A 400 anni dalla nascita di Blaise Pascal (1623-1662), questa agile selezione di brani aventi carattere aforismatico e provenienti dai suoi scritti filosofici, religiosi ed apologetici mette in evidenza come proprio oggi ci sia bisogno di Pascal per affermare il valore della ragione; per riguadagnare la dimensione del sacro; per immergerci nella "grandezza e miseria" dell'umano; per abbracciare il mistero dell'Uomo-Dio, Gesù Cristo.
Si presenta qui la traduzione delle "Opere complete" di Pascal, effettuata sulla base di manoscritti e in riferimento alle più autorevoli edizioni già apparse tra il XX e il XXI secolo. Il complesso di questi scritti - troppo spesso frammentato in edizioni particolari che rischiano di spezzare l'unità del pensiero pascaliano - restituisce un Pascal a tutto tondo e offre l'opportunità di abbracciare il vasto arco di interessi che animano questo grande pensatore moderno. D'altronde, Pascal ha lasciato un'orma profonda e indelebile in molti campi: dalla letteratura alla scienza, dalla teologia alla filosofia, dalla morale alla politica, dalla pedagogia all'ingegneria. Inoltre, nell'unità e nella continuità delle opere pascaliane si può cogliere la mirabile varietà di registri che Pascal magistralmente usa in riferimento a un determinato interesse. Perciò si va dalla pacata e nitida prosa scientifica alla pungente polemica del panflettista, dall'originalissimo scavo psicologico allo slancio apologetico, dal rigorismo morale alla rivendicazione dell'autonomia della scienza. Testi francesi e latini a fronte.
Nel 1655 il filosofo Blaise Pascal ebbe la curiosa idea di scrivere il "Compendio della vita di Gesù". Scoperto e pubblicato verso la metà del secolo scorso, è una vita di Gesù tratta esclusivamente da una lettura attenta e partecipe dei quattro Vangeli, riesposti secondo un'accuratissima, puntigliosa cronologia, per costituire un'armonia" che ne esclude le incongruenze e ne esalta la mirabile semplicità. Pascal interviene raramente nella narrazione, introducendo brevi elementi dottrinali esplicativi, e preferisce affidare l'intelligenza dei fatti e delle parole di Cristo a una loro più precisa scansione temporale. A ogni elemento della vita di Gesù corrisponde così un fatto, un detto, e a ogni unità temporale corrisponde un'unità dottrinale. Carlo Carena, che lo ha tradotto, nel saggio introduttivo rievoca le vicende biografiche e filosofiche.
Cuore e ragione in Pascal sono indissolubilmente legati come esprit de finisse ed esprit de Gèometrie: nella loro unità costituiscono la facoltà conoscitiva, del vero e del bene, propriamente umana. I testi qui tradotti insieme all'opuscolo incompiuto De l'esperit geometrie illuminano la genesi dell'epistemologia pascaliana, fungendo da "discorso sul metodo".
Il "Compendio della vita di Gesù Cristo" di Blaise Pascal è un capolavoro quasi sconosciuto. Scoperto e pubblicato verso la metà del secolo scorso, è una vita di Gesù tratta esclusivamente da una lettura attenta e partecipe dei quattro vangeli, riesposti secondo un'accuratissima, puntigliosa cronologia, per costituire un'"armonia" che ne esclude le incongruenze e ne esalta la mirabile semplicità. Pascal interviene raramente nella narrazione, introducendo brevi elementi dottrinali esplicativi, e preferisce affidare l'intelligenza dei fatti e delle parole di Cristo ad una loro più precisa scansione temporale. Ad ogni elemento della vita di Gesù, corrisponde così un fatto, un detto, e ad ogni unità temporale corrisponde un'unità dottrinale. Nessun particolare è puramente esortativo, ogni momento rientra in una economia di salvezza. Scritto per essere pubblicato, probabilmente verso il 1650, di poco anteriore ai "Pensieri" in cui confluiranno alcune delle rare osservazioni aggiuntive, il "Compendio" riflette un'esperienza umana e religiosa, quella di Pascal, che ha come carattere primario, così come la vita esemplare di Cristo, la certezza del significato di ogni esistenza.
Pensieri di Blaise Pascal è tra le opere filosofiche più note, lette e amate anche dai non specialisti, rappresenta il tentativo di una grande apologia della fede cristiana.
“I sentimenti di Pascal sono straordinari, soprattutto per la profondità della loro tristezza, e per un non so che d’immensità: si è sospesi fra tali sentimenti come nell’infinito.”
François-René de Chateaubriand
Un grande moralista, filosofo e matematico, un uomo dal sapere universale, decise di dedicare le migliori energie dei suoi ultimi anni allo studio delle scienze religiose. La centralità della figura di Cristo nell’itinerario speculativo, spirituale e umano di Pascal lascia una traccia indelebile in questo Compendio della vita di Gesù Cristo. L’opera, perduta in circostanze mai chiarite e ritrovata solo due secoli dopo, si compone di 354 articoli disposti in ordine cronologico: sono citazioni dirette dalle Sacre Scritture, ma anche sintesi e interpretazioni. Avvolte da una semplicità cristallina e disarmante, fedeli alla scabra e incisiva parola evangelica, queste pagine sono nondimeno intrise di una efficacissima potenza drammatica.
Gesù Cristo rivestì un ruolo di primissimo piano nella breve e profonda esistenza dell’autore, come ci mostra inequivocabilmente la Vita del Signor Pascal, capolavoro del genere biografico scritto dalla colta e sensibilissima sorella Gilberte.
Davide Monda insegna presso l’Università di Bologna. È autore di volumi e saggi sulla civiltà letteraria europea dal Rinascimento al Romanticismo.
Blaise Pascal interviene nella polemica tra giansenisti e gesuiti con un tono nuovo: la sua intelligenza e il brio della sua scrittura riescono a trasformare quello che potrebbe essere un'arida trattazione dottrinaria in un pamphlet che, da un lato, anticipa lo stile di Voltaire e, dall'altro, per la caratterizzazione dei personaggi fa sentire certe atmosfere di Molière, peraltro quasi perfettamente coetaneo di Pascal. Come ha scritto Michel Le Guern: "la lucidità con la quale Pascal giunge a smontare il meccanismo di discipline filosofiche profondamente tecniche, unita all'arte somma di far condividere al lettore le proprie convinzioni, fa di lui, incontestabilmente, il primo dei grandi giornalisti".
"Odio le parole enfatiche": questa l'ultima frase de "L'arte di persuadere", che si conclude con una lacuna dovuta a un copista o allo stesso Pascal, ma che comunque suona come un'adesione al pensiero di Montaigne, il grande critico dell'amor proprio e della vanità delle cose mondane. Ma là dove lo scettico Montaigne si ferma dopo aver fatto tabula rasa, l'apologeta cristiano, che non può essere indifferente al risultato di una disputa, deve fare un passo avanti, sostenere che, stabilite le buone regole del ragionamento, sia possibile convincere e convertire l'interlocutore. Scritto verso il 1660, "L'arte di persuadere" si riallaccia alla polemica fra giansenisti e gesuiti, importante disputa teologica che stava molto a cuore a Pascal; ma è al tempo stesso una sorta di essenziale e limpido "discours de la méthode" di Pascal stesso, che troviamo poi applicato nell'altro testo qui riunito, la prima delle famose "Lettere provinciali" scritte in quello stesso periodo.
"La Preghiera per chiedere a Dio il buon uso delle malattie (1648) dovrebbe toccare il cuore della gente di questo secolo, nel quale non c'è casa che non sia stata visitata dal dolore, di questi nostri tempi, nei quali, in mezzo alla cupidigia, e in modo che, a memoria d'uomo, per numero di moltitudini compromesse e accavallarsi di rivolgimenti, non ha riscontro, si son fatti largo l'eroismo e la rassegnazione, di questi anni, nei quali son così visibili, la fralezza e la maestà dell'uomo. La malattia di Pascal era atroce. Più di dieci anni, non gli lasciò requie. Non fu mai udito lamentarsi. [...] Quale umiltà sarà pari a quella di Pascal? Quando, l'esempio del supplizio del Golgota, ha tratto da abissi d'anima umana più prona adorazione e più consapevole?" Giuseppe Ungaretti.
Un volume che non offre solo una nuova traduzione del capolavoro pascaliano, ma che riporta l'apparato completo delle varianti, delle cancellature e delle sovrascritture testimoniate dai manoscritti. Si tratta di circa ottocento frammenti, abbozzi e appunti, che superano largamente la prima destinazione di apologia della religione cristiana, per trattare dell'uomo, minato dalla sua miseria e salvato dalla sua grandezza. Non solo un'analisi della condizione umana e un "itinerarium mensis in Christum" di alto interesse filosofico, ma anche la storia interiore di un grande spirito, che ha vissuto con singolare tensione, nella loro dialettica spontanea, i problemi dell'esperienza etico-religiosa e li ha compenetrati di sé e della sua complessa umanità.