile unico, nello stesso tempo profondo e ironico, semplice e ricco di riferimenti e aneddoti. E, facendo ricorso alla sua straordinaria esperienza di uomo di sport e di azienda (cinque Scudetti, sedici coppe, un Mondiale, due campionati europei e un argento alle Olimpiadi in venticinque anni di pallavolo, prima di sedere nel Consiglio di Amministrazione della Juventus ed essere Direttore generale della Roma), svela i suoi segreti, introduce concetti innovativi come quelli di impollinazione e contaminazione, smentisce tanti luoghi comuni che vorrebbero il buon capo autoritario e tutto d'un pezzo, o che "squadra che vince non si tocca".
"Cosa mi attirava di Molière, nelle sue prime farse e soprattutto ne Il medico per forza? La figura del ciarlatano, i meccanismi del potere, un uomo che finge di essere ciò che non è e induce tutti gli altri a crederci. Poi ho aggiunto la realtà odierna del nostro Paese. [...] La satira di Molière mette bene in luce come il potere (che può essere anche nelle mani di un finto medico) non solo si approfitta del più debole, ma lo convince anche che si stia lavorando per lui, e bene!"
Il mondo in cui viviamo è pieno di storie, eventi grandi e piccoli, che raramente abbiamo vissuto in prima persona, ma che crediamo veri. Anche le notizie trasmesse da giornali, radio, tv, libri o scambiate attraverso internet o diffuse con il passaparola le accettiamo come vere e credibili, ma spesso si rivelano infondate o addirittura inventate. Dal conflitto in Iraq alle leggende della Seconda guerra mondiale passando per il Vietnam, l'Aids e la Sars, tra epidemie e contaminazioni spaventose. Paolo Toselli, responsabile del "Centro per la Raccolta delle Voci e Leggende Contemporanee", autore di numerosi articoli apparsi su riviste internazionali e collaboratore del mensile "Focus", offre un catalogo di queste "bufale".
Chiara nasce aristocratica in una famiglia tra le più in vista di Assisi, città ferita dal Barbarossa, divisa tra potenti ed emergenti. Ragazza ricca e colta, è tuttavia sedotta dalla scelta radicale di Francesco; lo imita presto, avviando la forma di vita delle Povere Dame a San Damiano, dove vivrà fino alla morte, l'11 agosto 1253. La seguiranno in molte, in tutta l'Europa: fra loro anche Agnese di Boemia, già promessa sposa dell'imperatore Federico II. Sul fondale della vita quotidiana della gente più povera, della nascita dei comuni, delle lotte fra Papato e Impero e delle controversie religiose, lucida e detrminata, Chiara detta le regole della sua comunità, resistendo alle pressioni di cardinali protettori e papi.
L'11 settembre 2001, Paolo Mieli ha inaugurato il suo colloquio con i lettori sulla pagina del "Corriere della Sera". "Una goccia cinese che pian piano è capace di scavare la più dura delle pietre: ecco cosa sarà quella pagina." Così aveva detto Montanelli accettando di tornare nel 1995 al "Corriere" a patto che potesse avere la sua "Stanza", la rubrica della posta. E quando Mieli, due mesi dopo la morte di Montanelli, fu chiamato a succedergli, quelle parole gli rimasero in mente: anche lui avrebbe provato a lasciare un segno sulla pietra. Giorno per giorno, sollecitato dai lettori e sotto l'incalzare di eventi drammatici, ha commentato i fatti della cronaca mondiale. Oggi quelle risposte diventano il diario di un anno decisivo.
L'epistolario di Paolo di Tarso è prima di tutto uno spaccato di vita, la testimonianza diretta della missione evangelizzatrice di un personaggio chiave del Cristianesimo delle origini. Le sette lettere autentiche del santo non furono composte per lasciare ai posteri una rappresentazione idealizzata della propria esistenza o una summa sistematica della propria dottrina teologica: sono lettere in cui lo spirito missionario si traduce in una comunicazione spontanea e appassionata dell'apostolo-mittente a questa o quella chiesa. Insieme alle lettere scritte da suoi discepoli anonimi del primo secolo, esse ci consegnano il ritratto di un uomo cosmopolita, dal multiforme bagaglio culturale, romano, greco e giudaico, la cui idea di Cristo morto, risorto e venturo come speranza universale di salvezza si è rivelata decisiva per la diffusione del messaggio cristiano.
Memoria e identità è la grande meditazione a cui Papa Giovanni Paolo II ha affidato il suo estremo messaggio all’umanità. È una riflessione sulla storia e sul mistero del male, incarnato nei grandi sistemi totalitari del Novecento come il nazismo e il comunismo che hanno prodotto l’Olocausto, i gulag, gli stermini di massa. È la testimonianza autobiografica di un uomo che ha lottato e sconfitto il male. È un’indagine sui fondamenti etici della democrazia e dei diritti umani, sull’identità dell’Europa, potentemente plasmata dal cristianesimo fino alla frattura provocata dall’illuminismo, sulla missione della Chiesa, che custodisce in sé la memoria della storia umana. Questo libro fondamentale – arricchito dalla preziosa introduzione di Joseph Ratzinger – racchiude la toccante eredità spirituale del Papa che più di tutti ha saputo testimoniare, con le parole e l’esempio, l’amore di Dio attraverso l’amore per l’uomo.
Il metodo gestionale dell'autore, sperimentato con i più forti atleti professionisti, consente di destreggiarsi nel mare perennemente in burrasca dei rapporti di lavoro, consolidando il proprio carisma e mettendo in pratica una politica fatta di piccoli passi e attenzione al dettaglio. Ogni capo deve quotidianamente confrontarsi con i pregi e i difetti delle risorse umane di cui dispone, spesso accorgendosi che, purtroppo, attorno a lui i mediocri sono molto più numerosi dei fuoriclasse. Pochi sono gli scoiattoli, agili e scattanti, per natura portati a raggiungere le cime degli alberi e da lì guardare tutti dall'alto; molti di più i tacchini: goffi e impacciati tanto da apparire ridicoli. Gian Paolo Montali è passato dal campo di gioco alla cattedra per insegnare ai manager come valorizzare al meglio le qualità delle risorse umane impiegate, aiutandole a crescere e a pensare in grande.
A tre anni dalla sua scomparsa la voce di Giovanni Paolo II non ha ancora smesso di parlare ai nostri cuori e tener deste le nostre menti. Questo libro è una sorta di testamento spirituale che raccoglie preghiere, brani di omelie e messaggi apostolici e vuole essere un omaggio a un uomo che ha fatto della sofferenza la sua forza, a un Padre che ha fatto dell'amore l'elemento fondante della sua esistenza e non ha smesso fino all'ultimo di insegnarlo ai suoi figli. Con le parole, con le opere, ma soprattutto con la testimonianza della sua vita.
In "Memoria e Identità. Conversazioni a cavallo dei millenni", il Santo Padre affronta alcuni grandi temi della Storia, in particolare le ideologie totalitarie del Novecento, come il comunismo e il nazismo, e risponde agli interrogativi più profondi della nostra vita di fedeli e di cittadini del mondo. Un grande messaggio di pace e di speranza nella salvezza dell'uomo. Una riflessione storica e filosofica sull'uso della libertà e i suoi limiti, sui concetti di Patria e di Nazione e sulle radici cristiane dell'Europa. Egli richiama con forza l'uomo moderno a impiegare la libertà, "non solo dono ma anche compito", al fine di perseguire il Bene Comune e lo mette in guardia dal pericolo costituito dalle nuove forme di ateismo, consumismo e materialismo.