Il volume raccoglie una serie di articoli del Direttore dei Musei Vaticani, Antonio Paolucci, pubblicati dal quotidiano della Santa Sede, "L'Osservatore Romano", fra il 2008 e il 2011. L'autore propone qui un percorso inusuale attraverso la storia dell'arte, offrendo la particolare prospettiva che può avere il Direttore di uno dei musei più grandi e importanti del mondo. Seguendo così le molteplici occasioni che la propria esperienza quotidiana gli propone (una mostra, un restauro, una scoperta scientifica) il Prof. Paolucci porta il lettore, che sia un esperto studioso o un semplice appassionato, a condividere la curiosità, lo stupore, il gusto che sono alla base del rapporto con l'opera d'arte, guidandolo al tempo stesso alla ricerca di un metodo che renda capaci ad interpretare l'arte.
Incontri con tre donne, simbolo di coraggio e libertà. Di generazioni diverse, di paesi diversi (Iran, Sudan, Afghanistan), sono accomunate dalla medesima fede, dalla stessa grinta e da una sola sfida: fare della religione islamica un posto dove essere donne e vivere in democrazia sia una cosa normale. Shirin Ebadì, iraniana, avvocato e attivista dei diritti umani, è Nobel per la Pace 2003; vive in esilio. Fatima Ahmed Ibrahim, sudanese, è stata la prima donna eletta in un parlamento africano e presidente della combattiva "Unione delle donne" del suo paese. Malalai Joya, afgana, la più giovane delle tre, è stata parlamentare denunciando i criminali di guerra che le sedevano accanto. Oggi chiede la fine dell'occupazione straniera nel suo paese.
Provare meraviglia davanti a un'opera d'arte, a un paesaggio, o a qualsiasi manifestazione della natura e dell'uomo che trascenda l'ordinario, è un dono che dovremmo tutti coltivare come il primo passo verso la conoscenza. Partendo dalla domanda "che cos'è la bellezza?", Antonio Paolucci, Direttore dei Musei Vaticani, ci conduce da una sorprendente analisi dei capolavori dell'arte, a toccare i temi del turismo culturale, dell'arte futura, della tutela e dell'incuria, in un testo che è dichiarazione di amore appassionato per l'arte e lucido resoconto di cosa significa avere cura dei beni culturali.
Sono più di cinque milioni gli stranieri che vivono stabilmente in Italia.
Superando le immagini stereotipate e spesso strumentali fornite dai media e i pregiudizi generati dall’intolleranza o, all’opposto, dal buonismo, questo libro propone una fotografia ravvicinata di un fenomeno irreversibile e pervasivo, che deve essere governato in maniera realistica e lungimirante e vuole offrire alcune piste di lavoro per costruire una nuova convivenza nel segno di un’identità forte e aperta.
La semiotica si è definita in questi anni attorno ad alcune nozioni chiave quali quelle di valore, testo, struttura, differenza, interpretazione, enunciazione, abduzione, enciclopedia, espressione e contenuto, e lo ha fatto attraverso una serie di prese di posizione che l’hanno mano a mano allontanata dalla sua originaria vocazione filosofica, per avvicinarla da un lato alle scienze cognitive e dall’altro alle scienze sociali. Tuttavia, un’altra “storia” era possibile. Nella convinzione che quelle nozioni fossero passibili anche di letture diverse, questo libro vuole riaffermare la natura filosofica della semiotica, tornando a riflettere su tutte le nozioni chiave attorno a cui si è costruita la disciplina, denunciando una serie di dimenticanze della teoria “maggiore” e reinterpretando in modo originale l’approccio strutturalista. In questo modo, una riflessione di tipo filosofico pare capace di ritrovare al di là, o al di qua, delle forme consolidate, un’immagine “non-standard” della semiotica, in grado di proporre dei modelli di analisi che possono rivelarsi preziosi proprio nel confronto con le scienze cognitive e le scienze sociali. Da qui la costruzione di una semiotica della complessità, capace di tenere insieme strutturalismo e interpretazione.
Claudio Paolucci insegna Semiotica all’Università di Bologna ed è tutor del Dottorato di Ricerca in Semiotica dell’Istituto Italiano di Scienze Umane di Firenze (SUM) e dell’Università di Bologna. Studioso di Peirce e Hjelmslev, si occupa principalmente di semiotica generale, interpretazione e teoria dei linguaggi. Ricercatore presso la Scuola Superiore di Studi Umanistici e il Dipartimento di Comunicazione dell’Università di Bologna, è redattore della rivista VS e membro del comitato esecutivo della Società italiana di Filosofia del Linguaggio.
Il mondo delle arti, la moderna realtà italiana della tutela, visti con gli occhi di uno studioso che è stato Soprintendente a Venezia, a Verona, a Mantova, a Firenze e Ministro dei Beni Culturali fra il 1995 e il '96. I restauri, le mostre, le vicende politico amministrative degli ultimi dieci anni sono i protagonisti di un libro che ha il tono leggero del reportage giornalistico e l'appassionata verità della testimonianza diretta.
Il volume si prefigge di fornire una panoramica e una serie di contributi originali sui principali temi che sono attualmente al centro della semiotica e della teoria del linguaggio. La prospettiva adottata è quella della semiotica interpretativa, così come essa è stata elaborata a partire dal pensiero di Umberto Eco, ma in tutti i saggi che compongono il volume risulta evidente la volontà di mantenere stretto il dialogo con altri approcci agli stessi problemi, provenienti da differenti discipline. L'idea è quella di ridiscutere tutta una serie di temi che sono costitutivi della semiotica interpretativa e al centro del dibattito attuale in funzione di un loro ripensamento, della valorizzazione della loro eredità, e della loro riattivazione in vista della possibile ridefinizione sia della pratica di analisi che della teoria semiotica generale.
Mani che salutano e mani che accarezzano. Mani allegre e mani pensierose. Mani che danzano e mani che preparano la cena. Mani che giocano, mani che lavorano, mani che rubano e mani che se ne stanno senza fare niente. Le mani, come ha scritto il grande poeta tedesco Rilke, sono animate da una sotterranea corrente di vita. Proprio come noi, possiedono desideri, sentimenti, capricci e manie personali. Sono belle e misteriose. E, nel loro linguaggio segreto, a ogni istante, parlano di noi, di quello che siamo, proviamo e pensiamo. Età di lettura: da 3 anni.